Giorno: 14 Settembre 2011

"Chi ci difende dall’infamia, presidente?", di Stefano Menichini

La posizione di Giorgio Napolitano è, in questa fase, di comprensibile difficoltà. Nessuno meglio di lui – per di più in contatto costante con Draghi – è consapevole del rischio mortale che sta correndo l’Italia. Nessuno meglio di lui, con le relazioni e con l’esperienza che ha, si rende conto di quanto negativamente pesi il fattore Berlusconi in questa crisi. Nessuno meglio di Napolitano, infine, sa che il quadro politico attuale è del tutto inadeguato ad affrontare la situazione, a compiere le scelte difficili che quasi quotidianamente vengono auspicate dallo stesso Quirinale, e a reggere alle pressioni degli egoismi corporativi, del malessere sociale e della speculazione finanziaria. Oggi però da Montecitorio uscirà l’ennesimo voto di fiducia, il cinquantesimo della legislatura. Siamo in un regime parlamentare, dunque il capo dello stato può fare riferimento solo alla sussistenza di una maggioranza parlamentare: l’attuale, per quanto mercenaria, regge. Anzi, dopo l’allineamento della Lega si confermerà anche nel salvataggio di Milanese. È però anche vero che da mesi il presidente della repubblica si è proposto come garante di un …

"Insegnanti più poveri di dieci anni fa", di Flavia Amabile

Il rapporto Ocse: in Italia stipendi giù dell’1% E i colleghi all’estero guadagnano il 40% in più. La bocciatura arriva dall’Ocse ed è pesante. Secondo l’organizzazione internazionale l’Italia investe troppo poco per l’istruzione. E per gli insegnanti la vita è davvero dura: avevano già stipendi più bassi di quelli dei colleghi, devono subire ulteriori riduzioni mentre all’estero la paga dei prof aumenta. I giovani diplomati che pure in passato non hanno mai raggiunto un numero così elevato – non arrivano ancora alla media Ocse. Secondo il ministero dell’Istruzione gran parte dei dati pubblicati dall’Ocse confermano la necessità di proseguire nella direzione adottata dal governo. In realtà nel rapporto viene fotografata una realtà ben diversa. Un unico dato è positivo, l’affollamento nelle classi. Esiste un insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5), e una media generale di 21/22 (23 quella Ocse). A scuola e università, però, l’Italia riserva il 4,8% del Pil contro una media Ocse del 6,1%. Terzultimo posto: peggio di noi …

"Signor dietrofront", di Massimo Giannini

Ci sono molti modi per naufragare. Giulio Tremonti lo sta facendo alla sua maniera. Inseguito dal fantasma di Marco Milanese, che è per lui come un morto che afferra il vivo, il ministro scompare e riappare, simula e dissimula, dice e non dice. Schiacciato dal peso di una crisi economica che ha saputo fiutare ma non ha voluto affrontare, schiantato dai vecchi patti e dai nuovi ricatti subiti dal suo ormai nemico Cavaliere, l´ex “genio dei numeri” alterna le solite fughe nei cieli stellati dell´alta filosofia kantiana alle discrete sortite negli scantinati della bassa macelleria italiana. Oggi alla Camera sarà convertita in legge la manovra più confusa e contraddittoria del dopoguerra. Uscita da ben quattro pasticciati rifacimenti, su ciascuno dei quali il ministro è stato costretto a piazzare il suo imbarazzato cappello, la maxi-stangata da 54 miliardi non ci salva dal feroce verdetto quotidiano dei mercati e non ci basta a raggiungere il pareggio di bilancio nel prossimo triennio. Lo hanno capito tutti, e prima di tutti lo ha capito la Commissione europea, che già …

"Storia dell'arte una riforma contro l'italia", di Francesco Bonami

Per tutta la vita andando in giro per il mondo quando la gente scopriva che ero italiano, di Firenze, e per di più che lavoravo nel campo dell’arte regolarmente esclamava «Of course!», è ovvio!, che uno nato a Firenze abbia scelto come professione l’arte. Naturale, come per uno nato su un’isola fare il pescatore. Wonderful! Meraviglioso! Essere così fortunato da nascere in un Paese dove a colazione si mangia pane e Rinascimento. Chissà come rimarrebbero delusi i miei interlocutori se avessi avuto il coraggio di confessare che in Italia Educazione Artistica e Storia dell’Arte sono da sempre, nelle scuole inferiori e superiori, materie considerate un gradino sopra l’Educazione Fisica. Chissà come sarebbero delusi nel venire a sapere che oggi il ministro della Pubblica Istruzione ha fatto una riforma abbastanza confusa da rendere queste materie ancora meno essenziali all’insegnamento scolastico tanto che in alcuni istituti sono addirittura eliminate. Che situazione paradossale quella di vivere dentro un museo e non avere fin da piccolissimi la possibilità di conoscere gli strumenti per utilizzare la realtà che ci circonda …

