Giorno: 10 Agosto 2011

"L'impotenza di un sistema fragile" di Bill Emmott

Non ci penserà molto spesso ma tornando a casa in anticipo dal suo soggiorno italiano per farsi carico dell’emergenza, il premier britannico, David Cameron, deve aver pregato di trovare il classico tempo dell’estate inglese: pioggia, preferibilmente scrosciante. Perché la sensazione dominante nel governo e nelle forze di polizia è l’impotenza di fronte all’improvviso scoppio di disordini e illegalità nelle principali città della Gran Bretagna. È tanto difficile spiegare queste sommosse, quanto sarà per David Cameron venirne a capo. Solo la pioggia sembra in grado di poterle spegnere in fretta. Le spiegazioni svaniscono rapidamente per diventare mere descrizioni. Ciò che è scioccante a proposito degli eventi che si sono sviluppati negli ultimi quattro giorni è aver dimostrato ai cittadini britannici quanto vicino alla superficie della società ci siano violenza, disprezzo per la legge e addirittura disprezzo per le comunità locali. Proprio come in Francia nel novembre 2005 quando le rivolte si diffusero e durarono per settimane, non c’è alcuna ragione evidente per cui gli scontri siano cominciati ora, e quindi nessuna risposta plausibile alla domanda su …

"L'Italia di oggi e quella di tangentopoli", di Miguel Gotor

Nell´Italia di oggi va di moda il gioco dell´oca: si tirano i dadi, si avanza di qualche casella, ma alla fine si ritorna sempre al punto di partenza, ossia al biennio 1992-93, l´età di Tangentopoli, perché in tanti sono convinti che l´attuale fase politica abbia delle analogie con il tempo in cui finì la cosiddetta “Repubblica dei partiti”. L´ultimo a cogliere elementi di corrispondenza tra i due momenti è stato il leader dell´Udc Casini nel dibattito alla Camera, il quale ha parlato della «fine di un´epoca» simile a quella di vent´anni fa. Ai tempi di Mani pulite il discorso pubblico fu presidiato da tre retoriche nazionali: la prima riguardava il ruolo salvifico e di supplenza della magistratura destinata a surrogare un sistema corrotto e allo sbando; la seconda si fondava sull´autosufficienza rigeneratrice della società civile, giudicata per principio incontaminata e quindi in grado di sostituirsi al vecchio regime; la terza offriva una lettura rivoluzionaria di quel passaggio storico tesa a sottolineare soltanto gli aspetti di rottura e non le dinamiche di conservazione e di trasformismo …

"Costituzione, maneggiare con cura", di Pierluigi Castagnetti

Speriamo che la seduta congiunta di domani delle commissioni parlamentari Affari costituzionali e Bilancio sia la sede in cui il governo finalmente parla e dice ciò che ha in mente di fare. Il paese ha necessità di conoscere con precisione le richieste della Bce e di eventuali altri organismi internazionali per poter valutare il progetto del governo, sempre che, lo ripeto, sia in grado di presentarlo. Ascolteremo e valuteremo. Bersani ha già detto che la manovra così come era stata presentata nell’architettura e nei saldi, se non sarà profondamente cambiata, non potrà essere condivisa. Ma vi sono due proposte che sembrano già definite, anzi che sono già state assunte a manifesto promozionale dell’operazione governativa, quella di revisione dell’art. 41 della costituzione e quella dell’introduzione sempre in costituzione del vincolo di pareggio del bilancio, su cui è già possibile pronunciarsi. Francamente non si capisce l’importanza e il nesso di queste due revisioni costituzionali con le questioni poste dall’attuale crisi economica. I tempi della revisione poi, per le procedure dettate dall’art. 138, sono troppo lunghi per potere …

"L'irruzione della realtà", di Barbara Spinelli

Non ha affatto torto Berlusconi, quando dice che non riesce a fare tutto quel che desidera, imbrigliato com´è da poteri che sfuggono al suo controllo: il potere della giustizia e dei giornali, della Costituzione nazionale e di quella europea, dei mercati finanziari e delle agenzie di rating. Tutto gli sta stretto, l´intralcia: la democrazia con le sue istituzioni plurali, i mercati finanziari e l´Europa che d´un tratto gli strappano la corona e lo scettro che immaginava di possedere. Il presidente del Consiglio non ha torto ma non sa la storia che vive: così come non comprende quel che significhi democrazia – al di là del momento magico in cui il popolo elegge governi e parlamenti – oggi non comprende l´enorme mutazione economica cui viene dato il nome, eufemistico, di crisi. Quel che l´intralcia non è una forza esterna: è l´interiore non-forza del suo animo. È con la realtà che gli tocca fare i conti, dopo averla ignorata o imbellita per anni. La sua favola era già malandata ma ora si spezza, come accadde per bolle …