Bocco degli stipendi e del turn over, cancellati i vice presidi e chiusi gli istituti con meno di mille iscritti. Morsia (Cgil): «Così non si regge, subito in piazza». L’ ultima umiliazione è per gli insegnanti con problemi di salute ritenuti dalla commissione medica dell’Asl inidonei all’insegnamento. Qualche migliaio in Italia, alcune centinaia in Emilia-Romagna. Docenti che per patologie diverse non possono più avere un rapporto diretto con la classe, e per questo fino ad oggi impegnati nelle biblioteche o in altre mansioni educative. Insegnanti in prevalenza di una certa età, che però vedono di anno in anno allontanarsi il traguardo della pensione. Ebbene, nel testo della manovra di Tremonti è stato inserito una norma che destina questi insegnanti a fare gli impiegati di segreteria o gli assistenti di laboratorio. Il Governo li vuole mandare a coprire i buchi del personale Ata. E se non accetteranno il “demansionamento” verranno messi in “mobilità intercompartimentale”, cioè destinati ad altri settori della pubblica amministrazione, anche fuori regione.
DUEMILA POSTI A RISCHIO. La scuola è tra i settori più colpiti dalla manovra, con i tagli che si vanno a sommare ai problemi cronici di organico e risorse. Per questo la Cgil scuola è la prima a scendere in piazza, oggi davanti al Senato, contro le misure previste. Che sono: blocco degli stipendi e del turn over fino al 2014, chiusura delle scuole con meno di mille alunni (500 in montagna), soppressione della figura di vicepreside negli istituti con meno di 55 classi (80 nei circoli didattici) e, per l’appunto, insegnanti malati al posto degli assistenti. «Una norma scandalosa – dice Raffaella Morsia, segretaria regionale della Flc-Cgil – che fa salire ad almeno duemila i posti di lavoro precari a rischio in Emilia-Romagna». E aggiunge: «Ricordo che ad oggi mancano 2.000 docenti e 1.000 assistenti per assicurare il corretto funzionamento delle scuole nella nostra regione. Una situazione drammatica, che voglio sperare si possa almeno in parte recuperare con la definizione degli organici di fatto, dopo che a luglio-agosto i dirigenti scolastici avranno dichiarato il fabbisogno di personale».
STIPENDI E ORGANICI BLOCCATI. Il blocco dei salari e del turn over sarà prolungato di un altro anno, fino al 2014. «Da una parte Tremonti ci lascia senza contratto di lavoro, dall’altro Bunetta dice che si può contrattare il merito, ma con quali risorse?», commenta Morsia. Gli esperti intanto calcolano che questa misura a regime, nel 2014, significherà 200 euro lordi mensili in meno in busta paga. Con gli organici sempre più sottodimensionati. «Dovrebbero essere tarati sul numero degli studenti iscritti – spiega la segretaria della Cgil scuola – i giudici del lavoro hanno cominciato ad accogliere i nostri ricorsi, a giudicare illegittimi i tagli. Così il Governo è intervenuto con una “interpretazione autentica” per bloccare gli adeguamenti di organico, al di sopra della legge».
VICE PRESIDI SOPPRESSI. Sono in genere docenti precari che nelle scuole più grandi aiutano il preside nei compiti di direzione e sono esonerati dall’insegnamento. La manovra li abroga. «Una misura che farà precipitare nel caos l’organizzazione scolastica», dice Morsia. Andrà a sommarsi all’accorpamento degli istituti, «cosicchè ci saranno presidi che si troveranno a dover dirigere 2-3 scuole, da soli». La chiusura delle piccole scuole dovrebbe invece risparmiare l’Emilia- Romagna, che la riorganizzazione l’ha già fatta e oggi è ha il dimensionamento più alto d’Italia, con una media di 900 iscritti per istituto.
PRECARI A CASA.«Siamo ai tagli dentro i tagli. Il governo i precari li vuole fuori – dice Morsia – e ha fatto una norma che addebita alle scuole i costi dei loro ricorsi, quando li vincono, come accade».
L’Unità 06.07.11