Mese: Agosto 2011

"Così la P3 condizionava le istituzioni", di Maria Elena Vincenzi e Francesco Viviano

I pm: corruzione per Verdini e Dell´Utri, pressioni in Cassazione per favorire Mondadori. Lo scopo era quello di realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso e illecito finanziamento Cosentino diffamò Caldoro facendo scrivere su un blog che frequentava dei transessuali. Il giudice Carbone accettava la promessa di futuri incarichi e interveniva sulla causa di Segrate. L´associazione tentò d´influenzare la decisione della Consulta nel giudizio sul cosiddetto lodo Alfano. La Procura di Roma non ha dubbi. La P3 è stata un´associazione a delinquere che, oltre a Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, aveva al suo vertice Marcello Dell´Utri e Denis Verdini. Venti gli indagati, tra cui spuntano il nome dell´ex primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, e quello di un altro parlamentare del Pdl, Massimo Parisi. Una loggia che si è macchiata di reati che vanno dalla corruzione al finanziamento illecito, passando per diffamazione, abuso d´ufficio e violenza privata. Questo si legge nell´avviso di conclusione indagini firmato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli. Accuse che la difesa di Verdini, …

"Ma loro non sono credibili", di Sergio D'Antoni

Le stringenti condizioni imposte al governo Berlusconi dall’Europa in cambio del via libera all’acquisto dei titoli di debito da parte della Bce ci parlano chiaramente di un governo a sovranità limitata. Di un esecutivo a credibilità zero, trasformato di fatto in esecutore di una agenda eterodiretta perché ritenuto incapace di prendere la minima decisione in materia di sviluppo e di contenimento della spesa. Una condizione bruciante e umiliante per il nostro paese, ma anche rivelativa. Cade infatti, e definitivamente, la retorica vuota del governo del fare, la maschera falsamente decisionista di una compagine lontana anni luce dai requisiti di autorevolezza, autonomia e trasparenza indispensabili ad aprire una fase di responsabile cooperazione che produca riforme eque e durature. Il governo non possiede alcuna delle credenziali necessarie per aprire una nuova stagione concertativa. Per incapacità e per inettitudine. Ma anche per deliberato e miope disegno politico. Nel suo operato non c’è, né c’è mai stata l’ombra di una apertura alle proposte dell’opposizione. Non c’è, né c’è mai stata traccia di una azione tesa a coinvolgere tutte le …

"Pompei Rapporto Unesco: nuovi crolli senza interventi", di Luca del Fra

La natura, il Vesuvio, furono crudeli nel 79 dopo Cristo ma a modo loro più pietosi: in un paio di giorni Pompei venne sommersa da una colata piroclastica e per secoli giacque addormentata. In questi ultimi anni assistiamo invece alla progressiva agonia del sito archeologico, da ascriversi alle geometriche incompetenze certificate da un rapporto dell’Unesco; alla sottrazione di risorse preziose per la sua conservazione, grottescamente distolte in forza del decreto cosiddetto «Salva Pompei»; mentre una feroce speculazione minaccia di mortificare ulteriormente l’area strangolandola nel cemento. Brillante, presenzialista, gran dichiaratore, Giancarlo Galan aveva scelto proprio Pompei, epicentro della “débacle” del suo predecessore Sandro Bondi, per la sua prima conferenza stampa da Ministro dei Beni e delle Attività Culturali: era il 12 aprile scorso e per il disastrato sito promise una nuova cura, nuovi fondi statali ed europei e, che noia!, il salvifico arrivo dei privati. Il tutto facendosi forte di un decreto legge, il n. 34, approvato il 31 marzo: se non ché proprio quel provvedimento sancisce de iure la futura agonia del sito. All’articolo 2, …

"E la "rapina" franco-tedesca in 24 ore diventa salvagente, tutti gli eurodeliri del Senatùr", di Filippo Ceccarelli

