Mese: Agosto 2011

"Alla ricerca dell'autorità perduta", di Ilvo Diamanti

Viviamo un passaggio d’epoca. Questa crisi, infatti, non scuote solo le Borse, l’economia, la condizione di vita della gente. Ha aggredito, con violenza, anche il principio di autorità. Il Potere stesso, che a differenza dell’Autorità, non ha bisogno di legittimità e di consenso. Dovunque, si assiste alla rapida e diffusa caduta di ogni autorità. E di gran parte dei “poteri” che regola(va)no il nostro mondo. Anzi, il mondo, in generale. Lasciamo per ultimo il nostro Paese. È sempre stato una “periferia”, che oggi, però, appare priva di “centri”. A partire dall’Europa dell’euro, una moneta senza Stato. E senza politica. Mentre l’Unione europea è un tavolo dove i governi nazionali si confrontano. In un gioco a somma negativa, perché nessuno, appunto, ha sufficiente potere per imporsi agli altri. Neppure i più forti. Si veda l’esito del vertice tra Sarkozy e la Merkel. Meno di nulla. D’altronde, Sarkozy e la Merkel, a casa loro, sono in profonda “crisi” di popolarità. Come i principali capi di governo europei. Senza parlare di noi, basti pensare a Zapatero, che ha …

La proposta dei democratici: Torni il falso in bilancio

Reintrodurre il reato di falso in bilancio. Lo prevede un emendamento alla manovra targato Pd. Il partito di Pier Luigi Bersani sta mettendo a punto le sue proposte alternative. Stasera è previsto un incontro al Nazareno tra il leader, i responsabili economici del partito e i gruppi parlamentari delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Molte delle ipotesi sono già note: alla ritassazione dei capitali scudati alla tracciabilìtà per somme superiori ai mille euro. Ma nelle ultime ore ha preso corpo l`idea di ristabilire il reato di falso nei libri contabili. La depenalizzazione di alcune fattispecie di falso in bilancio era stata proposta e approvata nel 2002, quando sedeva sullo scranno più alto del ministero della Giustizia il leghista Roberto Castelli. Quella decisione rimase alla storia come la prima legge ad personam. E non a caso. Fu proprio grazie alla depenalizzazione di Castelli che il premier uscì indenne da due procedimenti: il caso Sme e All Iberian. Naturalmente alcuni casi di false comunicazioni sono rimasti reati penalmente punibili. Ma anche in questo caso è intervenuto …

"La ricerca perde pezzi Italia maglia nera d'Europa", di Corrado Zunino

In un anno dodicimila pubblicazioni in meno: per la prima volta in trent’anni la produzione scientifica arretra, rivela uno studio olandese. Abbiamo ricercatori resistenti e talentuosi, capaci di una produttività da fabbrica tessile cinese. Ma il sistema della ricerca italiana — scientifica e umanistica — è crollato. Ora ci sono i numeri, offerti dal lavoro di una docente di economia e organizzazione aziendale all’Università di Bologna e di un esperto bibliometrico (uno statistico che studia le pubblicazioni scientifiche) olandese. Il “paper” di Cinzia Daraio e Henk Moed reso noto da Research Policy ci dice che per la prima volta in trent’anni la produzione scientifica dell’Italia ha smesso di crescere e dà segnali di arretramento. Esperimenti e scoperte, nuova conoscenza prodotta nelle biblioteche universitarie e nei nostri centri di ricerca. Arretra, tutto questo, come quota percentuale dell’intera produzione mondiale e in termini assoluti come numero di articoli scientifici pubblicati. Sul piano quantitativo le pubblicazioni italiane hanno conosciuto un percorso di crescita dal 1980 (erano 9.721) al 2003 (sono diventate 39.728, quattro volte tanto). Nei cinque anni …

"Treu e Gabaglio: Via i contratti dal decreto-manovra", di Bruno Ugolini

Il decreto sulla manovra anti-crisi, con i suoi contenuti e con le polemiche che l’accompagnano dovrebbero poter vedere in scena un sindacato forte e unito, sostenuto da un movimento di massa. Non è così finora. La lettera-proposta Cgil agli altri interlocutori sindacali non ha dato i risultati sperati. Questo rischia di nuocere alla possibilità d’introdurre iniezioni di equità nella manovra stessa. Uno dei motivi di divisione riguarda l’introduzione nel decreto di alcune norme che riguardano i contratti, compresa la possibile rimozione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, tramite sindacati aziendali di comodo. Norme che nulla hanno a che vedere con l’obiettivo di affrontare lo sconquasso economico. Lo ha fatto notare, tra gli altri, sul Riformista, un dirigente politico avveduto come Emanuele Macaluso. Altre voci si sono poi levate. Tra queste, quella di Emilio Gabaglio che con Stefano Fassina ha firmato su l’Unità un articolo nel quale si spiega che «il testo governativo è inaccettabile e va ritirato». Una presa di posizione chiara e condivisa da un dirigente come Emilio Gabaglio ben conosciuto e stimato nel …

