Giorno: 19 Settembre 2011

"Noi docenti, in prima linea per difendere la scuola", di Marco Rossi Doria

Ritorno al passato “Abbiamo meno ore, creiamo classi con 40 alunni come negli Anni Settanta”. Chi fa scuola ogni giorno può anche protestare ma poi si rimbocca le maniche. Cagliari «Anche se senti falsi o lontani i comunicati del Ministero, quello che conta all’avvio di anno è rispondere agli alunni, è la relazione educativa, il legame con chi impara, l’artigianato della didattica riscoperto con i tuoi colleghi. Non è rassegnazione, siamo indignati. Ma sentiamo la responsabilità civile. E anche un’altra cosa: l’attaccamento al lavoro, la non rinuncia». Insegnante di ruolo da 29 anni, esperta di didattiche attive del movimento di cooperazione educativo, Luisanna è maestra in una scuola del centro di Cagliari con 900 alunni. «Stiamo riprovando di fare le classi aperte, come negli Anni Settanta, mettendo insieme 40 bambini per poi fare gruppi, ricomporli, riorganizzarsi per difendere la scuola attiva, quella che non incolla nei banchi ma crea azione, entusiasmo, possibilità, favorendo le compresenze rese difficili dal taglio delle ore. Non possiamo rinunciare al nostro saper fare scuola, alle esperienze, ai risultati di tanti …

"Come bestie da soma", di Lorella Zanardo

Mi parli di Clarissa, mi parli di Carolina, mi parli di quest’altra, della Luciana, chi sono? Prendi un caravan… cosa ti devo dire…». «Vedi, dovremmo averne due a testa se no mi sento sempre in debito, tu porta per te e io porto le mie. Poi ce le prestiamo. Insomma la patonza deve girare». Racconta uno degli investigatori che per due anni ha ascoltato le intercettazioni telefoniche che riguardavano anche il Premier che «si trattavano le donne come bestie da soma». Rispetto a due anni e mezzo fa ciò che emerge in questi giorni è diverso e, se possibile, peggiore. Allora Noemi e le altre parevano oggetti, gingilli, “grechine” sacrificali delle serate del drago, come ebbe a definire il marito, l’allora moglie Veronica. Non era emerso il lato bestiale che invece emerge ora dalle frenetiche richieste del faccendiere Tarantini ad un amico: «Trova una tr…a per favore. Io alle due sto salendo in aereo e non posso più chiamare, però trova qualche altra femmina». Donne che diventano oggetto di scambio di favori importanti, di soldi, …

"Il crepuscolo leghista fra bugie, liti intestine e attacchi ai giornali", di Michele Brambilla

Forse se ne sono accorti in pochi, ma appena Bossi ha finito il comizio Roberto Cota, che era lì sul palco accanto a lui, l’ha toccato quasi di nascosto per attirare la sua attenzione e gli ha fatto il gesto del pugno. Il pugno, fai il pugno» gli ha probabilmente sussurrato. E allora il Senatur ha alzato il braccio buono e ha agitato il pugno alla piccola folla che stava lì davanti, e che ha ricambiato con un «Bos-si Bos-si», il vecchio coro che ci favella del tempo che fu, per usare le parole di un altro coro, quel «Va’ pensiero» che la Lega ha scippato al Risorgimento. In quel tenero suggerimento del governatore del Piemonte c’è molto dell’aria crepuscolare che ha accompagnato ieri la festa dei popoli padani. Il capo vecchio, stanco e bisognoso d’essere imbeccato; le patetiche bugie («Siamo in cinquantamila»); il timore di contestazioni interne; la percezione che «il tempo è scaduto», com’era scritto sul cartello di un manifestante in prima fila. I leghisti non hanno tutti i torti quando dicono che …

