La scuola dei tagli a rischio “implosione”, di Michele Brambilla
Domani le insegnanti della scuola elementare Aristide Gabelli di Torino riceveranno un testo di Roberto Benigni. S’intitola «Amare il proprio lavoro». È il regalo di primo giorno di scuola della loro direttrice, Nunzia Del Vento, che spiega: «L’ho scelto perché noi insegnanti possiamo continuare solo se c’è quello: l’amore per il nostro lavoro. Non ci rimane altro». L’anno scolastico che sta per partire è il primo dopo la serie di cure – qualcuna da cavallo – somministrate da almeno tre ministri – Moratti, Fioroni e Gelmini – con l’ausilio di uno specialista, il dottor Tremonti. Tagli e ristrutturazioni: tutto per far quadrare i conti che non tornano. «La cura è finita e la scuola è depressa», dice Nunzia Del Vento, che oltre che dirigere la Gabelli e altre tre scuole è vicepresidente dell’Asapi, l’associazione delle scuole autonome della sua regione. «In Piemonte», dice tanto per fare un esempio, «mancano 182 dirigenti su 650 scuole». È l’effetto della manovra economica di luglio: sono stati decisi gli accorpamenti di molte scuole, così parecchi direttori o presidi ne …