Giorno: 16 Luglio 2011

"Lo scandalo TG1 nella TV di regime", di Giovanni Valentini

La crisi del Tg 1, crisi di ascolti e di credibilità, ormai non è più un caso che riguarda soltanto la Rai o in generale il sistema televisivo italiano. È uno scandalo di regime. Il paradigma di una crisi più vasta, politica e istituzionale, che corrode lo Stato compromettendone la stabilità e la tenuta. L´agonia di un potere in coma irreversibile, attaccato disperatamente al respiratore artificiale di una tv subalterna e compiacente. C´è un danno emergente e un lucro cessante in questa parabola della maggiore testata televisiva nazionale. Ma anche qui non si tratta solo della Rai. Per l´azienda di viale Mazzini, il danno emergente è rappresentato dal calo progressivo degli ascolti e di conseguenza della raccolta pubblicitaria: “La grande fuga”, la definì già un anno fa in copertina “Il Telespettatore”, mensile dell´Aiart, l´associazione degli utenti cattolici di cui è presidente Luca Borgomeo. Il lucro cessante è la svalutazione di un cespite aziendale, in termini di affidabilità, di autorevolezza e di prestigio. Ed entrambi i fattori favoriscono, naturalmente, la concorrenza privata che fa capo per …

"2011, fuga dagli atenei. Tra sfiducia e tagli il crollo delle iscrizioni", di Maria Grazia Gerina

Dopo il diploma ci si ferma: le matricole sono precipitate in 7 anni con un -9%. Storie di ordinaria esclusione tra la forbice ricchi-poveri e la chimera «borsa». Figlio di un operaio o figlio di un petroliere fa lo stesso», scrive Roger Abravanel, già consulente della McKinsey&Company e ora consigliere del ministro Mariastella Gelmini: quello che conta è il merito. Vallo a raccontare a Girolamo, figlio di un camionista e di una casalinga, nato e cresciuto a Palmi, Calabria. Girolamo ha vent’ anni, è perito informatico e vorrebbe laurearsi. Lo scorso settembre, appena diplomato, si è messo a inseguire la chimera di una borsa di studio e di un alloggio alla Casa dello studente di Cosenza. Alla fine, anche se aveva superato il test a numero chiuso, si è scoraggiato. E non si è più iscritto. Quest’anno ci riproverà, in proprio: «Facendo un po’ il cameriere, unpo’ il meccanico ho messo da parte 700 euro». Per mantenersi all’università da fuori sede, in un anno ce ne vogliono 7mila. Storie di ordinaria esclusione dall’università italiana. Sempre …

"Nessuna finanziaria per queste famiglie?", di Adriano Sofri

L´ISTAT, ieri: i cittadini italiani poveri, cioè che vivono con meno di mille euro al mese per due persone, sono il 13,8 per cento. (In Germania, scriveva una lettrice di Repubblica, la stessa soglia vale per una sola persona). Quasi poveri sono il 7,6 per cento. Più di 8 milioni i primi. Quasi 3 milioni i secondi. Quanto ai “poveri-poveri” – quelli che non hanno il minimo per vivere, quelli poveri da morire e infatti muoiono, o sopravvivono come topi di discarica – sono 3 milioni e 129 mila persone. Poi ci sono quelli a rischio di povertà. Nel complesso, circa un quinto della popolazione. Gli altri stanno tutti bene, grazie. Ora, l´osservazione è: 11 milioni di poveri, e in particolare 3 milioni e 129 mila persone che si trovano al di sotto della soglia “minima necessaria” per “una vita minimamente accettabile”, non sono una causa sufficiente, e anzi urgente, per varare una manovra economica da votare entro la prossima settimana? Non lo sono, evidentemente. Solo a dirlo, come ho appena fatto, si passa per …