Mese: Agosto 2011

"Federalismo solo retorica", di Massimo Luciani

Poche parole, più di «federalismo», sono entrate nella discussione e nella lotta politica italiana con tanta forza e con tanta capacità di condizionamento delle strategie dei partiti. Poche parole hanno prodotto conseguenze così imponenti sul piano della legislazione non solo ordinaria, ma anche costituzionale. E poche parole sono state meno comprese nella loro storia, nel loro significato, nell’ideologia che presuppongono, nelle prospettive che dischiudono. Alla confusione delle idee si aggiunge, oggi, la confusione della pratica politica. La retorica del federalismo ci ha abituati a sentire che solo un governo prossimo ai cittadini si può ritenere autenticamente democratico e che solo la vicinanza fra governanti e governati può assicurare la legittimazione dei primi e il soddisfacimento dei bisogni dei secondi. Non è il caso di chiedersi, qui, quanto vi sia di propagandistico e quanto vi sia di plausibile in affermazioni di questo genere. Conta di più constatare l’assoluta incoerenza di una pratica politica che, sebbene segnata da simili convincimenti, li rinnega continuamente. La vicenda delle Province è emblematica. Prima abbiamo assistito al tentativo di eliminarle completamente. …

"C´era una volta il Senatur", di Ilvo Diamanti

Il passaggio di Bossi in Cadore, per festeggiare il compleanno dell´amico Tremonti, insieme a Calderoli, è durato poco. Qualche giorno appena. Per l´incalzare della crisi, ma soprattutto, per paura dei fischi, delle proteste e dei contestatori. Così, niente interviste e niente conferenze stampa. Una nemesi: il contestatore contestato. Il portavoce della Protesta protestato. A casa propria (visto che il bellunese è culla del leghismo). Un tempo, invece, Bossi era costantemente (in) seguito da una comunità di giornalisti “specializzati”. Soprattutto d´estate, in attesa di una provocazione quotidiana, che desse un po´ di colore politico a una stagione altrimenti incolore. E Bossi non deludeva mai. Sparava (verbalmente) contro l´Italia, i “vescovoni” e il Papa polacco. Contro Berlusconi, le destre e le sinistre – romane. Da qualche anno, però, nessuna sorpresa e meno giornalisti, a Ponte di Legno come in Cadore. La Lega non riserva più sorprese. Si è normalizzata. Tutti i politici, d´altronde, si sono un po´ “leghizzati”. Le sparano grosse per ottenere spazio sui media. Sul modello del Senatur nel comizio di ieri sera a Schio. …

Lettera della Cgil a Cisl e Uil: «Uniti contro la manovra», di Giuseppe Vespo

Una lettera della Cgil per incalzare Cisl e Uil a un giudizio univoco e unitario sulla manovra. Non un appello esplicito, diretto, a scioperare insieme, riferimento che nel messaggio manca, anche se «implicito» secondo l’interpretazione dei destinatari. Cisl e Uil restano fredde di fronte alla mobilitazione generale dei lavoratori che Susanna Camusso si appresta a indire nei prossimi giorni non per ragioni «interne», ma «per il bene del Paese», contro i provvedimenti estivi che annunciano lacrime e sangue. La Cgil prende carta e penna e scrive ai sindacati di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Una lettera lunga e incalzante nella quale Corso Italia fa riferimento anche alle richieste avanzate nei mesi scorsi al governo da Cisl e Uil. Redistribuzione del carico fiscale, accanimento contro il pubblico impiego, lavoro: istanze che oggi, unite alle misure contenute nel decreto, potrebbero far convergere i confederali verso un giudizio critico univoco nei confronti della manovra Tremonti. Sembra questo il ragionamento del sindacato. L’invito è arrivato con i leader sindacali ancora in vacanza, ma la prima impressione è che sarà …