"Cosa significa essere italiani", di Carlo Galli

«L´Italia è il Paese che amo». In questa dichiarazione – l´inizio della Grande Propaganda – c´era molta verità. Berlusconi ama veramente l´Italia perché ama veramente se stesso, avendo evidentemente operato una sintesi a priori fra l´Italia e la propria persona. Il suo amore non è un rapporto con l´oggetto amato; è il preventivo annullamento della sua autonomia, a cui segue l´identificazione con l´amante. Non è neppure un´inclusione: è un´illusione, un culto idolatrico. un culto il cui primo adepto, oltre che il primo beneficiario, è proprio Berlusconi. Il quale crede veramente di essere l´Italia. Non di rappresentarla – come nelle moderne dottrine della regalità il Re col proprio corpo concreto rappresentava l´intera complessità del regno – ma di coincidervi. Una delle conseguenze di questa smisurata proiezione egolatrica è la indistinguibilità di pubblico e privato – l´annullamento del conflitto d´interessi, trasformato nella più perfetta identità d´interessi, passati presenti e futuri, fra Berlusconi e l´Italia – , ma anche la loro intercambiabilità (è Berlusconi che decide che cosa è pubblico, come per esempio la telefonata per Ruby, e …

"Criteri di valutazione: ultimi ad applicarli, primi a criticarli", di Pietro Greco

L’ANVUR, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione della Ricerca introdotta dal ministro Mussi e insediata dal ministro Gelmini, ha appena reso noti i criteri e i parametri con cui dovranno essere valutati i candidati e i commissari dell’abilitazione scientifica nazionale (in pratica, i concorsi). Ed è già polemica. Il più severo è stato, nei gironi scorsi, il filosofo Tullio Gregory con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. I criteri e i parametri assunti dall’ANVUR sono quelli quantitativi usati a livello internazionale, basati sui dati bibliometrici: numero articoli su riviste con peer review, numero di citazioni, H index (numero di articoli per autore che hanno ottenuto un numero minimo di citazioni). Tullio Gregory sostiene, a ragione, che questi parametri di tipo quantitativo non sono in grado di dare una valutazione affidabile della qualità del lavoro scientifico. E che affidarsi a questi parametri favorirà l’omologazione culturale. Queste critiche sono antiche e non immotivate (soprattutto nell’ambito delle discipline umanistiche). Se ne parla, a livello internazionale, da almeno trent’anni. Senza venirne a capo. Perché non ci sono – o, …

Germania contro Italia all'Aja «Stragi naziste, non pagheremo», di Roberto Brunelli

Da ieri le ombre lunghe del Terzo Reich sono di nuovo a processo, questa volte alla corte internazionale dell’ Aja. Come in uno strano corto-circuito della storia, sui banchi opposti stanno sedute Germania e Italia: alle prese con i fantasmi del passato ma anche con il diritto internazionale, con i massacri compiuti dalle Ss ma anche con la realpolitik degli Stati sovrani, in bilico tra il diritto al risarcimenti delle vittime ed i sempre più delicati equilibri europei. La richiesta tedesca è perentoria: Berlino chiede all’ Aja che vengano annullate le sentenze dei tribunali civili italiani sugli indennizi alle vittime di crimini nazisti. Si parla di cifre ingenti: per i tre procedimenti attualmente passati in giudicato, siamo a complessivi 51 milioni di euro, secondo un’interrogazione rivolta al governo federale dal partito di sinistra Die Linke. Tuttavia, solo limitandosi 47 procedimenti in corso, a quanto scrive la Süddeutsche Zeitung, non è improbabile che la somma finale da esborsare alle vittime e ai loro familiari si aggiri intorno ai 150 milioni di euro. C’è poi chi pensa …