Lo sostengono i senatori Pd che fanno parte della Commissione Istruzione: preoccupa la terza tornata di tagli agli organici mentre cresce il numero degli alunni. Critiche alla Finanziaria: in una scuola con 700 alunni non ci sarà il preside, il vicepreside andrà in classe e crollerà la presenza del personale ausiliario. Sarà un anno scolastico di lacrime e sangue. Ne è convinto il Partito democratico, subito dopo aver preso visione dell’ulteriore “razionalizzazione” delle spese per la scuola decise dal Governo attraverso la Manovra economica 2011. A farlo presente ai rappresentanti del Governo e della Commissione Istruzione del Senato è stata la senatrice del Pd Vittoria Franco, durante un’audizione tenuta il 5 luglio.
“Sta passando sotto silenzio – ha detto Franco – ma il prossimo anno sarà di lacrime e sangue per la scuola italiana. La ministra Gelmini chiama razionalizzazione e rimodulazione un vero e proprio piano di tagli che metterà la scuola ancora di più in sofferenza: tagli al corpo docente e Ata mentre cresce il numero degli studenti; tagli agli insegnanti e alle classi, che diventano sempre più affollate. Le scuole perderanno autonomia e i relativi vantaggi in termini di qualità dell’offerta formativa”.
La senatrice del primo partito d’opposizione ha voluto prendere come esempio la Toscana, dove “a fronte di un aumento degli alunni del 2%, si prevede una riduzione delle classi del 38%, delle cattedre del 17% e degli insegnanti di sostegno del 5%, con gli organici peraltro destinati a restare bloccati nei prossimi anni, secondo quanto prevede la manovra appena approvata”.
“Diventa difficile in questo modo – ha continuato Vittoria Franco – la prevenzione della dispersione scolastica o il sostegno per l’handicap, ridotto ulteriormente, come sembra dalle prime notizie, sempre nella prossima manovra economica. Mancano persino le risorse per pagare le ore di recupero degli studenti con debiti formativi: dai 200 milioni di euro nel 2007 si passa ai 27 di quest’anno. Mentre si è creata una vera emergenza per l’edilizia scolastica. Tutte difficoltà che rendono più complicata anche la piena attuazione della legge sulla dislessia proprio nei passaggi fondamentali nei quali si prevedono piani di studio personalizzati e individualizzati. Insomma – conclude Vittoria Franco – si colpisce in maniera ottusa un bene primario come l’istruzione. Non c’è proprio nulla da difendere sull’operato del governo purtroppo per la nostra scuola”.
Un altro senatore del Pd, Antonio Rusconi, capogruppo in commissione Istruzione, se la prende con il ministro Gelmini sostenendo che dentro il testo della Finanziaria si nascondono dei preoccupanti tagli al settore istruzione. In particolare l’accorpamento delle direzioni di scuole d’infanzia, primaria e media, a cui si aggiunge l’abbattimento di esoneri dalle lezioni per i vicepresidi che operano in realtà scolastiche con non troppe classi. “Ha un bel dire il ministro – ha dichiarato Rusconi – che la misura degli istituti comprensivi non danneggia le famiglie. Si capisce che non è abituata a frequentare le scuole, soprattutto quelle dei piccoli paesi e di montagna”.
Rusconi pone un esempio di caso reale: “in una scuola elementare, più una scuola media – spiega il senatore Pd – per esempio, per un totale mettiamo di 700 alunni, non ci sarà, grazie alla manovra, il preside, il vicepreside sarà a tempo pieno in classe e, grazie all’esternalizzazione dei servizi, sarà drasticamente ridotta la presenza del personale ausiliario. Chi garantirà la sicurezza, anche fisica, dei ragazzi? Ma l’importante, si sa, è fare cassa”.
L’ultima considerazione di Rusconi apre uno scenario dagli effetti sinora probabilmente non considerati. “È falso dire – sostiene il senatore – che il piano triennale dei tagli si esaurirà quest’anno, perché andranno a regime nei prossimi tre anni le cosiddette riforme del maestro unico e della scuola superiore, con i relativi tagli di monte ore e relativo personale. Ma quando potremo dire a un giovane capace che fare l’insegnante è una professione importante nel nostro Paese e che potrà essere assunto senza fare dieci anni di precariato?”.
06.07.11