Può iniziare l’anno con la coscienza a posto una scuola che non tenga conto, in modo dignitoso e sereno, dei diritti e delle esigenze di oltre centonovantamila alunni? La domanda, legittima, riguarda gli alunni con disabilità, poco più del due per cento della popolazione scolastica. Mai come adesso la preoccupazione è palpabile. Impossibile e inutile, qui, addentrarsi nelle circolari ministeriali, nei combinati disposti, nei riferimenti normativi che si sono sovrapposti e spesso contraddetti negli ultimi tempi. Un diritto, sancito in modo chiaro dalla legislazione italiana, all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità fisica, sensoriale o intellettiva, si sta scontrando con le restrizioni e con i tagli della spesa pubblica. Per garantire la frequenza scolastica di alunni disabili non si deve pensare infatti solo alla presenza, numericamente sufficiente, di insegnanti di sostegno, ma anche ad altre figure professionali, come gli assistenti per l’igiene personale, e a servizi fondamentali, come il trasporto. La tendenza in atto è quella di garantire i servizi “al minimo”, limando ore di sostegno e numero di docenti, aumentando gli iscritti per classe anche in presenza di alunni con disabilità. Il risultato è facilmente prevedibile. Gli insegnanti “curricolari” vivranno quasi sempre come un incubo e non come una opportunità pedagogica, didattica e perfino di educazione civile, la presenza in classe di alunni con problematiche complesse, che il singolo docente, già in difficoltà per una serie di restrizioni strutturali, non è in grado di affrontare e risolvere, trovandosi, di fatto, da solo sulla graticola. Come uscirne? Come affrontare questa ennesima e annunciata “emergenza” della scuola senza rassegnarci alla sconfitta? È necessario — subito, adesso — un “patto” fra famiglie e insegnanti. Un patto professionale e di solidarietà, nell’interesse di tutti gli attori della scuola: gli alunni più fragili, gli alunni senza disabilità, i docenti, il personale di sostegno. Bisogna provarci, con entusiasmo e lucidità, prima che prevalgano solo egoismi, paure e rinunce.
Il Corriere della Sera 04.09.11
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