Nel ´99 il Carroccio arrivò a minacciare la “rivoluzione” contro l´adesione alla nuova divisa. Nel 2001 un giudizio filo-Ue: “L´addio alla lira ha scongiurato la secessione”. Nel complesso sistema della comunicazione che fa capo al ministro Umberto Bossi l´euro-delirio si configura come un capitoletto pregiudizialmente surreale, ma opportunamente contraddittorio. Così se ieri l´altro l´adesione alla moneta unica era qualificata come un “errore storico”, dopo appena 24 ore sulla bocca del Senatùr l´euro era divenuto un´entità salvifica; mentre oggi, per chi legge, può adeguatamente tornare a essere una dannazione o trasfigurarsi in una speranza, una panacea, un handicap, un segno divino, una coincidenza inesorabile, un nulla assoluto o chissà cos´altro ancora. E´ sempre più difficile prendere sul serio le uscite di Bossi, e tuttavia qualcosa dice anche la rapidità con cui egli cambia idea. Motus in fine velocior, dicevano gli odiati antichi romani per indicare come alla fine ogni cosa, ogni movimento tenda ad acquistare una maggiore velocità. Per chi ama la storia, è bene sapere che nel 1996 il leader della Lega, allora in piena …

Le obiezioni del Pd “laburista”, di Rudy Francesco Calvo

Anche i Democratici dicono no a interventi da parte della Bce giudicati troppo liberali. I contenuti della lettera inviata al governo italiano da Mario Draghi e Jean-Claude Trichet non possono certo essere definiti originali. Anzi, in casa Pd qualcuno leggendoli avrà avuto la sensazione di un deja vu. «Riduzione al 50 per cento delle società e degli enti partecipati dallo stato centrale e dal sistema delle autonomie – Non è possibile garantire stabilità ai singoli posti di lavoro, ma si può garantire continuità all’occupazione delle persone […] Ci vogliono politiche attive sul mercato del lavoro, che forniscano tutele del reddito in caso di disoccupazione e un sistema efficiente di servizi, di formazione e di occasioni per il reimpiego. Questo è il senso della migliore flexicurity europea – Riforma del modello di politica retributiva nelle pubbliche amministrazioni […]. Rimpiazzo parziale e selettivo del turnover […]. Abolizione dello spoils system e graduale superamento degli automatismi retributivi e di carriera – La lotta alla precarietà è indispensabile per dare prospettive di vita dignitosa ai giovani. Si devono estendere …

E' ora di investire nell'istruzione. Nuovi tagli sarebbero insostenibili", di Benedetto Vertecchi

Risparmiare nella scuola non significa cancellare risorse, ma impiegarle al meglio. Nonostante la crisi le forze politiche democratiche non devono rinunciare ai fondamentali traguardi di equità sociale. Se c’è qualcuno (e purtroppo c’è) che pensa di por mano ai tagli sulla spesa per l’istruzione per rientrare nei limiti indicati dalla Ue, non si può che sperare in una risposta pronta da parte delle forze politiche e dei sindacati. Per cominciare, occorre tener conto che da troppo tempo il sistema educativo è stato considerato una sorta di pozzo. Una riserva inesauribile dalla quale si poteva attingere secondo le necessità del momento, ovviamente non di quelle che avrebbero consentito di migliorare la qualità delle scuole o di promuovere la ricerca. La conseguenza di questa politica di taglio delle risorse è stato il deterioramento continuo delle condizioni di funzionamento del sistema. Il fatto è che la politica dei tagli ha aperto una contraddizione insanabile proprio con la nozione di sistema. Per esempio, ridurre l’orario scolastico non significa solo diminuire l’organico degli insegnanti, ma affermare un’idea dell’educazione formale limitata …

«Al Paese non serve un commissariamento, ma un nuovo governo», di Francesco Cundari

Il segretario del Pd propone un esecutivo di personalità credibili e promette battaglia per correggere le iniquità della manovra. Dire che siamo stati commissariati è dire poco, la verità è che abbiamo perso la nostra sovranità nazionale». Di fronte alle perentorie richieste di Germania e Francia, la prima considerazione di Pier Luigi Bersani è espressa nel linguaggio che ha fatto la fortuna dei suoi imitatori (e un po’ anche la sua), ma il tono colloquiale non ne attenua la durezza: «Abbiamo perso la sovranità, mica noccioline». Il segretario del Pd, che sta tornando a Roma per essere presente in Parlamento per l’audizione del ministro dell’Economia, non intende però fare buon viso a cattivo gioco. «Se il premier si lascia commissariare – scandisce – noi non intendiamo essere commissariati». Ma«il problema più pressante non è nemmeno questo». E qual è? «Il problema è che la faccia di chi dovrebbe presentare le dure ricette prescritte dal commissario è quella di Silvio Berlusconi. Si tratterà di misure drammatiche e bisognerà spiegarle al Paese. Qualcuno pensa forse che l’Italia …