Giorno: 30 Luglio 2011

"La fiducia smarrita", di Michele Brambilla

Quella di Giulio Tremonti sembra, a prima vista, solo l’ennesima disavventura di un politico finito nel tritacarne delle inchieste della magistratura e dei mass media. Una situazione che ormai in Italia è routine, a causa dello scontro tra i due «partiti» più attivi nel Paese: il partito cosiddetto giustizialista e il partito cosiddetto garantista. Il primo è animato da una visione ultra giacobina del mondo (prima ancora che della politica) e pretende da ogni essere umano una condizione simile a quella dell’Immacolata Concezione. Il secondo – non facendo mai alcuna distinzione tra peccati veniali e peccati mortali, ad esempio tra una corruzione e un affitto, o tra una tangente e una multa – mira a sostenere la tesi autoassolutoria del «tutti colpevoli e quindi tutti innocenti». Sia i primi sia secondi hanno interesse a passare ai raggi x ogni minimo aspetto della vita, pubblica e privata, dei rivali. Per questo la «macchina del fango», per usare un’espressione ormai condivisa da destra e sinistra, è sempre in azione. Tuttavia, ci mancherebbe altro se la magistratura – …

"Un tesoro nascosto di 150 miliardi ecco i capitali all´estero degli italiani", di Maurizio Ricci

Tra Cayman e Bermuda, proliferano titoli e depositi anche dopo lo scudo. Uno studio di Bankitalia quantifica l´esportazione illegale di soldi. Ci sono 150 miliardi di euro sui conti clandestini che tuttora gli italiani detengono illegalmente all´estero, al riparo dagli occhi del fisco. Un centinaio è investito in azioni, fondi, obbligazioni e titoli pubblici. Il resto in depositi e conti bancari. Lo scudo Tremonti, insomma, è servito a poco: nel 2009 sono rientrati, nonostante i termini favorevoli offerti, solo fra metà e un terzo dei soldi fuori legge investiti in titoli. E´ la stima contenuta in uno studio appena pubblicato da due ricercatori della Banca d´Italia, che hanno messo a confronto una lunga serie di dati statistici. I due ricercatori – Valeria Pellegrini ed Enrico Tosti – si sono concentrati, in particolare, sugli investimenti di portafoglio, cioè in titoli, perché qui era possibile mettere a confronto i dati dei paesi che hanno emesso i titoli e sui loro acquirenti, con i dati all´altro capo della catena, cioè in Italia. Il divario che ne risulta equivale …

"E Napolitano rinvia la partenza per le ferie", di Umberto Rosso

Il presidente della Repubblica, visto il delicato momento, non vuole lasciare Roma e dà un nuovo segnale tagliando le spese del Quirinale. Casini condivide e rilancia: “Questa estate è bene che il Parlamento resti aperto”. Napolitano taglia le sue vacanze. E taglia anche le spese del Colle, con ulteriori misure di risparmio sul bilancio che saranno rese note nel dettaglio oggi. Due segnali alla politica, e ai costi della politica, in un clima di scontro fra i partiti e di crisi dei mercati che preoccupa molto il Quirinale. Con la ferita istituzionale sui ministeri al nord che resta aperta: allo stop del capo dello Stato ancora nessuna risposta, silenzio di Berlusconi e di Bossi, nessun contatto e telefonate di spiegazioni con l´inquilino del Colle. La Lega, riunita d´urgenza in via Bellerio a Milano, non fa marcia indietro ma annuncia una lettera per «non rompere» con Napolitano. Che dunque ha deciso di rinviare la partenza per le ferie, che trascorrerà come sempre a Stromboli ospite in casa di amici, quando tutto era già pronto per oggi. …

"Il decreto salva-Pompei toglie 5 milioni a Pompei", di Giuseppe Salvaggiulo

Non c’è pace per Pompei. Come se non bastassero Domus crollate, scavi fermi, intonaci scrostati, allarmi dell’Unesco, ignobili lastroni di cemento sul teatro grande (sequestrato dalla magistratura) e sprechi faraonici, il sito archeologico che il mondo ci invidia subisce ora un taglio di fondi. La beffa è ancor più atroce pensando che il salasso nasce da un intervento istituzionale promosso per aumentarli. «Merito» del decreto legge varato dal governo quattro mesi fa, denominato «Disposizioni urgenti in favore della cultura…» e presentato con plateale autocompiacimento come provvedimento salva-Pompei. Bel salvataggio: sul bilancio di quest’anno quasi 5 milioni di euro in meno, il 25 per cento circa. Un’eterogenesi dei fini tipicamente e maledettamente italiana, perché colpisce anche i beni archeologici di Roma e serve a mettere una pezza sugli scandalosi buchi contabili di un’altra soprintendenza napoletana. Accade questo. Primavera 2011: il governo si mobilita dopo i crolli dei mesi precedenti. E inserisce una norma rubricata «Potenziamento delle funzioni di tutela dell’area archeologica di Pompei». Il diavolo si nasconde nell’ultimo comma, che prevede per il ministero dei Beni …