Gli ordini del giorno con cui il PD impegna il Parlamento dalla riduzione del numero dei deputati e senatori a una nuova legge elettorale; dall’incompatibilità fra ogni livello di carica elettiva, all’introduzione di regole sulla vita interna dei partiti e sul loro finanziamento
Sono 11 i punti su cui il gruppo del Partito Democratico ha impegnato la presidenza e il collegio dei questori della Camera, con un ordine del giorno al bilancio interno, a intervenire “per proseguire in un lavoro di razionalizzazione e riduzione delle spese”.
Gli impegni, spiega una nota, “seguono alcune considerazioni in cui si ribadisce la convinzione che per ricreare un rapporto di fiducia fra Parlamento e cittadini servono alcune fondamentali riforme: dalla riduzione del numero dei parlamentari a una nuova legge elettorale; dall’incompatibilità fra ogni livello di carica elettiva, all’introduzione di regole sulla vita interna dei partiti e sul loro finanziamento”.
Questi i punti su cui si chiede di intervenire:
1 – allineamento agli standard europei del trattamento economico e dei servizi per i parlamentari.
2 – superamento dall’inizio della prossima legislatura del vitalizio con l’introduzione di un sistema contributivo.
3 – introduzione di un contributo di solidarietà dai vitalizi in corso in proporzione agli importi.
4 – trattenuta per i deputati per le assenze ai lavori di commissione.
5 – modifica dell’attuale rimborso per il rapporto con gli elettori, con una quota forfettaria e una corrisposta dopo la presentazione di giustificativi.
6 – riduzione degli spazi per gli uffici dei deputati.
7 – introduzione di un tetto massimo per i biglietti aerei.
8 – adeguamento ai prezzi di mercato dei servizi di ristorazione, barberia ecc. O soppressione di tali servizi.
9 – drastica riduzione della produzione di documenti cartacei.
10 – blocco delle assunzioni, congelamento degli aumenti per il personale Camera, limitazione delle consulenze e dei servizi esterni.
11 – pubblicazione sul sito internet Camera delle risorse messe a disposizione dei deputati nel bilancio della Camera.
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Anche al Senato il PD ha presentato un odg in merito al Bilancio interno per il 2011. Il PD ha chiesto di dare un segnale reale al Paese attraverso un’ulteriore riduzione dei costi del Senato. La proposta è precisa: moltiplicare per tre i tagli ai costi del Senato per il 2011, riducendoli di un ulteriore 1 per cento, cioè circa di sei milioni; approvare, entro il mese di febbraio 2012, un bilancio pluriennale di previsione che riduca la spesa del Senato di ben oltre il 15 per cento entro il 2014.
All’accettazione della maggioranza di questo Ordine del giorno, il gruppo del Pd vincola il proprio voto favorevole al bilancio presentato.
ODG G.4 (Testo 2)
Progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2011 (Doc. VIII, n. 8)
ORDINE DEL GIORNO
Il Senato,
preso in esame il progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2011,
Premesso che,
negli ultimi mesi si è imposta con una forza inedita nella società civile, anche a fronte dell’aggravarsi della crisi economica e finanziaria, dei tagli alla spesa pubblica e delle loro pesanti ricadute sulla disponibilità delle famiglie, una giusta domanda di riduzione dei costi della politica e di funzionamento delle istituzioni;
il Parlamento ed i singoli parlamentari devono per primi rispondere a quella domanda con una immediata serie di interventi, nell’ambito delle proprie dirette competenze, che siano prova di senso di responsabilità e di coerenza, nella certezza che anche il governo, gli organi costituzionali, le regioni, gli enti locali e gli altri organi dello Stato, faranno la propria parte, per equiparare il nostro Paese con gli standard europei, in una vera e propria ” Maastricht dei costi”, condivisa con le altre maggiori democrazie;
negli ultimi anni è stato comunque compiuto dal Senato un percorso di contenimento dei propri costi, relativi ai Senatori; tale percorso ha portato – in particolare nei più recenti esercizi finanziari – alla riduzione della spesa per indennità parlamentari (da 66,7 milioni nel 2001, pari al 19, 15% del totale delle spese a 63 milioni nel 2011, pari al 11,16% del totale delle spese);
per quanto concerne le materie oggetto di disciplina legislativa la Conferenza dei Capigruppo dovrà delineare rapidamente, d’intesa con la Camera dei Deputati, un apposito iter per la ridefinizione delle indennità parlamentari secondo quanto previsto dall’articolo del decreto legge 98/2011, nonché calendarizzare nei lavori d’Aula, sin dall’immediata ripresa dopo la pausa estiva, i disegni di legge riguardanti:
– la riduzione del numero dei parlamentari;
– la legge elettorale per Camera e Senato;
– le norme sulle incompatibilità del ruolo di parlamentare con l’appartenenza ad altre assemblee elettive e con i corrispondenti incarichi di governo;
– l’attuazione dell’art 49 della Costituzione per introdurre regole sulla vita interna dei partiti e sul loro finanziamento;
impegna Il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei senatori Questori, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze:
1) a prevedere, con una apposita variazione di Bilancio da adottarsi entro settembre 2011, l’ulteriore riduzione delle spese relative al corrente esercizio in misura pari almeno all’1 per cento;
