Giorno: 1 Agosto 2011

Intervista a Dario Franceschini: «Per ricostruire questo Paese serve un’alleanza larga», di Simone Collini

Il capogruppo Pd alla Camera «È un’operazione titanica e avremo bisogno di tutti per gestire una legislatura di transizione. È pericoloso pensare di aver già vinto. Potremmo ritrovarci con Berlusconi al Quirinale» L’esperienza di Area democratica, partita con le primarie, sta dimostrando che si può evitare la distorsione del fenomeno correntizio, che provoca soltanto danni quando le componenti sono legate a persone e diventano strumenti di lotta interni, e che si può invece accettare l’idea che un grande partito non identitario come il nostro non deve temere la vivacità di idee e contenuti». Dario Franceschini ha appena chiuso i quattro giorni di convegno organizzati ad Amalfi da Area democratica. Il capogruppo del Pd alla Camera è soddisfatto, di questa iniziativa e del contributo dato al partito. «Con Areadem abbiamo anche dimostrato che ci può essere gestione unitaria senza rinunciare ad offrire idee al partito». Avete offerto alle altre forze di opposizione l’ipotesi di un’ampia alleanza, ma la risposta è stata no… «Il dibattito con Vendola ha dimostrato che se un grande partito ha la responsabilità …

"La deriva del partito personale", di Ilvo Diamanti

Il modello ‘Berlusconi’ ha incarnato il modo di fare politica nella Seconda Repubblica: il leader crea il partito e gli fornisce un senso. Come hanno fatto anche in parte la Lega, l’Idv, Sel e il Terzo polo. Ma ora lo Stato, diventato di fatto presidenziale, si trova di fronte a un futuro senza leader e senza partiti LA SECONDA Repubblica è ormai alla fine. Vent’anni dopo l’avvio, arranca faticosamente. Insieme agli attori che hanno contribuito a fondarla e a plasmarla. Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, per primi. In particolare, appare logoro il modello berlusconiano, imperniato sulla personalizzazione iperbolica del partito e del governo. Enfatizzata dall’uso dei media. La Seconda Repubblica: ruota intorno al partito di Berlusconi. “Personale” e non personalizzato. Perché, a differenza di quel che avviene nelle altre democrazie occidentali, il partito non agisce come una macchina per selezionare e sostenere il leader. Viceversa, è il leader a creare il partito. A fornirgli regole e valori. Identità e organizzazione. Un “partito personale”, riassunto nel corpo del Capo (come ha precisato Mauro Calise nella nuova …

"Di padre in figlio", di Lucia Annunziata

Inviando i carri armati contro la popolazione della città di Hama, la famiglia Assad si conferma la più capace genia regnante oggi nel Medioriente della Mezzaluna, se per capacità si intende saper conservare il proprio potere con crudeltà e sprezzo di ogni interesse umano che non sia il proprio. Papà Hafez al Assad, detto anche il Leone di Siria, guarda probabilmente oggi dall’alto con orgoglio la sua progenie, Bashir che è Presidente, e Maher, capo dei gruppi di élite della Guardia repubblicana che guida da mesi la repressione delle proteste. I due rampolli, arrivati sulla scena politica del Paese con la reputazione dei rammolliti (Bashir è dentista e ha conquistato il titolo con molti anni di studi a Londra), si sono rivelati in effetti in questi mesi degni eredi del Leone: la scelta di spianare Hama è del resto un perfetto omaggio a lui, il papà. Fu Assad padre infatti, nel 1982, il primo ad avere l’idea di radere al suolo, novello Attila, la città di Hama, che aveva osato ribellarsi, per farne il monumento …

"Quelli che amano il lavoro", di Bruno Ugolini

È uno dei testi che sono stati letti durante un’iniziativa della Cgil «Un treno in marcia per il Lavoro», svoltasi lo scorso aprile in Umbria. E’ apparso su www.precarietainformata.it. L’autore, Andrea Panfili lavora presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia e si è ispirato al duo Fazio-Saviano. Eccolo dunque recitare. Sono parole che fanno a pugni con la diffusa immagine del “fannullone” e descrivono insieme la complessità e difficoltà del lavoro, nonché le deficienze della macchina pubblica. : «Vado via perché devo considerare i pazienti come dei numeri / Resto perché il sorriso di una persona ripaga la fatica di una giornata di lavoro / Vado via perché i carichi di lavoro aumentano di giorno in giorno / Vado via perché gli orari sono sempre più massacranti / vado via perché sento tanto parlare di equipe, ma spesso lavoro da solo / Resto perché so che le mie fatiche ed il mio tempo sono impiegate per aiutare /Vado via perché quando chiedo al Caposala di prendere un giorno di ferie, lui mi risponde che non c’è personale …

"Un patto non dirada la nebbia", di Bill Emmott

L’ accordo quadro sulla manovra fiscale concordato ieri tra democratici e repubblicani al Congresso degli Stati Uniti e la Casa Bianca all’altro capo di Pennsylvania Avenue, non è un granché e non è nemmeno di ampio respiro. Ma quanto meno è un accordo, e assumendo che sia accettato dal Congresso durante i prossimi due giorni eviterebbe alle finanze pubbliche una crisi del tutto superflua, potenzialmente in grado di innescare una nuova crisi finanziaria globale. Anche così, non è la fine della storia, non a lungo termine. Il direttore di una rivista italiana di recente mi ha chiesto cosa pensassi circa la differenza tra la crisi monetaria dell’Europa e quella dell’America, dicendomi che a suo avviso l’America ha il grande vantaggio di avere un sistema presidenziale. Spero che non lo pensi adesso, ma in ogni caso davvero dovrebbe prestare maggiore attenzione alla Costituzione americana. Perché questo dibattito farsesco sul tetto del debito è tutta colpa dei padri fondatori: Jefferson, Washington e gli altri. Hanno progettato la costituzione americana, con tutti i suoi pesi e contrappesi, espressamente …