Giorno: 18 Luglio 2011

"Quel soffitto di cristallo che nega il merito", di Aldo Bonomi

Le quote rose sono legge. Bene. Un po’ d’innovazione dall’alto non fa male, apre spazi, discussioni e coscienza di sé, diritti. Da far valere quando le donne si trovano sopra la testa quel “soffitto di cristallo” da cui si vedono le posizioni apicali nella società, nelle imprese, nelle professioni e in politica. Sembrano a portata di merito, ma negate nel merito. «Con merito e nel merito», appunto, è stata titolata la sintesi di una ricerca realizzata da UniCredit intervistando 200 donne che ce l’hanno fatta a rompere il soffitto di cristallo. Ci è utile per capire che oltre all’innovazione dall’alto delle quote rosa, solo da un sommovimento dal basso delle élite al femminile sarà possibile rompere il soffitto di cristallo e far diventare realtà ciò che per legge è immaginato. Sono sette i luoghi sociali, i laboratori delle quote rosa dal basso. Le avanguardie di questa onda rosa stanno nelle grandi organizzazioni imprenditoriali e regolative ove sta emergendo una classe dirigente femminile capace di ottenere ottimi risultati e farsi valere. Il tema della leadership ha …

"Pochi prof. le scuole iniziano a rifiutare studenti", di Fabio Luppino

Non sarà come essere rifiutati da quattro ospedali e poi morire. Ma non trovare una scuola, vedere rifiutata la propria iscrizione e andare a studiare sempre più lontani da casa è quasi come una morte. Traslata, nel tempo, che pagherà il soggetto, ma anche tutti noi, lo Stato. Incredibile, ma vero sta accadendo in questi giorni per un gran numero di studenti in ogni parte del Paese. La riduzione dei docenti per l’ulteriore attuazione anche nei licei della riforma Gelmini e l’applicazione rigida (su disposizione del Miur) della possibilità massima di alunni per classe (circa 30, a volte anche di più) hanno come conseguenza il rifiuto delle iscrizioni. L’organico è fatto e non più allargabile, le sezioni anche. Tanti saluti a chi cerca di cambiare scuola per un pronto riscatto o a quei ripetenti che vedono off limits a volte poter rimanere nel loro istituto. Arrivano segnalazioni dal Lazio e anche dal Nord: il sindacato nazionale se ne sta già occupando. È un fenomeno su cui riflettere. Di solito questo è accaduto, o poteva accadere, …

«Fiat, basta con le minacce ora gli investimenti», di Oreste Pivetta

Ventiquattro ore e più dopo la sentenza, la lettura resta complicata e le interpretazioni incerte. Soprattutto non si colora d’azzurro il cielo sopra le fabbriche italiane: arriveranno o no gli investimenti promessi da Marchionne? L’avvenire è oscuro e sono preoccupati più a Torino che a Pomigliano, lo stabilimento al centro della contesa giudiziaria, perché bene o male la Fiat settecento milioni a Pomigliano li ha impegnati e a Pomigliano, bene o male, a ottobre dovrà partire la nuova linea di produzione della Panda, la nuova Panda, che s’attende per l’anno prossimo, carta sperata di rilancio in un mercato sempre più magro. La Fiat e i suoi tira e molla, la Fiat e la sua voglia di uscire da Confindustria, di far da sé, di poter decidere da sé, indisturbata, la Fiat sempre un passo avanti nell’attacco del contratto nazionale, «per partire – sostengono al Lingotto ed è ormai un ritornello – almeno alla pari con un concorrenza che per noi è globale». Che cosa resta? Pare che Marchionne reciti sempre la stessa parte: prima le …

"La primavera delle parole", di Ilvo Diamanti

È cambiato profondamente il linguaggio degli italiani. Anche se a uno sguardo distratto la mappa che raffigura il nostro Lessico potrebbe suscitare un senso di “dejà vu”. Il successo attribuito a Internet, ma soprattutto al Bene comune, alla Solidarietà, all´Energia pulita, alla Partecipazione… Il trionfo dei buoni sentimenti. Che tutti dichiarano e pochi praticano. Una reazione comprensibile di fronte alla graduatoria delle parole elaborata da Demos-Coop in base alle opinioni di un campione rappresentativo della popolazione. Tuttavia, i “buoni sentimenti” non hanno goduto di grande popolarità, fino a poco tempo fa. Al contrario. Basti pensare, per primo, al “bene comune”, divenuto il manifesto del cambiamento sociale, annunciato dai referendum (anzitutto, sull´acqua pubblica). Ieri: era una formula in-dicibile per chi volesse avere successo. Il “bene” lo si faceva senza, però, dichiararlo. Tanto più se “comune”. Attinente, cioè, alla sfera pubblica e comunitaria. Perché prevalevano altri riferimenti: l´individualismo, la furbizia, il cesarismo, il localismo. L´amorale pubblica e il cinismo, d´altra parte, sovrastavano largamente la morale e il civismo, tra i valori della società. Dove l´anest-etica – l´indifferenza …