2) ad approvare, entro il mese di febbraio 2012, un bilancio pluriennale di previsione che riduca la spesa del Senato: nel 2012, del 3% rispetto al valore nominale della spesa 2010; nel 2013, del 5% rispetto allo stesso riferimento; nel 2014, del 7%. Assumendo le previsioni di andamento dell’inflazione, di cui al Documento di economia e finanza 2011, si tratta di una riduzione della spesa, in termini reali, ben oltre il 15%;
3) a garantire l’allineamento agli standard europei anche delle voci del trattamento economico dei parlamentari diverse dalle indennità;
4) a ridurre le spese relative ai capitoli: S.1.06 – Trattamento del personale non dipendente (segreterie particolari, consulenze, ecc. ) dal 20 per cento dal primo anno fino al 50% nel 2013; S.1.13 Cerimoniale e rappresentanza, introducendo, altresì, rigorose regole di utilizzo dei fondi di rappresentanza; S.1.16 Comunicazione istituzionale; S.1.18 spesa per servizi assicurativi;
5) a ridurre drasticamente la spesa immobiliare sostenuta dal Senato, alla quale sono attualmente destinate rilevanti risorse;
6) a fare ricorso sistematico alle gare on-line e alle procedure di gara ad evidenza pubblica per l’assegnazione di appalti di lavori, opere, forniture e servizi, al fine di rendere le stesse ancora più trasparenti;
7) a superare, d’intesa con l’altro ramo del Parlamento, dall’inizio della prossima legislatura, l’attuale istituto del vitalizio per i Parlamentari cessati dal mandato, con l’introduzione – con il criterio del pro rata temporis – di un sistema contributivo secondo le normali regole del sistema previdenziale , innalzando conseguentemente l’aliquota contributiva a carico dei Senatori;
8) a introdurre un contributo di solidarietà proporzionato ai diversi importi dei vitalizi in corso, analogamente a quanto previsto nel decreto legge n. 98 del 2011;
9) a prevedere una trattenuta a carico dei Senatori, analoga a quella già prevista per l’Aula, in caso di assenze dai lavori di Commissione;
10) a introdurre regole di trasparenza relative alla corresponsione della diaria e del rimborso delle spese per il rapporto eletto-elettore, attualmente previste, dividendole tra una quota a titolo forfettario ed una corrisposta solamente a fronte della presentazione di giustificativi (spese di alloggio, acquisti o spese inerenti l’attività parlamentare, regolari contratti con collaboratori);
11) alla razionalizzazione degli uffici e delle strutture messe a disposizione dei singoli Senatori, con accorpamenti e razionalizzazione dei servizi, dando anche attuazione, attraverso opportune intese tra organi costituzionali, a quanto previsto dall’articolo 4, comma 2, del decreto legge n. 98 del 2011 per i Presidenti dopo la cessazione della carica;
12) a riorganizzare i servizi di ristorazione innalzando, fino all’integrale copertura dei costi, i prezzi pagati dai Senatori per i servizi di ristorazione e per altri eventuali servizi non direttamente connessi con l’attività parlamentare, o – in alternativa – a sopprimere i servizi erogati;
13) alla drastica riduzione degli atti parlamentari e dei dossier di documentazione su supporto cartaceo messi a disposizione dei senatori e degli uffici, per tendere in tempi rapidi ad una loro completa sostituzione con testi su supporto elettronico, con effetti di immediata e rilevante contrazione delle relative poste di bilancio;
14) ad avviare in tempi rapidi un progetto complessivo di razionalizzazione e riorganizzazione amministrativa, comportante una approfondita revisione dell’articolazione delle strutture e delle carriere, nonché un opportuno adeguamento e ridefinizione delle norme che regolano l’attività e il trattamento del personale – a cominciare da un più accelerato adeguamento del sistema previdenziale ai principi adottati in sede di riforma della previdenza pubblica-, anche attraverso l’introduzione di un più moderno e regolamentato sistema di relazioni sindacali, avendo ben presenti gli obiettivi di ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane, in un contesto di contenimento della dotazione e di blocco del turn-over, e di mantenimento dell’attuale elevato standard qualitativo del supporto offerto dall’intero apparato all’attività dell’istituzione e dei Senatori;
15) ad attuare, in particolare, ogni possibile forma di integrazione dei servizi di studio, analisi e documentazione con i corrispondenti uffici e servizi della Camera dei deputati. In particolare, anche attraverso le intese tra i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica di cui all’articolo 6 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, deve essere rapidamente promossa la costituzione di un unico servizio del bilancio del Parlamento italiano, sia per favorire la migliore attuazione dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, sul federalismo fiscale, sia per corrispondere pienamente alle raccomandazioni della Commissione Europea e del Consiglio, volte alla creazione del Fiscal council per l’analisi dei dati di finanza pubblica, autonomi dal Governo;
16) la conferma del congelamento degli aumenti contrattuali per il personale dipendente in coerenza con quanto avvenuto per il pubblico impiego, l’ulteriore razionalizzazione ed ottimizzazione della politica immobiliare del Senato con conseguente riduzione dell’entità degli immobili a disposizione e la limitazione delle esternalizzazioni.
