"La tenaglia Napolitano-Draghi", di Mario Lavia
Il presidente della repubblica riprende in mano le redini della politica, e se potesse… Se si dovesse spiegare a uno straniero cosa è successo ieri pomeriggio al Quirinale bisognerebbe dirgli che c’è stato un sostanziale passaggio di consegne. Fra Berlusconi e Napolitano. Il perché è presto detto. Il Cavaliere ormai non controlla più la situazione. Fosse per lui il tempo trascorrerebbe tranquillo ma data la situazione è costretto a subire l’evidenza dei fatti e l’iniziativa altrui, pressato da Napolitano e da Draghi, assediato da tutte le parti. Si ribella, a modo suo, al punto dal dover ricorrere ad una iniziativa tanto estrema quanto disperata: sollecitare l’aperto dissenso dalla manovra che sta prendendo corpo dei pasdaran a lui fedeli (una pattuglia: Crosetto, Stracquadanio, Bertolini e Malan), spinti ad annunciare un voto contrario ai provvedimenti del governo «se non cambiano» (così Crosetto, vice di Tremonti). Già, perchè è proprio l’uomo di via XX settembre ad essere più che mai inquadrato nel mirino del Capo. Come se non gli bastassero le ferite del caso Milanese e gli strali …