"Cosa resta dopo 8 anni di governo Berlusconi", di Franco Cordero
Secondo l´oracolo d´Arcore (hard core nel calembour d´un foglio inglese), l´Italia sopporta meglio d´altri Paesi eminenti la congiuntura planetaria: in fondo, stiamo bene; importa poco che il debito pubblico sfondi ogni parametro e i Btp siano collocabili solo a tassi esosi; «le borse sono un orologio rotto», racconta giovedì 4 agosto, visto come Piazza Affari accolga lo stupido discorso nelle Camere, applaudito dalla ciurma (il ministro degli Esteri, viso impassibile da capovoga, batteva il ritmo a manate sul banco); en passant consiglia d´investire in Mediaset. Un tedesco direbbe Galgenhumor, umorismo da patibolo. Dopo otto anni sub divo Berluscone, i conti fanno spavento. S´è arricchito da scoppiare, indifferente agl´interessi collettivi, senza la minima idea del cosa sia fare lo statista, perché l´unica sua abilità, formidabile, sta in affari penalmente rischiosi, donde la fobia dei tribunali: nel clownesco contratto elettorale figuravano Stato leggero, fisco arrendevole, vita comoda, soldi a palate, opere pubbliche faraoniche; e passata la sbornia, i poveri contraenti vedono in faccia la bancarotta. L´ipotesi migliore è una dura terapia in lacrime e sudore, ma il …