«Il momento è grave: va affrontato con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie». È il forte richiamo di imprese e sindacati al governo scritto nero su bianco nel documento comune con 6 priorità per la crescita presentato all’esecutivo al tavolo a palazzo Chigi.
Le parti sociali sono quindi pronte a fare la loro parte per affrontare la grave crisi economica in atto, ma il governo deve prendere in mano la situazione e mettere in salvo il Paese dai rischi. «Per parte nostra – sostengono – siamo pronti ad assumerci tutte le responsabilità che la situazione richiede. Ma è il governo che deve prendere in mano il timone della politica economica e assumersi l`onere e la responsabilità di farci uscire da questa situazione».
La gravità del momento, proseguono, «non consente pause». È quindi necessario convocare un Consiglio dei ministri straordinario per adottare misure urgenti per il rilancio dell’economia. «Noi siamo a disposizione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Riteniamo che – dicono – il Consiglio dei ministri debba assumere decisioni rapidamente e sottoporle al Parlamento senza soluzioni di continuità. Non possiamo permetterci di rimanere fermi e in balia dei mercati – prosegue il documento – il confronto non può esaurirsi in un incontro. Ma l`incontro di oggi non può esaurirsi in un avvio».
Secondo imprese e sindacati «occorre un confronto continuo e serrato con le parti sociali ed anche con l`opposizione». «Nei passaggi decisivi, come quelli che attraversiamo, le grandi scelte devono essere sostenute dalla larga corresponsabilità e condivisione delle forze politiche e sociali. Tali scelte – sottolineano – devono consentire di imprimere all`Italia un nuovo slancio per l`orizzonte di più legislature». Le priorità indicate dalle forze sociali vanno dal pareggio di bilancio nel 2014 al taglio dei costi della politica, dalle liberalizzazioni e privatizzazioni, allo sblocco degli investimenti, dalle semplificazioni e riforma della P.A., al mercato del lavoro.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante l’incontro con le parti sociali a palazzo Chigi non riesce a trattenersi sulla sua ossessione e torna a parlare delle intercettazioni annunciando un provvedimento a breve. «La privacy – avrebbe ribadito il premier, secondo quanto riferiscono i presenti – è il principale diritto di liberta».
L’incontro a palazzo Chigi è fra governo e parti sociali sulla crisi economica dopo l’appello comune di imprese e sindacati sulla crescita della scorsa settimana. Per il governo sono presenti il premier Silvio Berlusconi, i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Mariastella Gelmini, Roberto Calderoli, Paolo Romani, Saverio Romano e il sottosegretario Gianni Letta.
Sono presenti inoltre i rappresentanti di tutte le 36 sigle invitate con il numero uno degli industriali Emma Marcegaglia, i tre leader sindacali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti e il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. Prima del tavolo a palazzo Chigi si è svolto un pre incontro alla Foresteria della Confindustria fra alcuni rappresentanti di imprese e sindacati e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Dal confronto è emerso un documento comune su cinque punti per la crescita da discutere al tavolo a palazzo Chigi.
«Dopo la relazione al parlamento, ho la convinzione che solo la partecipazione di tutti gli attori economici e sociali può favorire un’uscita condivisa dalla crisi», dice Berlusconi. Ritornando poi su uno dei suoi ultimi refrain: «Dobbiamo cambiare l’architettura istituzionale dello Stato per agganciare la crescita e rendere più celeri le procedure». Per il premier i gap infrastrutturali e della pubblica amministrazione sono le cause di un «rallentamento della crescita».
da www.unita.it
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Tavolo a Palazzo Chigi: Berlusconi, solo insieme si esce dalla crisi. Tremonti: «Possiamo fare di più»
«Dopo relazione al Parlamento, ho la convinzione che solo la partecipazione di tutti gli attori economici e sociali puo» favorire un’uscita condivisa dalla crisi», ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento all’incontro con le parti sociali sulla crisi economica. Dal pre incontro, che è si è svolto questa mattina nella foresteria di Confindustria tra imprenditori, Cgil, Cisl e Uil, e tutte le altre parti sociali, è uscito un documento comune in 6 punti sulla crescita, che è stato illustrato al Governo dalla presidente degli industriali, Emma Marcegaglia.
