"Un paese impoverito e l'erosione della legalità", di Nadia Urbinati
Chi governa un Paese non dovrebbe sottomettere le proprie scelte a nessun´altra autorità che non sia la legge: qui sta il seme della libertà e anche la condizione del benessere, individuale e collettivo. Su questa massima si sono trovati d´accordo conservatori e democratici, i seguaci di Edmund Burke e di Jean-Jacques Rousseau. Nonostante la sua generale condivisione, però, questa massima di prudenza e di buon senso ha trovato forti resistenze. Chi scriverà la storia del nostro Paese e la potrà raccontare senza incontrare diffidenze ideologiche si troverà probabilmente a dover dar conto degli effetti sociali che questa resistenza ha prodotto nel corso degli ultimi decenni, per esempio della correlazione tra impoverimento generale e deperimento del senso della legge, e poi, immancabilmente, tra essa e il declino del senso di giustizia sociale. L´escalation delle manovre economiche è in qualche modo un riflesso e un´indicazione di questa storia. L´incontro nefasto di questi fattori ha accompagnato il graduale declino economico e sociale, un declino il cui inizio è databile agli anni ´80 e ai governi ispirati o guidati …