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""Asili e buoni scuola per i veneti doc" Pd e Udc contro Zaia: discrimini i bimbi", di Nicola Pellicani

“Prima i veneti” è lo slogan che ha accompagnato Luca Zaia in tutta la campagna elettorale, che l´ha incoronato governatore con percentuali bulgare. Un motto che, nei mesi successivi, non ha mai smesso di echeggiare nel Palazzo della Regione a guida leghista. Tant´è che adesso lo slogan si sta trasformando in un progetto di legge. Anzi tre progetti di legge, che hanno ricevuto il primo via libera in Commissione affari istituzionali del consiglio regionale, e prevedono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso ad asili e servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in Veneto da almeno 15 anni. Si tratta solo del primo passo, ma ce n´è abbastanza per scatenare un mare di polemiche e l´indignazione di tanta parte della popolazione veneta e non.
Il provvedimento d´iniziativa del Carroccio è passato anche con i voti del Pdl. Contrari ovviamente il centrosinistra e l´Udc che in Regione Veneto, come a Roma, sono all´opposizione. Ma anche nel Pdl c´è chi ha detto no, come l´ex sindaco socialista di Venezia Nereo Laroni. Ma l´approvazione in Commissione ha scatenato un polverone politico. Il centrosinistra parla di “norme razziste” e annuncia ricorsi.
Il pacchetto legislativo era quello presentato dalla Lega a inizio legislatura, che introduce una corsia preferenziale a coloro che risiedono o lavorano in Veneto da almeno 15 anni nell´accesso ai servizi sociali, nelle graduatorie per gli asili nido e i servizi per la prima infanzia, nelle agevolazioni per il diritto allo studio, nelle assegnazioni di alloggi pubblici e nei contributi per la prima casa. «Norme demenziali e razziste», ha protestato Laura Puppato, capogruppo del Pd. «Proposte di pura propaganda che discriminano bambini e famiglie», ha aggiunto Stefano Valdegamberi dell´Udc. Ma alle critiche dell´opposizione si è associato anche Laroni: «Odioso discriminare i bimbi. Mi rifiuto di votare queste proposte di legge. La Lega dovrebbe ritirarle». Non pare però che il Carroccio abbia intenzione di fare marcia indietro. «Queste proposte di legge – ha ricordato Federico Caner – fanno parte del programma elettorale con cui abbiamo vinto le elezioni. La proposta non è in contraddizione con la Costituzione poiché non parla di “esclusione”, bensì introduce il criterio di priorità». Al massimo i leghisti sono disposti a fare un piccolo sconto sugli anni. «Per noi ciò che conta è l´affermazione del principio, soprattutto in tempi in cui le risorse sono limitate. Al massimo possiamo quindi rivedere il limite dei 15 anni», conclude Caner. La vicenda non è passata inosservata al mondo della Chiesa che attraverso Monsignor Fabio Longoni, delegato alla Pastorale Sociale, parla di incostituzionalità del testo legislativo «perché discrimina i cittadini nei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione».

La Repubblica 15.09.11

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“La Lega se la prende coi bambini”, di Mauro Munafò

In Veneto la Regione vuole dare ‘precedenza assoluta’ per gli asili nido (e gli altri servizi sociali) a chi abita lì da almeno 15 anni. Il Pdl appoggia la norma, solo un consigliere della maggioranza si ribella
(14 settembre 2011)
Prima di tutto ci sono i veneti: i diritti degli altri vengono dopo, e poco importa se sono poco più che neonati. Nel suo feudo del nord-est, la Lega Nord ha infatti appena presentato una serie di progetti di legge regionale dall’inconfondibile titolo ‘prima i veneti’ che istituiscono una corsia preferenziale per l’accesso ai servizi sociali. Case popolari, borse di studio e, soprattutto, graduatorie per asili nidi e servizi per l’infanzia.

Tuo figlio non è un purosangue veneto con tanto di pedigree? Allora mandalo in un nido privato, perché quelli pubblici non lo vogliono. Il requisito per essere definito un veneto doc è infatti stabilito nella residenza anagrafica ininterrotta (dei genitori) nelle terre della Serenissima Repubblica per almeno 15 anni o, in alternativa, un’attività lavorativa della stessa durata, sempre ininterrotta.

L’articolo unico che compone questo pacchetto di proposte di legge (sei in tutto) recita testualmente così: “Costituisce titolo di precedenza assoluta per gli interventi previsti dalla presente legge, la residenza anagrafica continuativa o la prestazione di attività lavorativa ininterrotta da almeno 15 anni in Veneto di almeno un genitore degli studenti”.

Un abominio giuridico tale da aver scatenato le proteste di tutta l’opposizione e di parte stessa della maggioranza. “Trovo stupido e odioso intaccare i diritti dell’infanzia, e mi rifiuto pertanto di votare queste proposte di legge perché le considero discriminatorie – ha dichiarato il consigliere Nereo Laroni, che fa parte del Pdl – indifendibili dal punto di vista etico e contraddittorie con altre leggi di questa regione’.

Ancora più dura è stata la reazione dell’opposizione, unita nel condannare questa proposta definita dai vari esponenti ‘razzista’, ‘demenziale’, ‘irragionevole’, ‘irrazionale’, ‘carente’ e molto altro ancora. “Si tratta di una mostruosità che va contro gli stessi italiani – spiegano i consiglieri del Pd in una nota – e contro quegli stessi veneti che vogliono tornare a vivere in questa regione. Una regione dove ormai, in nome di una propaganda folle, non c’è più nessuna uguaglianza nemmeno tra i bambini’.

E sì, perché nella sua follia xenofoba la Lega non si è preoccupata dei lavoratori stagionali e dei precari (che non possono godere dei 15 anni ininterrotti di attività lavorativa) oltre che dei veneti ‘purosangue’ che magari vogliono tornare nella loro regione dopo qualche anno passato all’estero. E non mancano neppure i sospetti di incostituzionalità per una legge che lede direttamente il diritto all’istruzione dei più piccoli, la cui ‘colpa’ sarebbe quella di non avere genitori radicati in Veneto.

La proposta della Lega non è comunque niente di nuovo per il Carroccio, che il ‘prima i veneti’ lo aveva già fatto passare senza troppo successo nelle aule del Consiglio nel 2008, quando però in Veneto governava Galan di Forza Italia. Conquistato il potere con Zaia, i tempi si sono fatti maturi per riprovarci, stavolta con buone probabilità di successo. Al momento attuale infatti, tre di queste proposte di legge (relative ai buoni scuola, ai servizi per la prima infanzia ed asili nido e all’assegnazione degli alloggi popolari) hanno ottenuto il parere di congruità dalla Commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto, ma dovranno adesso passare alle altre commissioni competenti prima di essere approvate.

L’Espresso 15.09.11