Mese: Agosto 2011

"I conti che non tornano", di Marco Causi

C’è qualcosa che non torna. L’amplificazione mediatica degli eventi – dalla lettera della Bce alla manovra varata – ha fatto prevalere nei commenti la valutazione dell’impatto qualitativo e comunicativo dei provvedimenti. Questo nell’ipotesi che l’Unione europea e i mercati si accontenteranno solo di questo. Temo purtroppo che non sarà così e che rischiamo di pagare, come paese, una (colpevole) scarsa trasparenza che, anche in questo momento di emergenza nazionale, circonda i conti pubblici dell’Italia e la loro effettiva evoluzione, per responsabilità esclusiva del governo. Vediamo di capire. Prima del decreto 98 di luglio l’indebitamento netto tendenziale era così cifrato, in percentuale sul Pil: -3,9 per cento nel 2011, -2,7 nel 2012, ancora -2,7 nel 2013, -2,6 nel 2014. La cosa da notare è la riduzione di 1,2 punti di Pil prevista fra 2011 e 2012 per effetto dei provvedimenti (ben undici) varati fra giugno 2008 e giugno 2011. Con la manovra di luglio 2011 l’indebitamento netto tendenziale scende di 0,1 nel 2011 al confronto con il precedente profilo tendenziale, portandosi al -3,8 per cento, poi …

«In pensione a 65 anni. E niente in cambio?», di Comitato Nazionale Se non ora quando

La manovra è iniqua: tutte le risorse disponibili vanno investite per riequilibrare le discriminazioni. Caro direttore, nell’articolo sul Corriere del 17 agosto (Lo sviluppo riparta al femminile. Quattro proposte sulla manovra) Letizia Moratti presenta delle modifiche dirette a favorire le donne e lo fa a partire da un’analisi condivisa in larga parte dal movimento Se non ora quando. Il testo identifica infatti tra i punti più gravi della situazione italiana la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro e gli inesistenti servizi pubblici per la conciliazione di tempo e lavoro; tra i problemi dell’attuale politica economica i tagli lineari alla spesa che provocheranno ulteriori abbandoni delle donne nei settori produttivi. Appare inoltre molto pertinente l’esempio della Germania, che ha saputo incrementare massicci interventi a favore del lavoro delle donne rilanciando così lo sviluppo dell’intera economia. Del resto si tratta solo di uno degli argomenti che si possono portare a dimostrazione del fatto che la condizione delle donne è il primo metro della modernità e della civiltà di un paese. Alle proposte avanzate da Letizia …

"Dietro la triste estate leghista", di Stefano Baldolini

Per il Carroccio la fase più difficile fra incertezze strategiche e crisi di leadership. A guardare arrancare gli esponenti del Carroccio, ex maestri della cortina fumogena della Seconda repubblica, si prova persino nostalgia per i toni arrembanti delle estati passate. Per le boutade che colpivano nel segno e provocavano dibattito sui giornali o sui bagnasciuga. Eppure i leghisti non lesinano sforzi. L’ultimo a provarci, ma c’è da scommettere che ne arriveranno altri, è il presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni, che rispolvera lo spostamento della Consob dalla capitale a piazza Affari e sotto l’egida di Giancarlo Giorgetti. Non proprio una bomba (estiva), ma sufficiente in altri tempi a provocare reazioni sdegnate degli amministratori capitolini e via dicendo. Probabilmente avrà maggior successo la polemica del ministro Calderoli contro la «casta dei viziati», i calciatori che hanno paventato lo sciopero per il contributo di solidarietà previsto dalla manovra e si sono visti minacciare il raddoppio dell’aliquota. Al di là del merito della vicenda, il gioco del ministro della semplificazione è troppo facile per non apparire scoperto. …

"Sulle città colpo da 20 miliardi", di Maria Zegarelli

Venti miliardi di meno agli Enti locali decisi dalle ultime tre finanziarie e dal Milleproroghe. «In questo modo si rende inapplicabile lo stesso titolo V della Costituzione», commenta Marco Causi, Pd. Se a picchiare duro è uno come Roberto Formigoni allora vuol dire che il governo rischia davvero grossoin casa propria: «Non mi è affatto piaciuto che il consiglio dei ministri per la terza volta abbia calato la mannaia pesantemente su Regioni e Comuni mentre ha dato soltanto una spolveratina a se stesso». La mannaia di cui parla il governatore tradotta in cifre è pari a 20 miliardi di euro in menoagli Enti locali «grazie» alle ultime tre manovre e al decreto Milleproproghe. «Una cifra che non tiene conto del taglio ai Fas e che non è stata controbilanciata da altre misure compensative – dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd -. Davanti a questi dati è evidente che è lo stesso federalismo ad essere stato ucciso dal governo». Bilancio amaro, così tanto che lo stesso ministro Roberto Maroni ha detto che non si …

