Franceschini: “Alla Camera PD compatto, con noi 30 voti dalla maggioranza”. Bersani: “Voto alla Camera coerente, la maggioranza si è rotta”. Finocchiaro. “Al Senato nell’ombra la Lega ha votato no”. “Abbiamo accolto il voto senza esultanza, ma in modo sobrio visto che si tratta di una misura di custodia cautelare. I deputati del Pd erano presenti in 206 su 206 e come gli altri parlamentari dell’opposizione, come mostrano i tabulati, hanno votato compatti. Ci sono stati una trentina di deputati dei gruppi della maggioranza che hanno votato per l’arresto”.
Cosi’ ha commentato il voto su Alfonso Papa alla Camera il presidente dei deputati democratici Dario Franceschini.
“Si è votato in modo serio valutando nel merito. La Camera ha votato con coerenza e questo rassicura perche’ dimostra che i tentativi di richiamo all’ordine hanno dei limiti. C’e’ un risvolto politico in questo voto, la maggioranza rifletta”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, giudica cosi’ il si’ all’arresto del deputato Alfonso Papa evidenziando che “in altri tempi il richiamo al vincolo di maggioranza avrebbe funzionato ma in questi tempi e’ evidente che qualcosa si e’ rotto”.
“La lettura del voto e’ agevole. La Lega ha annunciato che avrebbe votato per concedere l’autorizzazione all’arresto e invece ha votato con il Pdl. I numeri parlano chiaro, quelli delle opposizioni ci sono tutti. Quelli che mancano sono quelli della Lega”. Così la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, commenta il voto dell’aula che ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del senatore Tedesco.
Per Finocchiaro in aula c’e’ stato il tentativo, “ben riuscito, di allungare i tempi della votazione al Senato era fatto per attendere l’esito della Camera. Quando i leghisti hanno ottenuto lo scalpo alla Camera allora hanno ricambiato annunciando che avrebbero votato per l’autorizzazione, ma nel segreto dell’urna” hanno fatto diversamente per poter dire le opposizioni hanno salvato Tedesco. Le bugie pero’ hanno le gambe corte. Non e’ nascondendosi nell’ombra del voto segreto, per poter fare questi giochini, che il parlamento ritrova la sua forza”.
Come ha scritto il Corriere della Sera nella sua edizione online la maggioranza dei deputati ha detto sì all’arresto dell’onorevole del Pdl, Alfonso Papa. Su 612 presenti hanno votato a favore 319 deputati. I voti contrari sono stati invece 293. Non si è dunque realizzato il «salvataggio» che secondo molti sarebbe stato attuato grazie all’adozione del voto a scrutinio segreto, richiesto dal gruppo del Pdl e da quello di Popolo e Territorio (gli ex Responsabili). Determinante la scelta della Lega: dopo il tira-e-molla dei giorni scorsi, con posizioni diversificate annunciate di volta in volta dallo stesso Senatùr, il Carroccio si è espresso formalmente per il sì all’arresto, lasciando comunque libertà di coscienza ai propri parlamentari. Già la giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, nei giorni scorsi, aveva espresso parere favorevole al provvedimento restrittivo chiesto dalla Procura di Napoli nei confronti del parlamentare pidiellino, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. In aula, al momento della votazione, era presente anche Silvio Berlusconi che poco prima, in un vertice a Palazzo Grazioli con il segretario del partito Angelino Alfano e i coordinatori regionali del Pdl aveva parlato della necessità di fermare «il rischio di una escalation di arresti» perché «perchè di questo passo si rischia di minare i numeri della maggioranza e di tornare al clima del ’92».
Il premier Berlusconi, invece, insieme ad alcuni ministri si è riunito nella sala del governo, probabilmente per fare il punto della situazione e decidere quali contromosse adottare a quella che è indubbiamente una sconfitta di una linea politica. Oltretutto resta il nodo politico del rapporto con la Lega: in aula era presente il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha votato a favore e che al termine della seduta si è limitato a dire: «Noi siamo coerenti».
TEDESCO NO ALL’ARRESTO La votazione è stata preceduta da una giornata di lavori parlamentari particolarmente tesa, culminata nel doppio voto pomeridiano sulle autorizzazioni all’arresto. Oltre al caso Papa era infatti in discussione al Senato anche una richiesta analoga per Alberto Tedesco, senatore del Pd, indagato dalla Procura di Bari per la sanità pugliese. Ma in questo caso l’Aula si è espressa per il no, nonostante lo stesso esponente democratico poco prima dell’inizio della seduta avesse chiesto ai colleghi di Palazzo Madama di votare sì al suo arresto. Anche al Senato il voto è avvenuto a scrutinio segreto: i no sono stati 151, a fronte di 127 sì e 11 astenuti.
Marco Laudonio
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