Una lettera della Cgil per incalzare Cisl e Uil a un giudizio univoco e unitario sulla manovra. Non un appello esplicito, diretto, a scioperare insieme, riferimento che nel messaggio manca, anche se «implicito» secondo l’interpretazione dei destinatari. Cisl e Uil restano fredde di fronte alla mobilitazione generale dei lavoratori che Susanna Camusso si appresta a indire nei prossimi giorni non per ragioni «interne», ma «per il bene del Paese», contro i provvedimenti estivi che annunciano lacrime e sangue. La Cgil prende carta e penna e scrive ai sindacati di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Una lettera lunga e incalzante nella quale Corso Italia fa riferimento anche alle richieste avanzate nei mesi scorsi al governo da Cisl e Uil. Redistribuzione del carico fiscale, accanimento contro il pubblico impiego, lavoro: istanze che oggi, unite alle misure contenute nel decreto, potrebbero far convergere i confederali verso un giudizio critico univoco nei confronti della manovra Tremonti. Sembra questo il ragionamento del sindacato. L’invito è arrivato con i leader sindacali ancora in vacanza, ma la prima impressione è che sarà difficile vedere le tre bandiere insieme in piazza. Ad oggi, per ragioni diverse Cisl e Uil non pensano allo sciopero generale, piuttosto a soluzioni alternative. La Cisl punta a fare pressing su governo e Parlamento, la Uil lavora alla riconvocazione del tavolo imprese- sindacati che il quattro agosto ha presentato al governo il documento per la crescita. Dal nuovo confronto tra le parti sociali, dicono a via Lucullo, potrebbero arrivare nuove proposte di modifica alla manovra. Il sindacato di Luigi Angeletti starebbe lavorando anche allo sciopero del pubblico impiego, ormai «usato dal governo come un bancomat». Ma la situazione è in talmente in evoluzione, fa notare un commentatore, che le distanze potrebbero ridursi. Lo si vedrà già dalla prossima settimana: lunedì Raffaele Bonanni parteciperà al meeting di CL a Rimini. Poi la Cisl convocherà la segreteria e deciderà come muoversi per far cambiare i punti meno graditi della manovra. Sempre lunedì Susanna Camusso riunirà a Roma i segretari di categoria e quelli territoriali della sua organizzazione. Dai sindacalisti potrebbe arrivare il mandato al direttivo di fine mese perché indica lo sciopero. Mercoledì è prevista una mobilitazione di Corso Italia davanti al Senato e una conferenza stampa della leader sindacale. Anche la Uil riunirà la sua segreteria alla fine del mese. I tre confederali sono d’accordo nel dire «no» all’accanimento del governo contro i lavoratori del pubblico impiego, al ritocco delle pensioni, al fatto che siano sempre i soliti a pagare. Ma «la situazione economica non ci permette di indire uno sciopero generale, significherebbe gravare ancora di più sui lavoratori », dice Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl. «Della Cgil – aggiunge – non mi piacciono due cose: il massimalismo populista sui contenuti della manovra, perché la realtà è diversa, e il fatto che se vuole coinvolgere gli altri sindacati deve sedersi a discutere». «Per noi – continua Santini – molte cose della manovra vanno cambiate: a partire dal fatto che il lavoro autonomo e professionale non paga i sacrifici, pagano solo i dipendenti». E ancora: «Bene i tagli alla politica, anche se non bastano. Mentre su 25 aprile e Primo maggio ci appelliamo al presidente Napolitano. Sulla contrattazione di secondo livello – conclude –non ci convince il fatto che oltre ai confederali possano intervenire a livello aziendale anche sigle poco rappresentative ». Per Paolo Pirani, segretario confederale Uil, «il giudizio sulla manovra è articolato: bene i tagli alla politica, una nostra bandiera; male invece che a pagare con la solidarietà siano solo gli onesti e il pubblico impiego. Più che uno sciopero generale però, bisogna recuperare lo spirito del 28 giugno. Del tavolo sindacati-imprese»
L’Unità 20.08.11