Giorno: 15 Settembre 2011

Mettiamo i puntini sulle I (Newsletter n. 8 settembre 2011)

Ieri è stata approvata definitivamente la manovra di Ferragosto, con l’ennesimo voto di fiducia della Camera. Si chiude così la discussione su una manovra che, dalla sua prima versione, è cambiata tante volte, purtroppo peggiorando via via. Per citare uno slogan berlusconiano (ricordate: il governo delle tre “I“), credo sia opportuno mettere qualche puntino sulle I. Il Partito democratico, rispondendo all’appello del Presidente della Repubblica, ha svolto con consapevolezza il proprio compito: abbiamo presentato credibili alternative, siamo scesi in piazza al fianco di chi protestava contro le politiche del Governo e abbiamo contrastato, con gli strumenti della battaglia parlamentare, una manovra sbagliata senza comprometterne i tempi della discussione. Ci siamo battuti, con coerenza e responsabilità. Quella responsabilità che, purtroppo, difetta al Presidente del Consiglio, il quale, per evitare di incontrare i giudici, si è inventato appuntamenti internazionali ed è fuggito all’estero. Ad una comunità internazionale attonita, non ha risparmiato la rappresentazione comica e tragica al tempo stesso di un Premier lontano dalla realtà, che arriva a definire ‘criminale’ l’opposizione. Il Presidente del Consiglio vive ormai …

"Disabili abbandonati e classi smembrate. Tanti genitori in lotta", di Mariagrazia Gerina

Classi con troppi alunni, bambini che restano senza insegnante di sostegno. Sulla carta, non dovrebbero esistere. Basta scorrere quello dicono le circolari emanate dallo stesso ministero. I criteri fissati per formare le classi sono peggiorati, ma non cosi tanto. E pero poi gli organici che gli uffici scolastici regionali assegnano alle scuole sono insufficienti per dare gli insegnanti di sostegno ai bambini che ne hanno bisogno, per formare tutte le classi che servono, per garantire ai bambini il tempo pieno. Perche? Cosa sta succedendo nella scuola italiana? La risposta e molto semplice e insieme molto grave, ci spiega Cristina Maltese, che con la questione ci si e scontrata come madre e come avvocato. ≪Il livello di spesa attribuito al ministero none sufficiente a garantire il numero di docenti a cui studenti e famiglie avrebbero diritto secondo gli stessi criteri fissati da viale Trastevere e il ministro invece di impugnare le cifre del bilancio in consiglio dei ministro sta costringendo di fatto gli uffici scolastici regionali ad assegnare degli organici illegittimi ≫. Stando cosi le cose, …

"Il clima avvelenato", di Massimo Riva

La Camera dei deputati ieri ha dato il via definitivo alla manovra d´emergenza. E l´ha dato nel giorno stesso in cui la Banca d´Italia ha certificato l´ulteriore e inarrestato scivolamento del debito pubblico verso il nuovo primato negativo di 1.912 miliardi di euro. Si tratta di una cifra pesante. UNA cifra pesante che, da un lato giustifica ampiamente l´urgenza di ricorrere a provvedimenti severi ma, dall´altro lato, solleva un inquietante interrogativo sulla loro idoneità a restaurare la fiducia dei mercati verso il nostro paese. Un interrogativo che la quotidiana oscillazione del fatidico “spread” fra titoli italiani e tedeschi lascia quanto mai sospeso nell´aria: anche ieri questo indicatore cruciale si è mosso su livelli non poi troppo lontani da quota 400. Di questo passo – lo si è appena visto con le ultime aste dei titoli del Tesoro – alla crescita del debito si sta così sommando anche un rincaro progressivo dei suoi costi in una spirale che non promette nulla di buono. Anche perché questa è la tipica situazione in cui sventura chiama sventura. Come …

«Lavoro più flessibile, legge da rivedere», di Melania Di Giacomo

Nella corsa forsennata ad approvare la manovra, capita che alla Camera passi un ordine del giorno che contraddice il testo poco prima votato con la fiducia. I deputati hanno detto sì a un condono fiscale ed edilizio (Scilipoti), all’Ici sugli immobili della Chiesa (Fli), alle mamme prima in pensione (Lega), ma quello che colpisce di più è che sia passato, con parere favorevole del governo, anche uno spiraglio — aperto dal Pd — per la revisione dell’articolo 8 del decreto, sulla flessibilità del lavoro. «Valutare attentamente gli effetti applicativi dell’articolo 8, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere quanto prima le disposizioni, coinvolgendo le parti sociali, per redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011». È la proposta dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano (Pd), che ha trovato d’accordo l’Assemblea, con 418 voti a favore, quindi più della sola opposizione. Nessun obbligo di modifica immediata, se non la richiesta di tornarci su. Ma l’ok del governo può essere letto come una parziale marcia indietro, almeno sulla deroga all’articolo …

"Il dovere di governare", di Marcello Sorgi

La crisi rivelatasi ogni giorno più difficile da sconfiggere anche ieri ha segnato un’altra giornata drammatica, con scene di guerriglia davanti alla Camera, in cui deputati sordi in gran parte alla gravità della situazione e scollati dalla realtà approvavano una manovra già quasi del tutto insufficiente. Ma invece di risposte, dalla classe dirigente stressata dalla febbre dei mercati che non danno tregua, affiora una sensazione di panico e immobilismo, senza neppure la capacità di confrontarsi con esperienza e analogie del passato. A ben guardare, infatti, il dissesto nei conti dello Stato causato dal debito pubblico senza controllo si era manifestato già nel 1991 – ‘92, giusto vent’anni fa, determinando la terribile manovra del governo Amato, che portò a un prelievo diretto dai conti correnti bancari dei contribuenti. Di lì a poco il mix letale della corruzione crescente e della delegittimazione evidente della classe politica, a causa delle inchieste giudiziarie che investivano giorno dopo giorno leader, ministri in carica e interi gruppi dirigenti dei partiti, rese necessario una sorta di commissariamento dell’esecutivo, con l’avvento del governo …

"Il regno del Carnevale", di Curzio Maltese

Il grande scagionatore. L´ultima promessa di Silvio Berlusconi precipita la parabola del Cavaliere in un finale di definitivo squallore. Dall´«Italia che amo» al «paese di merda».E ora dai posti di lavoro e meno tasse per tutti garantiti a milioni di cittadini, al «vi scagiono tutti» assicurato a una piccola banda di ricattatori. La telefonata fra il premier e Lavitola, letta e riletta, è la prova che nel caso di Berlusconi le peggiori fantasie, le più malevole e prevenute, sono sempre inferiori alla realtà. Il capo del governo invita davvero un personaggio indagato dalla magistratura, Valter Lavitola, a non tornare in Italia. Nelle conversazioni usa una sim straniera nella speranza, fallace peraltro, di non essere intercettati. L´intimità del premier col faccendiere è totale («un bacione, dottore»), il gergo è da compari d´anello. L´oggetto del reato è piuttosto chiaro. Se davvero Berlusconi volesse soltanto aiutare un amico in difficoltà economica, perché la sua segretaria dovrebbe parlare con Lavitola con un codice cifrato, usando la parola «foto» per intendere soldi, come si fa in genere fra i mafiosi? …