"Assunzioni A.T.A. Amministrativi e Tecnici fregati due volte", di Pippo Frisone

Dovevano essere 36mila le assunzioni in ruolo del personale precario ATA nel 2011/12. Ma i precari non avevano fatto i conti coi poteri di prestidigitazione della Gelmini. Tralasciando ogni riferimento ai posti liberi e vacanti in organico di diritto dopo i trasferimenti e passaggi che vanno ben oltre quella cifra, il Ministro, facendo il gioco delle tre carte, distingue tra contingente totale e ripartizione destinata a diverse operazioni. E sì, perché dal contingente totale di 36mila unità bisogna scorporare diverse quote, destinate ad altre finalità che non interessano i precari: -Accantonamenti per i docenti inidonei 1.300 posti, di cui 1.174 Amministrtivi. e 126 Tecnici. -Mobilità professionale , 2.768 (40% del contingente) destinata al personale ATA di ruolo per passaggi verticali di profilo. A farne le spese sono i precari inclusi nelle graduatorie provinciali dei profili Amministrativi e Tecnici ai quali vengono così sottratti ben 4.068 posti (60%) di cui 1.330 per docenti inidonei e 2.768 per la mobilità professionale su di un totale di 6.707 dei rispettivi contingenti. Ad essere soddisfatti, si fa per dire, …

"Lacrime, sangue e sprechi. La manovra finisce nel Ponte", di Manuela Modica

Il Ponte non c’è ancora, e praticamente neanche le opere preliminari. In compenso ci sono già i primi conti, salatissimi, che graveranno sulle spalle dello Stato per un quarto dellamanovra appena varata. Più che un ponte, un pozzo senza fondo. Tra i soldi già spesi e quelli in preventivo lo Stretto di Messina più che dell’azzurro del mare sembra brillare d’oro. Dalla sua fondazione, infatti, la Società Stretto di Messina è costata alle casse dello Stato almeno 400 milioni. È stata costituita l’11 giugno1981 (a seguito della legge istitutiva 1158/1971) ed è concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del Ponte. Da allora, ha percepito un contributo annuale dallo Stato di 50 miliardi di lire, poi convertiti in euro, fino al 1996, quando il governo Prodi frenò la trasfusione di denaro dalle casse statali, tagliando l’annualità. Eppure dall’81 al 2011 non si è fatto nulla. Nonostante i numerosi annunci, le dichiarazioni da propaganda – alcune paradossali: Matteoli sostenne ai microfoni di Sky, per esempio, dopo l’alluvione di Giampilieri (50 km a sud dal punto in …

"Ancora tagli a trasporti e sanità gli enti locali "pagano" la manovra", di Agnese Ananasso

Una manovra da rifare, che taglia i servizi e colpisce le famiglie. Su questo l´Italia è veramente unita, da Nord a Sud. È l´Italia degli enti locali: i settori più colpiti sono sanità, trasporti pubblici e servizi sociali. Il comune di Bologna dovrà tagliare 60 milioni di euro già dal 2012 e ottenere anche un avanzo di 60 milioni: missione impossibile. In Puglia si punta sui tagli ai costi della politica: tra Regione, Province e Comuni saranno ben 816 le poltrone sforbiciate. Sono i trasporti pubblici a essere più a rischio sia in Sicilia (a rischio il treno che collegherà Palermo all´aeroporto) che in Toscana. Qui la Regione, con cento milioni in meno, non vuole aumentare tasse e Irpef, ma sono già in vigore i nuovi ticket per visite e farmaci. Situazione simile in Liguria, dove si pensa di chiudere l´Apt e si rischia di cancellare il fondo per la non autosufficienza e i contributi a enti e associazioni. Una soluzione sarebbe introdurre l´aliquota Irpef per i redditi tra 20 e 30mila euro. Sulla stessa …

"Centri antiviolenza. Avamposti disarmati dal taglio dei fondi", di Luciana Cimino

Gli effetti dei tagli al Welfare, tra governo ed enti locali, rende drammatica la situazione dei centri antiviolenza sparsi sul territorio. Le strutture che difendono donne e minori costrette a chiudere i battenti. Donne e minori maltrattati e vittime di violenze sempre più soli in Italia. I Centri antiviolenza, già insufficienti sul nostro territorio, chiudono uno dopo l’altro, o, se non cessano le attività, portano avanti la programmazione tra mille difficoltà causate dalla disattenzione di Governo e enti locali. Eppure i centri rappresentano spesso l’unico baluardo di difesa, e spesso di sopravvivenza, per le donne abusate dagli stessi familiari, o stuprate o per le sempre più numerose vittime degli stalker. Questo infatti è il paradosso: la legge sullo stalking prevede che alla donna perseguitata che si rivolge a un presidio ospedaliero o alle forze dell’ordine, deve essere indicato il centro antiviolenza più vicino. Peccato che poi gli stessi centri vengano messi in condizione di non operare, nonostante aumentino le richieste di aiuto. È la denuncia di Alessandra Bagnara, presidente di Dire (Donne in rete contro …