Mese: Luglio 2011

"Il bando salva-Fininvest", di Vinicio Peluffo

Per le emittenti locali si profilano momenti difficili. Sventata infatti la norma salva-Fininvest, che avrebbe bloccato il maxi-risarcimento pagato due giorni fa dall’azienda del premier alla Cir, dal governo arriva un altro regalo a Mediaset (pari alla metà della somma sborsata all’Ingegnere) ma a scapito delle tv locali. In autunno, infatti, sono previste due gare per l’assegnazione di frequenze digitali. La prima è un’asta competitiva riservata agli operatori di telefonia mobile, la seconda un beauty contest per sei super-frequenze digitali: cioè sei cosiddetti multiplex verranno assegnati gratuitamente al concorrente con il punteggio più alto in una graduatoria di requisiti tecnici e commerciali. Peccato, però, che si sia aperto il bando a tutti, certificando fin da ora la vittoria di Mediaset e Rai sugli editori emergenti. A ciò si aggiunga che i nove segnali, destinati a essere venduti all’incanto agli operatori di telecomunicazione (la base d’asta è di 300 milioni di euro ciascuno), sono al momento tutti occupati da emittenti locali, a cui sono stati assegnati solo sei mesi fa. Per loro il ministro Tremonti ha …

"Quel che Tremonti non ha detto", di Sergio Romano

I pagamenti in nero sono il male oscuro dell’economia nazionale. Quanti italiani possono affermare di non avere mai ceduto alla tentazione, magari per spese modeste e cose di poco conto? Quanti possono lanciare la prima pietra senza peccare d’ipocrisia? Ma la colpa è molto più grave se attribuita a persone che hanno l’obbligo istituzionale di esigere correttezza fiscale, di fissare le regole e di punire coloro che non le osservano. Temo che il caso del ministro dell’Economia, se i sospetti delle scorse ore sui pagamenti effettuati per l’affitto del suo appartamento romano avessero qualche fondamento, apparterrebbe a questa categoria. Giulio Tremonti è stato in questi anni il custode dei conti pubblici, il cane mastino della finanza nazionale. Ha esercitato le sue funzioni con un rigore e una tenacia che hanno suscitato l’approvazione di Bruxelles e contribuito alla credibilità dell’Italia nelle maggiori istituzioni internazionali. Alcuni colleghi di governo lo accusano di averlo fatto con criteri automatici (i «tagli lineari» ) che non tengono alcun conto delle differenze che certamente esistono fra i diversi contribuenti e i …

"Destra, uguaglianza e omofobia", di Carlo Galli

Vi sono numerosi significati politici nella decisione del Parlamento – espressa a maggioranza, in una votazione che ha visto l´opposizione spaccarsi e l´Udc, com´era prevedibile, accogliere l´opinione della destra – che sia giusto non considerare l´omofobia l´aggravante di un reato (non si dice neppure un reato in sé), poiché una tutela speciale per gli omosessuali colpiti da violenza non sarebbe costituzionale, e violerebbe il principio di uguaglianza, cardine della politica moderna e della Costituzione repubblicana. È questo pathos per l´uguaglianza a suonare falso, stonato. Infatti, la destra non ama l´uguaglianza. Lo dimostra con le manovre inique – che tolgono ai poveri e al ceto medio per non toccare i ricchi (in Italia come negli Usa), e che colpiscono il pubblico impiego in misura nettamente superiore agli altri gruppi sociali; lo dimostra nella ricerca, ossessivamente iterata, della diversità davanti alla legge, a favore dei politici in generale e dei membri del governo in particolare (fino al ridicolo di votare la ministerialità di privatissimi reati ascritti al capo del governo); lo dimostra con il pugno di ferro …

Parti sociali all’attacco “Un patto per crescere”, di Sergio Giovannini

Le parti sociali vanno all’attacco, chiedono «discontinuità» e misure concrete per evitare che il paese vada sott’acqua travolto dalla speculazione e dalle incertezze dell’Esecutivo. Sotto la spinta – in particolare – di Confindustria e della sua presidente Emma Marcegaglia, ieri pomeriggio, al termine di una nuova giornata difficile in Borsa, è stata diramata una nota congiunta firmata da tutte le principali associazioni imprenditoriali e sindacali del paese: oltre a Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, l’Abi, l’Alleanza cooperative italiane (cui aderiscono Confcooperative, Lega Coop, Agci), la Cia, la Coldiretti, la Confagricoltura, la Confapi, Reteimprese italia (che raccoglie Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti), l’Ugl. Una nota da cui in serata il leader della Uil Luigi Angeletti si dissocia con un pizzico di polemica: non sono state accolte una serie di sue osservazioni e proposte di modifica, il testo è «troppo doroteo». Ma la sostanza non cambia: le parti sociali denunciano l’inazione del governo. Dieci giorni dopo l’approvazione della manovra straordinaria Berlusconi e Tremonti tacciono, e intanto sui mercati fioccano gli schiaffoni. Serve un recupero di credibilità per …

