«La responsabilità è parola chiave per il cambiamento», intervista a Don Luigi Ciotti di Massimiliano Amato
Dobbiamo saldare le parole ai fatti, le speranze ai progetti, la memoria al fare, i diritti alle opportunità, la conoscenza alla responsabilità», dice don Luigi Ciotti al termine di una giornata intensa: mattinata a Palermo, per ricordare Paolo Borsellino e gli angelidella scorta, serata a Roma, in piazza del Pantheon, per una fiaccolata organizzata da Libera “contro tutte le mafie” con i giovani del Lazio. Una regione al sesto posto in Italia per beni confiscati alle cosche (199 immobili e 111 aziende), «a testimonianza cheRoma è diventata terreno di conquista perché c’è posto per tutti». Lei parla di rassegnazione come malattia mortale: ne vede parecchia in giro? «Ho fatto un richiamo alla responsabilità, parola svuotata di ogni significato. Se lo vogliamo veramente, il cambiamento dobbiamo viverlo in noi stessi. Altrimenti le cose resteranno immutabili. Si guardi in giro: cresce l’impoverimento delle famiglie, cresce il penale a scapito del sociale, e la gente ha smarrito profondità. Siamo nell’epoca del pensiero sbrigativo». E le mafie ingrassano. «Ingrassano perché riescono a dividere. Le ultime operazioni di magistratura e …