Montecitorio concede l’autorizzazione per l’ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti coinvolto nell’inchiesta P4 e la nega per il coordinatore Pdl coinvolto nell’inchiesta su G8
Via libera della Camera all’autorizzazione all’apertura delle cassette di sicurezza e ai tabulati telefonici del deputato Pdl Marco Milanese. Disco rosso, con il voto del centrodestra, per il coordinatore del Pdl Denis Verdini chiamato in causa nell’inchiesta per il G8. I pm non potranno utilizzare le conversazioni (una del 26 maggio 2009 e due del 17 giugno 2009), tra il coordinatore del Pdl e l’imprenditore Carlo Fusi.
Milanese. Per l’ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti erano arrivate due richieste dai pm napoletani nell’ambito dell’indagine sulla P4 1per la quale è stato chiesto anche l’arresto del parlamentare. A favore dell’autorizzazione all’uso dei tabulati si sono espressi 538 deputati mentre in 28 si sono opposti. A favore dell’apertura delle cassette, invece, i sì sono stati 545 e i no 23. Milanese, presente in Aula, si difende: “Sono schiacciato dal vento della calunnia, io sono innocente e nessuno di questi fatti è vero e ho un solo modo per dimostrarlo al più presto, di liberami dall’onta che mi sovrasta: che le indagini proseguano e vadano a compimento nel più breve tempo possibile”. Semivuoti i banchi del governo, occupati solo dalle ministre Pdl (Carfagna, Prestigiacomo, Meloni) e dai ministri Romani e Rotondi. Milanese, inoltre, rivolge un appello ai
deputati, citando per nome il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “Se volete essere i miei giudici dovete farlo con conoscenza, chiedete anche voi di indagare su chi mi calunnia con accuse false. Io l’ho già fatto e lo farò in seguito con denunzie formali. Chiedete che si cerchi la verità, pretendete che insieme ai miei tabulati vengano acquisiti anche quelli di coloro che mi accusano di aver fornito loro informazioni riservate”. “Questo accertamento – continua Milanese – non è stato fatto. Chiedetevi perché. Bersani, è evidente l’attacco mosso da più parti al sistema dei partiti. Non intervenire per capire cosa c’è dietro questa macchina del fango sarà per tutti noi imperdonabile”.
Verdini. Poco dopo la Camera ha respinto, con il voto dei deputati della maggioranza di centrodestra, la richiesta dei magistrati che indagano sugli appalti per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo di poter utilizzare le intercettazioni nei confronti del coordinatore del Pdl Denis Verdini. I voti a favore sono stati 301 e 278 quelli contrari (Verdini non ha votato), vanificando la mobilitazione dell’opposizione e in particolare del Pd, presente in Aula quasi al completo. “Io sono abbastanza forte e non mi distrugge nessuno – dice Verdini – ma bisogna preoccuparsi del futuro, perché è da tempo che con questo sistema di intercettazioni viene sputtanata troppa gente…”. Secco Antonio Di Pietro: “Votare ‘no’ significa far passare un principio assolutamente aberrante: chiunque parlerà con un parlamentare non potrà mai essere ‘controllato'”.
De Gennaro. “Mi sentivo spiato 2” aveva detto Giulio Tremonti per motivare la scelta di vivere nell’appartamento romano che condivideva con Milanese. Oggi, però, il direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza, Gianni De Gennaro, nega tutto: “Il ministro spiato? I servizi segreti non hanno informazioni e non ne sanno nulla”
da www.repubblica.it