Il segretario Bersani intervistato da Enrico Mentana davanti a oltre quattromila persone alla Festa Democratica Scuola di Modena. E’ un arena da concerto rock quella che accoglie il segretario nazionale Pier Luigi Bersani alla Festa Democratica della Scuola di Modena. Quattromila persone che applaudono anche le parole di Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale PD: “In tempo di crisi, i nonni e i genitori qui lo sanno bene, si stringe la cinta per dare quello che si può ai nostri figli, perché lì sta il futuro. E il lavoro degli amministratori locali in questo territorio dimostra che in tempo di crisi altre scelte sono possibili, per una scuola pubblica aperta a tutti e di qualità”.
Bersani sale sul palco dopo un’ora e mezza a spasso fra gli stand, per salutare uno per uno i volontari della Festa. Ed è a loro che va il suo ringraziamento: “L’imitazione di Crozza serve a far capire che siamo gente seria, che ha voglia di lavorare, proprio come i volontari delle nostre Feste”. “Ci voleva un comico per dire che siamo gente seria?” chiosa Enrico Mentana.
Ma la serata prende da subito una piega molto seria e impegnativa: Mentana chiama Bersani a una riflessione sulla manovra quasi punto per punto, dalle pensioni (“scelta ingiusta chiedere sacrifici senza colpire i privilegi”), dal contributo di solidarietà all’aumento dell’IVA, dalle detrazioni fiscali alla tassa sui beni di lusso.
Il segretario del PD rivendica il lavoro svolto per presentare in Parlamento proposte responsabili ed alternative, basate su un assunto di giustizia e proporzionalità: “Paghino quelli che fino ad oggi non hanno pagato”. Elenca i punti sui quali il PD presenterà gli emendamenti, dalla riemersione dei capitali all’estero, fino alle liberalizzazioni.
Combattere l’evasione fiscale e coltivare la fedeltà riducendo progressivamente il carico delle tasse, dare fiato all’economia, che non cresce come il resto d’Europa, rendere più equo ed universale il welfare, intervenire contro la precarietà, rilanciare scuola e ricerca, sono alcuni dei punti su cui Bersani delinea il futuro del Paese, dopo il tramonto di Berlusconi.
“La prossima volta tocca a noi”, afferma sicuro in risposta a un Mentana che lo pungola sul cambiamento di scenario politico. Prima il progetto, poi le alleanze e infine le primarie: questo il percorso per arrivare preparati alle prossime elezioni politiche, evitando gli errori del passato. Puntando sulla riscossa civica che è emersa in occasione dei referendum e delle amministrative e sull’apertura alle altre forze, incluse quelle moderate.
Bersani rivendica un ruolo nuovo per il PD, fuori dalla logica di contrapposizione fra partiti e società civile: “Il PD ci sarà, a dare una mano sotto il palco e con le bandiere arrotolate, ovunque ci sia qualcuno che protesta contro una manovra iniqua, incluso lo sciopero della Cgil.”
Mentana guarda in casa PDL e interroga Bersani sul tema del rinnovamento, che guarda oltre la discesa in campo di Montezemolo e non vuole soffermarsi sulla rottamazione (“Piuttosto mi preoccupa il pensiero che in un tempo non troppo lontano verrà meno la generazione di Ciampi, Scalfaro e Napolitano. Che dovremo fare a meno del loro straordinario equilibrio e senso di responsabilità”). Preferisce rivendicare i passi in avanti che una generazione sta compiendo nei circoli, nelle federazioni e nelle amministrazioni del PD. Una generazione che già esiste ed è portatrice di valori, competenze, esperienze.
Si affronta infine la questione morale: il caso Penati è anche un’occasione dolorosa per dimostrare la differenza che rivendichiamo, una differenza politica basata su tre elementi: pieno rispetto per il lavoro della magistratura, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, fare sempre un passo indietro. Il PD rafforzerà il suo codice etico, ma occorre anche difendersi dagli attacchi degli avversari. I detrattori sono avvisati: “Qui c’è una risorsa preziosa per il Paese, che non va sprecata”.
di Giulia Tosoni
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