Giorno: 29 Luglio 2011

"Il sistema istituzionale liquefatto", di Gian Enrico Rusconi

Come si permette Umberto Bossi di rispondere al Presidente della Repubblica di rassegnarsi al fatto compiuto del «decentramento» di alcuni ministeri a Monza? «I ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là, siamo convinti che il decentramento non sia solo una possibilità, ma una opportunità per il Paese». Questa non è affatto una risposta alla qualità dei rilievi che il Presidente della Repubblica ha rivolto si noti – al presidente del Consiglio, che si è ben guardato dal rispondere. A parte la scorrettezza istituzionale e la sceneggiata di Monza, siamo davanti ad un gesto di irrisione istituzionale che umilia i cittadini e ridimensiona di fatto lo stesso Berlusconi. A quando il trasferimento (pardon, il decentramento amministrativo) di Palazzo Chigi ad Arcore? Non mi pare che la classe politica nel suo insieme – alle prese con il fango della corruzione – si sia resa conto della gravità di quella che l’opposizione si è limitata a chiamare «farsa». In realtà rischia di essere una trappola istituzionale dalle conseguenze imprevedibili. Eppure il presidente del Senato Schifani, con aria …

"Tutto in suo nome", di Aldo Schiavone

Il Parlamento è prigioniero degli incubi di un uomo che è stato un leader e che ora non riesce a pensare ad altro che alle sue paure e alle sue ossessioni. Non vi sono strategie, non vi sono programmi. La salvezza privata si fa ragion di Stato e diventa l´unico orizzonte in cui muoversi. Allungare i tempi del processo penale con una modifica legislativa che sarebbe un azzardo chiamare riforma, è l´ultima cosa di cui l´Italia avrebbe in questo momento bisogno. Con una scelta senza precedenti, tutte le forze produttive che tengono in piedi il nostro sistema economico hanno chiesto solennemente una svolta, una “discontinuità” nella politica e nel governo. Ogni giorno appare sempre meglio che la manovra appena votata non basta, e che bisognerà probabilmente impostarne una nuova, probabilmente drammatica. La speculazione finanziaria ha puntato il mirino sulla nostra fragilità finanziaria. Un numero crescente di famiglie sente sul collo il fiato di una povertà che sembrava dimenticata per sempre. Eppure tutto questo non basta. Che l´Italia attraversi la crisi più grave dal dopoguerra non …

Crisi, la Germania ci «scarica» e Prodi s'infuria

Si chiude un’altra giornata di fuoco per i titoli di Stato italiani, con lo spread balzato a oltre 330 punti e i tassi decennali in asta ai massimi dal 2000. È il mercato del debito europeo a soffrire: lo spread dei titoli spagnoli ha sfondato i 350 punti, Irlanda e Portogallo viaggiano sopra gli 800, l’euro è sotto 1,43 dollari. Ma l’Italia – che pure si tiene a distanza di sicurezza dai Paesi europei che hanno ricevuto il salvataggio – è al centro dell’attenzione dei mercati. Sia per le dimensioni ingenti del suo debito pubblico, che ne fanno un ‘bastione’ di difesa della moneta unica. Sia per i timori contingenti riguardanti la stabilità politica del Paese, alimentati dai voci e indiscrezioni. Il risultato: movimenti speculativi e molti investitori che si allontanano, con lo ‘spread’ sul Btp a dieci anni oggi a 337, un soffio dai 350 punti segnati le corse settimane che rappresentano il massimo da quando esiste l’euro. È in questo contesto che si è svolta l’asta sui titoli italiani di stamani, attesissima dopo …