"Le ragioni per non dire no ai palestinesi", di Lapo Pistelli*

L’Italia è un grande Paese ma il Premier è oramai un paria dellam comunità internazionale. Capi di Stato e di governo fuggono gli incontri bilaterali, le conferenze stampa e le foto ricordo poiché incombe sempre il colpo di scena, il commento impronunciabile. Berlusconi è un leader scaduto ed è finita la favola dell’uomo che da del tu al mondo. Il Primo Ministro non sarà a New York, nonostante il Mediterraneo sia al centro di alcune decisioni. Noi democratici diciamo la nostra sulla più rilevante. Il 20 settembre, i palestinesi depositeranno una risoluzione per chiedere il riconoscimento del loro Stato. Se depositata al Consiglio di Sicurezza per tentare il riconoscimento pieno, essa avrà bisogno di almeno nove voti favorevoli e nessun voto contrario da parte dei membri permanenti, uno scenario reso impossibile dall’annunciato veto Usa. Se depositata all’Assemblea, essa richiederà il sì di 129 Paesi, i due terzi dei componenti. In tal caso, l’OLP passerà da «osservatore permanente» a «Stato non membro» (come il Vaticano), un riconoscimento che impegna i Paesi a favore, non gli altri. …

"Il trattatello immorale della signorina Terry", di Concita De Gregorio

No, non è gossip. È un trattato di antropologia culturale quello che Terry D e Nicolò, probabilmente Teresa, consegna al suo intervistatore in un video che da giorni migliaia e migliaia di persone stanno scaricando in rete. Un trattatello immorale in dieci semplicissimi punti, l´abbecedario della mutazione genetica di cui Pier Paolo Pasolini fu profeta e Silvio Berlusconi responsabile, per un trentennio suadente magnaccia. Colpevole del delitto politico di istigazione alla prostituzione di una generazione intera, corruttore morale e culturale di un Paese. Sconcertante, ipnotica nel suo non essere mai sfiorata dal dubbio, semplicemente sicura di essere nel giusto la ragazza barese che ha trascorso le sue notti a pagamento in letti di destra e di sinistra fino ad arrivare al Letto Supremo espone in dieci minuti la quintessenza del berlusconismo. Parla all´Italia e molta parte dell´Italia – bisogna dirlo molto chiaro, questo – la trova ragionevole. Una ragazza che sa quello che vuole, che sa stare al mondo. Del resto, molta parte dell´Italia politica, da diverse latitudini, le ha dato ragione. Dunque no, non …

"Il dovere civico di testimoniare e le scelte del premier", di Luigi Ferrarella

Non è un capriccio del premier o un’impuntatura dei magistrati il braccio di ferro sulla testimonianza di Berlusconi. In gioco è l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, è la possibilità stessa di celebrare un procedimento secondo le regole valide per potenti e diseredati. Non è un capriccio del premier o un’impuntatura dei pm il braccio di ferro sulla testimonianza che Berlusconi, convocato dalla Procura di Napoli, si rifiuta di rendere se non gli verrà consentito di farsi accompagnare dai suoi avvocati e quindi di potersi avvalere delle facoltà (compresa quella di non rispondere o di mentire) che il codice riconosce agli indagati in procedimenti connessi e non ai testimoni, obbligati invece a rispondere e a dire la verità. La posta in gioco è molto più alta dell’orgoglio delle parti in causa, e perfino della sorte della singola inchiesta: è invece l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, e perciò è affare di tutti e non soltanto di Berlusconi o dei suoi pm, dell’arrestato Tarantini o del latitante Lavitola, la cui sorte è …

"Piuttosto della crisi meglio la secessione", di Ilvo Diamanti

Umberto Bossi, ieri, a Venezia ha concluso la manifestazione che, da 15 anni, celebra la secessione padana. Il mito che mobilita e fornisce identità alla Lega e ai suoi militanti. L´ha fatto invocandola, puntualmente. La secessione. Unica via di uscita per una democrazia in pericolo. Dove, anzi, “il fascismo è tornato con altri nomi e altre facce”. Parole sorprendenti, in bocca al ministro delle Riforme istituzionali per il Federalismo. al leader di un partito che governa da 10 anni, salvo una breve pausa – meno di due anni. La “Lega di governo”, ben insediata a Roma. Soggetto forte della maggioranza e alleato affidabile di Berlusconi, anche in tempi cupi come questi. Bossi torna ad agitare lo spettro della secessione, per via democratica. Attraverso un referendum. Ma abbiamo motivo di dubitare che alle parole seguiranno fatti concreti. Che davvero la Lega possa e voglia perseguire la secessione – seppure per via democratica. In primo luogo, perché rischierebbe di trovarsi da sola, con poche persone al seguito. Come avvenne nel settembre del 1996, quando la marcia per …