"Buoni i risultati dei test Invalsi: bene il Nord, migliorano Puglia e Abruzzo", da Tuttoscuola

Ministero dell’Istruzione ha reso noti oggi i risultati delle prove, da cui emerge che sono andate “bene le scuole del Nord”, mentre al “Centro-Sud migliorano Puglia e Abruzzo”. Sono positivi i risultati dei test Invalsi 2011. Il ministero dell’Istruzione ha reso noti oggi i risultati delle prove, da cui emerge che sono andate “bene le scuole del Nord”, mentre al “Centro-Sud migliorano Puglia e Abruzzo”. Ci sono quindi “progressi nelle competenze di base in matematica”, con gli studenti che risultano “più abituati a prove standard: aumenta il numero di domande a cui i ragazzi rispondono”. Bisogna ricordare che gli esiti delle prove Invalsi sono elaborati su un campione di oltre 40 mila studenti, appartenenti a tutte le oltre 140 mila classi oggetto della valutazione. Le rilevazioni, svolte alla presenza di un osservatore esterno dell’Invalsi, hanno coinvolto quest’anno quasi 3 milioni di studenti e, per la prima volta, sono state affrontate anche nella scuola secondaria di II grado. Nel I ciclo di istruzione è emersa “con chiarezza una sensibile riduzione delle mancate risposte, segno della progressiva …

"L’arma della questione morale", di Giorgio Merlo

Il dibattito che si è aperto nel Pd sul ritorno della cosiddetta “questione morale” non può essere liquidato con superficialità. Certo, anche su questo tema, come su quello della “casta”, è sempre bene non farsi travolgere dall’emotività e dalle parole d’ordine. Servono prudenza, responsabilità, equilibrio. Ma anche chiarezza e trasparenza. Allora cominciamo a dire cosa non si deve fare. Innanzitutto il Pd non deve’essere un partito moralista, inquisitoriale e vagamente giustizialista. Non si può trasformare un singolo, o più episodi – ancora, comunque tutti da verificare e da accertare – in un’arma decisiva per scassare un partito o distruggere le persone. La presunzione di innocenza, almeno fino a prova contraria, dovrebbe ancora essere una regola e non solo un inciampo. Se c’è qualcuno nel Pd, e purtroppo c’è, che imbraccia la questione morale per trasformarla in un’arma politica sperando di ottenere più spazi personali o di corrente è bene che si ravveda in fretta. Con il moralismo di bassa lega non si va da nessuna parte né, tantomeno, con un istinto perennemente giustizialista. In secondo …

"Lo spirito del '92 che serve al paese", di Massimo Giannini

Com´è già successo nell´Italia del ´92, in uno dei tornanti finali della Prima Repubblica, di fronte al collasso del sistema politico tocca alle parti sociali propiziare la “svolta”. Oggi la storia si ripete. Di fronte alla crisi irreversibile del berlusconismo, che precipita il Paese nella palude, capitale e lavoro si uniscono e invocano «discontinuità». Nonostante in Borsa e sui mercati piovano pietre sempre più pesanti, l´irresponsabile propaganda governativa continua a ridimensionare la portata degli attacchi speculativi contro i titoli della nostra piazza finanziaria e del nostro debito sovrano. Di fronte a questa dissennata disinformazione di massa, il comunicato congiunto di tutte le forze della rappresentanza economica e sociale ristabilisce il «principio di verità». C´è un problema europeo di fragilità strutturale dei Paesi periferici. C´è un problema americano legato al rischio-default della nazione guida della produzione e degli scambi. Ma l´Italia, proprio l´Italia, è sotto attacco, e non per caso. La sua economia non cresce, il suo debito non è sostenibile, e soprattutto la sua politica non è all´altezza del compito che la fase gli assegna: …