Parti sociali: non si può star fermi fino a settembre
«La gravità del momento non consente pause» e quindi «non si può restare fermi fino a settembre», si legge nel documento delle parti sociali presentato al governo da Emma Marcegaglia. «Noi siamo a disposizione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Riteniamo che il Consiglio dei Ministri debba assumere decisioni rapidamente e sottoporle al Parlamento senza soluzioni di continuità. Non possiamo permetterci di rimanere fermi e in balia dei mercati fino a settembre. Il confronto non può esaurirsi in un incontro. Ma l’incontro di oggi non può esaurirsi in un avvio». Sei i punti del documento: pareggio di bilancio nel 2014, tagli effettivi ai costi della politca, liberalizzazioni e privatizzazioni,sblocco degli investimenti, semplificazione e riforma strutturale della Pubblica amministrazione, interventi per il mercato del lavoro.
Bonanni: occorre una sferzata alle riforme
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha sottolineato che il documento in 6 punti «è la posizione comune di tutte le parti sociali, che tutte insieme hanno espresso l’esigenza di dare una sterzata alle riforme italiane». Per Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, «occorre intervenire subito con riforme su fisco, costi della politica, energia, municipalizzate e infrastrutture. Dopo il rigore occorre creare le condizioni per lo sviluppo».
Cambiare l’architettura istituzionale dello Stato
Per agganciare la crescita e rendere più celeri le procedure, ha detto Berlusconi, bisogna cambiare l’architettura istituzionale dello Stato. Berlusconi ha ribadito che il nostro paese soffre di un gap infrastrutturale e ha una amministrazione pubblica pletorica. Queste, ha aggiunto, sono concause del rallentamento della crescita economica italiana. Ed è per questo, ha ripetito Berlusconi, che è necessario cambiare l’architettura istituzionale dello Stato. E ha annunciato a breve un provvedimento sulle intercettazioni («La privacy – avrebbe ribadito il premier, secondo quanto riferiscono i presenti – é il principale diritto di liberta»).
Il documento con le proposte delle parti sociali
Tremonti: decidiamo insieme. Vogliamo fare la riforma del fisco
«Spirito di questo incontro è trasformare le criticità in opportunità, dobbiamo decidere insieme cosa possiamo fare», ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ai rappresentanti delle parti sociali durante l’incontro di palazzo Chigi. Tremonti ha ribadito che «si può fare di più per la crescita, ma dipende anche dalla geografia, dalla demografia e dall’amministrazione». Ha detto di non voler rinunciare «alla riforma fiscale. Se la delega assistenziale va avanti, riusciamo a fare quella fiscale». Ha ribadito che «il pil non si fa per decreto. Se non vessino puntato al pareggio di bilancio non avremmo avuto nemmeno il Pil». E ha aggiunto che il raggiungimento del pareggio di bilancio «è fondamentale, soprattutto per la credibilità del Paese». Sui costi della politca ha detto che una «buona parte» degli interventi necessari per ridurre i costi della politica «è contenuta nel decreto legge vigente. Va applicato».
Tremonti: la crisi è globale
La crisi che sta investendo i mercati «non è europea, ma globale», ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, rivolgendosi alle parti sociali. Tremonti ha ricordato che «la banca centrale svizzera oggi ha azzerato i tassi di interesse, quella del Giappone ha concesso liquidità illimitata: i problemi dunque – ha continuato – non sono europei, ma globali». Secondo il ministro dell’Economia, la situazione finanziaria non corrisponde alla situazione dell’economia reale: «oggi – ha detto – il 45 per cento del Pil europeo ha spread che non rispondono a fondamentali economici».
Regole condivise a sostegno dell’euro
Per il premier sono fondamentale per le regole condivise a sostegno dell’euro. «Ho lasciato Bruxelles con la convinzione – ha detto il presidente del Consiglio nella riunione a palazzo Chigi – che l’Europa oggi ha gli strumenti per difendere con maggiore vigore la costruzione comune. L’Italia ha sempre onorato il proprio debito. Negli anni abbiamo dimostrato di essere stati capaci a ridurlo»..
Trentasei le sigle invitate al tavolo
Per il governo sono presenti il premier Silvio Berlusconi, i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Mariastella Gelmini, Roberto Calderoli, Paolo Romani, Saverio Romano e il sottosegretario Gianni Letta. Sono presenti inoltre i rappresentanti di tutte le 36 sigle invitate con il numero uno degli industriali Emma Marcegaglia, i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Raffaele Bonanni, della Uil Luigi Angeletti,
da www.ilsole24ore.it
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