"La città brucia con il suo raìs", di Bernardo Valli

Tutto, o quasi tutto, è crollato come un castello di sabbia. Con un´avanzata lampo, i ribelli hanno sfondato senza incontrare una seria resistenza “l´anello d´acciaio” destinato a difendere Tripoli, e sono entrati nei quartieri occidentali della metropoli, acclamati dalla popolazione. Alcune pattuglie hanno raggiunto la piazza Verde, quella dei grandi comizi del rais, dove c´era una folla entusiasta ad accoglierle, ma anche sparute unità governative pronte a combattere. E infatti si è acceso uno scontro a fuoco. A tarda notte una contabilità approssimativa dava centotrenta morti nell´insieme della capitale. Un figlio del rais, il preferito, quello che doveva succedergli, il secondogenito Saif el-Islam, è stato catturato. Il regime di Muhammar Gheddafi è ormai agonizzante. Sembra barricato nella parte orientale di Tripoli, dove i ribelli dovrebbero scontrarsi con i reparti più agguerriti, nel caso questi non si disperdessero come le truppe destinate a difendere la città. Ma lui, Gheddafi, non è rassegnato alla resa resa. Al contrario i suoi messaggi trasmessi per telefono sono stati diffusi con insistenza da radio e televisione. E definivano i ribelli …

"Proposta per i piccoli Comuni: associarli ma non cancellarli", di Antonio Misiani* e Francesco R. Frieri

Sopprimere i municipi con meno di mille abitanti è una scelta debole dal punto di vista economico. Esiste un’alternativa più efficace e meno mediatica: rafforzare la gestione associata dei servizi locali. La sostanziale soppressione dei comuni con meno di mille abitanti prevista dalla manovra di ferragosto è una scelta debole dal punto di vista economico e sbagliata sotto il profilo civile e democratico. Contrariamente a quanto si pensi, l’Italia non ha un numero di municipi superiore al resto d’Europa: a fronte degli 8.094 comuni italiani (uno ogni 7.490 abitanti), in Germania ci sono 11.334 gemeinden (uno ogni 7.213), nel Regno Unito 9.434 wards (uno ogni 6.618) in Francia 36.680 communes (uno ogni 1.774) e in Spagna 8.116 municipios (uno ogni 5.687). La media Ue è di un ente ogni 4.132 abitanti. Il nostro problema è un altro: le diseconomie di scala legate alla gestione spesso polverizzata dei servizi locali, ammessoche essi vengano erogati in tutto il territorio nazionale. Secondo i dati Anci-Ifel nel 2008 i piccoli comuni presentavano una spesa pro capite superiore alla media …

"Il falò delle verità", di Massimo Giannini

Senza verità non c´è democrazia. È il principio-cardine intorno al quale ruota la cultura politica dell´Occidente, come ci ha insegnato Hannah Harendt. Anche per questo l´Italia “moderna” sprofonda in una palude di democrazia “a bassa intensità”. Il berlusconismo della Seconda Repubblica, involuzione matura dell´Andreo-Craxismo della Prima, ci ha definitivamente trasformato in un Paese che ha smarrito l´etica della verità. Nella stortura delle regole costituzionali. Nella rottura delle relazioni istituzionali. E ora nell´avventura della crisi economica e finanziaria. Non c´è un solo ambito nel quale il presidente del Consiglio, pressato dalle sue urgenze private, non abbia edulcorato le emergenze pubbliche e manipolato la “narrazione” da offrire ai cittadini-elettori. La drammatica estate di “lacrime e sangue” è il vero tributo che ora paghiamo all´irresponsabile «autodafè» che il governo Berlusconi ha acceso in questi tre anni, raccontando agli italiani la favola del «Paese ricco, forte e vitale», che «sa reagire meglio degli altri alla crisi», salvo poi scoprire che siamo di nuovo sprofondati nel girone infernale del “Club Med” di Eurolandia. Dunque, dobbiamo essere grati a Giorgio Napolitano, …