Il premier in Parlamento, niente “tavolo unico” con le opposizioni
Il governo ha convocato le parti sociali per giovedì mattina per un confronto sui temi della crisi. Nel pomeriggio dello stesso giorno si svolgerà anche un confronto fra le forze di opposizione con sindacati e imprese ma in un tavolo separato rispetto a quello governativo. La scorsa settimana le parti sociali avevano lanciato un appello comune al governo, inedito e dai toni drammatici, chiedendo subito un patto per la crescita, per dare un segnale di discontinuità ed evitare che la dinamica dei mercati finanziari porti a una situazione insostenibile per il paese.
Dopo un prolungato pressing del Pd, Berlusconi ha deciso inoltre di riferire mercoledì prossimo alla Camera e al Senato sulla situazione economica. A quanto si apprende, il premier potrebbe intervenire nel pomeriggio. Tempi e modi dell’intervento a Montecitorio saranno definiti nella conferenza dei capigruppo prevista domani, dove il governo ufficializzerà la disponibilità del presidente del Consiglio a informare le camere.
Il governo
Per quanto riguarda il governo, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha riferito che l’esecutivo è pronto al confronto su un’agenda di cinque punti. Tra questi: la riduzione delle tasse con il disegno di legge delega, l’avvio di una stagione di privatizzazioni e liberalizzazioni, monitoraggio degli investimenti alle imprese, verifica del rapporto tra banche e imprese alla luce di Basilea 3, relazioni industriali, ammortizzatori sociali e statuto dei lavori e taglio dei costi
della politica.
Così dopo l’approvazione della manovra, «il governo avvia il confronto con le parti sociali con lo scopo di condividere in particolare le responsabilità degli attori istituzionali, economici e sociali per la crescita dell’economia e dell’occupazione – si legge nella nota di Sacconi – dal monitoraggio degli investimenti infrastrutturali, alla riforma fiscale, al credito alle attività produttive, agli accordi sindacali aziendali ed altro ancora – aggiunge – molti sono i temi sui quali Governo e parti sociali possono e devono verificare i modi con cui convergere verso l’interesse nazionale. L’economia e la società italiana hanno buoni fondamentali sui quali e possibile costruire una maggiore crescita».
Montezemolo contro la manovra
Sulla difficile condizione in cui versa l’economia italiana è intervenuta Italiafutura, la fondazione
presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, che prende di mira l’opera di Tremonti: «La manovra varata in gran fretta dal governo per far fronte agli attacchi speculativi, per i suoi contenuti, fa tornare alla memoria gli anni Ottanta, periodo terribile per la finanza pubblica italiana. È triste osservare che dopo vent’anni nulla è cambiato – prosegue l’editoriale, pubblicato sul sito web della fondazione – la spesa corrente continua ad aumentare e per farvi fronte si ricorre, esattamente come negli anni ’80, ad aumenti delle entrate con provvedimenti estemporanei (accise, ticket, etc…) nella totale assenza di una politica economica di largo respiro».
L’opposizione
In vista degli incontri di giovedì, intanto, il segretario del Pd Pierluigi Bersani, oggi – oltre ad aver avuto contatti con Pier Ferdinando Casini e Antonio Di Pietro per spostare la data del loro incontro con le parti sociali – ha sentito anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, con i segretari generali di Cgil e Cisl Susanna Camusso e Raffaele Bonanni, con il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.
La maggioranza
Sul fronte maggioranza, infine, in vista della due giorni sulla crisi in Parlamento e a Palazzo Chigi, Pdl e Lega tentano di serrare le fila e non è escluso questa sera un ultimo vertice del lunedì pre-vacanze fra Berlusconi e Bossi ad Arcore. Con probabili commensali gli altri ministri della Lega e Angelino Alfano. Fra le cose ancora da decidere, vi è infatti la necessità, avvertita in particolare dalla Lega e, secondo alcune fonti del Pdl, dallo stesso Alfano, di non far apparire le forze politiche del centrodestra in quanto tali “tagliate fuori” dal confronto con le parti sociali. La partecipazione di Bossi o di uno degli altri due ministri leghisti, Maroni o Calderoli, all’incontro a palazzo Chigi, può sopperire per il Carroccio. Ancora da districare la questione Pdl: Angelino Alfano del governo non fa più parte ma ora è a pieno titolo il segretario del partito di maggioranza relativa.
da www.lastampa.it