"Chi ci difende dall’infamia, presidente?", di Stefano Menichini
La posizione di Giorgio Napolitano è, in questa fase, di comprensibile difficoltà. Nessuno meglio di lui – per di più in contatto costante con Draghi – è consapevole del rischio mortale che sta correndo l’Italia. Nessuno meglio di lui, con le relazioni e con l’esperienza che ha, si rende conto di quanto negativamente pesi il fattore Berlusconi in questa crisi. Nessuno meglio di Napolitano, infine, sa che il quadro politico attuale è del tutto inadeguato ad affrontare la situazione, a compiere le scelte difficili che quasi quotidianamente vengono auspicate dallo stesso Quirinale, e a reggere alle pressioni degli egoismi corporativi, del malessere sociale e della speculazione finanziaria. Oggi però da Montecitorio uscirà l’ennesimo voto di fiducia, il cinquantesimo della legislatura. Siamo in un regime parlamentare, dunque il capo dello stato può fare riferimento solo alla sussistenza di una maggioranza parlamentare: l’attuale, per quanto mercenaria, regge. Anzi, dopo l’allineamento della Lega si confermerà anche nel salvataggio di Milanese. È però anche vero che da mesi il presidente della repubblica si è proposto come garante di un …