Impegna, altresì, Il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei senatori Questori, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze:
– a modificare, ove necessario, le disposizioni del Regolamento di amministrazione e contabilità e ad emanare direttive concernenti la metodologia contabile e di gestione della spesa secondo i seguenti principi:
1) deve innanzitutto essere drasticamente allungato l’orizzonte temporale della programmazione: obiettivi, ambizioni di riduzione della spesa possono essere realizzati solo se la decisione di bilancio risulta effettivamente impegnativa almeno per i tre anni successivi a quello di esercizio in corso;
2) per garantire l’effettivo conseguimento dei risparmi programmati, il Consiglio di Presidenza deve provvedere ad una revisione totale della spesa, che articoli gli obiettivi generali di risparmio in obiettivi di settore, ufficio e servizio, non con il metodo del taglio lineare delle risorse ad ognuno assegnato, ma attraverso l’elaborazione di un vero e proprio «Piano industriale» del Senato, concentrato sull’esercizio delle attività fondamentali dello stesso: legislazione e controllo;
3) la revisione della spesa, condotta sistematicamente in tutti gli anni che verranno, deve ispirare la predisposizione del Bilancio interno del Senato secondo la metodologia del bilancio basato a zero: ogni euro di spesa deve essere riqualificato dall’inizio, in rapporto alle specifiche finalità dell’Istituzione Senato. Nessuna spesa può essere ripetuta solo perché e’ stata tradizionalmente effettuata. Ne’ possono riconosciuti come inderogabili» oneri determinati da rigidità tecnico-organizzative che l’orizzonte temporale lungo può e deve rimuovere;
4) per quanto concerne la spesa previdenziale per il personale, soprattutto in connessione con l’applicazione del sistema contributivo introdotto negli anni scorsi, occorre prevedere la stesura di un apposito “bilancio tecnico” – da allegare al bilancio del Senato – per osservare l’andamento effettivo della spesa stessa e valutarne concretamente la sostenibilità nel medio-lungo periodo, in modo da proporre tutti gli adeguamenti necessari;
5) il Consiglio di Presidenza deve, altresì, adottare apposite iniziative finalizzate a garantire che:
a) il progetto di Bilancio preventivo del Senato sia comunque presentato, discusso ed approvato entro l’anno precedente quello di riferimento;
b) il Bilancio consuntivo sia presentato, discusso ed approvato entro il mese di marzo dell’anno successivo a quello di riferimento.
c) il Bilancio preventivo e il Bilancio consuntivo siano corredati di un’ampia relazione esplicativa e di note informative ed integrative che illustrino nel dettaglio le singole voci di entrata e di spesa(in via indicativa elenco delle proprietà immobiliari, superficie e loro uso, elenco degli immobili in affitto con destinazione, superficie e canone, elenco nominativo di tutti gli incarichi di consulenza, con singoli importi e motivazioni, consistenza del parco autovetture e utilizzo di servizi di trasporto esterni, in particolare voli di stato);
d) il Bilancio preventivo e il Bilancio consuntivo siano oggetto di piena visibilità all’esterno, almeno con la pubblicazione degli atti sull’Home Page del Senato.
FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, CASSON, CECCANTI, DONAGGIO, GASBARRI, GIARETTA, INCOSTANTE, LEGNINI, PEGORER, BIANCO, DELLA MONICA, TONINI, SCANU, MERCATALI, BARBOLINI, RUSCONI, FILIPPI MARCO, PIGNEDOLI, BUBBICO, ROILO, BASSOLI, DELLA SETA, MARINARO, AGOSTINI, CARLONI, LUMIA, LUSI, MORANDO, ICHINO, NEGRI
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