Gli scandali inglesi, ora dovrebbe essere abbondantemente chiarito, funzionano in modo diverso da quelli italiani. In Italia gli scandali iniziano con una rivelazione apparentemente enorme ed enormi quantità di attenzione, ma poi diventano sempre più piccoli e l’attenzione svanisce. In Gran Bretagna è il contrario: i nostri scandali partono in sordina ed emergono lentamente, ma poi diventano sempre più grandi. E così non possiamo ancora prevedere quanto si allargherà ancora lo scandalo, ormai di ampia portata, che ha investito i giornali di Rupert Murdoch e la polizia di Londra.
Quello che appare chiaro è che Rupert Murdoch, 80 anni, architetto e forza trainante del più grande gruppo mediatico del mondo, ieri ha interrotto la testimonianza del figlio James davanti alla commissione parlamentare ristretta per dire: «È il giorno più umiliante della mia vita». Non possiamo giudicare quanto fosse sincero quando l’ha detto. Ma possiamo dire che lui, la sua famiglia e la sua compagnia hanno sofferto sia una grande umiliazione sia un colpo mortale per il loro potere politico. E’ molto probabile che lo scandalo causerà anche un vero e prolungato danno commerciale.
News Corporation ha già dovuto chiudere il suo giornale più redditizio in Gran Bretagna, News of the World, e abbandonare l’offerta per acquistare i due terzi di British Sky Broadcasting che non possiede. I restanti quotidiani nazionali – Sun, Times e Sunday Times – appaiono vulnerabili per l’abbandono degli inserzionisti e dei dirigenti e della redazione. E c’è un rischio, piccolo finora, che le indagini si estendano anche alle operazioni americane di News Corporation.
A lungo termine, e nel più ampio interesse nazionale, i problemi di Rupert Murdoch e della sua compagnia non sono le questioni più importanti in questo scandalo. Le questioni più importanti riguardano le accuse di corruzione della polizia da parte dei giornalisti, la regolamentazione per i media in Gran Bretagna, e il rapporto tra politici e mezzi d’informazione. Eppure anche così, lo spettacolo di uno tra i più potenti magnati dei media a livello mondiale interrogato in Parlamento in merito allo scandalo, era estremamente avvincente. Verrà ricordato per molto tempo a venire.
La cosa più memorabile, per questo spettatore, è la percezione di quanto all’oscuro sembri o pretenda di essere il signor Murdoch dell’operato dei suoi giornali in Gran Bretagna, dei casi legali che coinvolgono queste aziende, e persino delle strutture che si immagina gestissero quei giornali.
L’immagine che passava era quella di un uomo che aveva perso i contatti con un impero mediatico diventato troppo grande e troppo complesso per essere gestito da una sola famiglia. Immagine rafforzata dai frequenti silenzi che seguivano una domanda, a cui spesso Rupert Murdoch rispondeva semplicemente «no». Era come se questo uomo d’affari una volta grande e potente stesse lottando per capire la domanda e trovare almeno una risposta. Naturalmente, i suoi avvocati gli avranno consigliato di stare molto attento e di dare risposte il più brevi possibile, ma l’impressione data andava oltre la prudenza.
In Gran Bretagna è ormai diffusa la sensazione che Rupert Murdoch sia uomo del passato: che né lui né la sua famiglia torneranno a essere potenti o influenti nei media o in politica. Cosa che non si può dire degli Stati Uniti, dove Fox Tv e le aziende cinematografiche e il Wall Street Journal gli danno ancora un’enorme potenza commerciale e qualche influenza politica. Ma in Gran Bretagna stiamo entrando in una nuova era.
Quello che ancora non si sa è in che modo sarà nuova o diversa quest’era. Il motivo per cui non lo sappiamo è che ogni giorno emergono nuovi elementi dello scandalo: in questa sola settimana, a parte la testimonianza di Murdoch, i più importanti sviluppi hanno incluso le dimissioni di due tra i poliziotti più in evidenza della Gran Bretagna e la morte di un giornalista che era stato ampiamente citato perché aveva denunciato la condotta illegale del suo ex datore di lavoro, il News of the World, e del suo ex direttore, Andy Coulson, diventato poi responsabile della comunicazione per il nostro primo ministro David Cameron.
E, in parallelo alle indagini, sono state avviate due pubbliche inchieste indipendenti per riferire sul comportamento dei media e su quello della polizia. Rimane aperta la questione di quanto questo scandalo possa danneggiare seriamente David Cameron, alcuni membri del suo partito hanno addirittura iniziato a parlare apertamente della possibilità di sue dimissioni. Che allo stato delle cose appaiono improbabili.
La sua decisione di assumere il signor Coulson, nonostante il suo passato come direttore di un giornale accusato di attività illegali, è stata chiaramente pessima, soprattutto per averlo tenuto in servizio così a lungo. Ma fin qui questa è una prova di cinismo piuttosto che di corruzione o di illegalità, e non vi è nulla di nuovo nel cinismo dei politici. Le sue dimissioni richiederebbero nuove rivelazioni su di lui che svelassero che sapeva più di quanto non abbia ammesso finora sul coinvolgimento del signor Coulson in atti illegali, o rivelazioni su qualche altro comportamento illecito.
Lo sviluppo più importante riguarda proprio la polizia. Questo è importante in senso immediato: il fatto che due alti ufficiali si siano dimessi significa che quegli uomini personalmente, e molti dei loro colleghi, possono ora avere un motivo per svelare nuove informazioni o nuove prove che potrebbero danneggiare News Corporation, altri giornali o anche il signor Cameron e altri politici. Ma è anche importante in un senso più profondo: la polizia è sotto inchiesta, come istituzione, sia per non aver applicato correttamente la legge sulle intercettazioni telefoniche, sia perché accusata di essere stata pagata da giornalisti e investigatori privati per avere informazioni, cosa che è illegale.
Queste indagini sono scioccanti ma non del tutto nuove. La Gran Bretagna ha già avuto in passato scandali e indagini sulla corruzione nella polizia. Quelli precedenti riguardavano tangenti versate da bande criminali. Lo shock di queste accuse è l’idea che la polizia possa aver venduto informazioni private su gente comune, persone che dovrebbe proteggere.
Alla fine, questo scandalo svanirà e guariranno le ferite che ha prodotto. Un punto di forza della Gran Bretagna è che ha vigorosi anticorpi nella sua democrazia, grandi risorse che faranno piazza pulita delle infezioni e degli abusi di potere. Certo, non sappiamo ancora quando questo accadrà, né quanto possa dilagare lo scandalo.
Ma nel caso che noi giornalisti ci eccitassimo troppo al riguardo, dovremmo prendere nota di un sondaggio che è stato pubblicato ieri sul quotidiano Guardian: diceva che, nonostante lo scandalo, il partito conservatore ha riacquistato vantaggio sui laburisti, e i loro partner nella coalizione, i liberaldemocratici, hanno pure riguadagnato popolarità. Può essere che il pubblico inglese si preoccupi di questo scandalo meno di quanto fanno i media.
Traduzione di Carla Reschia
La Stampa 20.07.11