"Paghi due, evadi tre", di Massimo Gramellini

Fra le tante proposte di tasse alternative che turbinano in queste ore intorno al portafogli terrorizzato degli italiani, vorrei segnalare quella che mi sembra la più creativa. L’ha partorita il cervello democristiano di Paolo Cirino Pomicino, già ministro della Prima Repubblica. Si tratta di una lettera indirizzabile a società di capitali, società di persone, liberi professionisti e titolari di imprese individuali. Quattro milioni e mezzo di contribuenti, non sempre ascrivibili in blocco alla lista dei più generosi. Il tenore del messaggio sarebbe questo: «Gentile signore, lo Stato in bolletta le propone un patto. Se lei ci anticipa 50.000 euro spalmabili in comode rate, noi per tre anni la esentiamo da ogni genere di accertamento fiscale». Tradotto dal democristiano «vintage» all’italiano corrente e ruttante suona così: «Caro amico possessore di yacht e fuoriserie a sbafo, dammi un pizzo di 50.000 e io per tre anni mi dimenticherò di mandarti la Finanza in ufficio». In sostanza, un ricatto: al possibile evasore viene concesso di evadere senza rischi né rimorsi (ammesso che ne abbia ancora) purché paghi preventivamente …

"La crisi non va in ferie. La mappa delle vertenze", di Giuseppe Vespo

“Termini: Governo invita Regione per fare il punto su Short list”. Sembra una notizia di due anni fa, invece è l’ultimo aggiornamento della pagina web dedicata alle vertenze aperte al ministero dello Sviluppo economico. L’annuncio della chiusura della fabbrica siciliana della Fiat è del 2008. Nello stesso anno al ministero allora diretto da Scajola nasceva la Sci, la struttura per le crisi d’impresa, destinata a contrastare il «declino dell’apparato produttivo e in particolare la situazione di crisi in cui versano diversi settori dell’economia italiana ». Ad oltre tra anni di distanza, insieme agli operai palermitani secondo i sindacati quasi 500mila persone sono in cassa integrazione (380mila tra straordinaria e in deroga). E non passa giorno senza che i funzionari ministeriali incontrino aziende e sindacati per tentare di risolvere piccole e grandi crisi industriali. NOMI NOTI Oggi allo Sviluppo sono aperti 187tavoli di crisi, per un totale di 223.608 lavoratori interessati. Di questi, secondo la Cgil circa 57mila dipendenti sono a serio rischio. Per Corso Italia, alla luce dell’andamento dei tavoli sarebbero 54 le vertenze indirizzate …

"La crescita dimenticata", di Tito Boeri

Il governo ha avuto a disposizione tre manovre in sei settimane per rimediare ai suoi errori iniziali, quelli che hanno scatenato la crisi di credibilità. Ha potuto contare sulla collaborazione del presidente della Repubblica che, di fronte all´emergenza, ha messo in campo la sua autorevolezza e popolarità nel richiamare le parti alla responsabilità e coesione nazionale. Ha avuto indirettamente un sostegno dalle organizzazioni internazionali che si sono prestate a diventare capro espiatorio di provvedimenti impopolari. Ha trovato di fronte un´opposizione che ha concesso una rapida approvazione delle manovre e che, almeno nell´ultima settimana, ha aperto a riforme strutturali delle pensioni e dato la disponibilità a tagli consistenti ai costi della politica, a partire dal dimezzamento dei parlamentari e dall´abolizione delle province. Eppure il governo non ha saputo porre rimedio ai vizi originari della manovra di inizio luglio: niente provvedimenti sulla crescita, troppo poco aggiustamento sul lato della spesa e stridenti iniquità. La terza di queste manovre persevera quello che è ormai diventato diabolico. Non c´è nulla per far ripartire l´economia se non timidi incentivi alle …