È in corso all’interno del Pdl una raccolta delle firme per protestare contro la manovra da domani al voto del Senato (al momento sarebbero circa un’ottantina). «Fino a quando non verrà tolta la norma che abolisce gli ordini professionali, noi il testo – assicura un avvocato del Pdl – non la voteremo mai dovesse anche cadere Tremonti». «È sconcertante che nel Pdl ci sia chi è pronto ad affondare il paese per difendere privilegi e rendite di posizione. Minacciare di non votare la manovra per difendere la propria corporazione è inconcepibile. Il Pdl è irresponsabile e dimostra di non avere alcuna attenzione nei confronti dei problemi del Paese». Lo dichiara Oriano Giovannelli, responsabile Forum Pubblica amministrazione del Pd. «Il Pdl ha sempre irresponsabilmente assecondato gli interessi delle caste, forte con i deboli e debole con i forti, oggi questo gioco deve finire perché non solo è ignobile ma rischia di affondare l`intero Paese», conclude.
Un’altra norma contro la quale si stanno alzando le barricate tra i berlusconiani è quella che renderebbe incompatibile l’incarico di parlamentare con quello di sindaco o di presidente di Provincia. Solo alla camera gli ‘interessati’ sarebbero 9 presidenti di provincia e 6 sindaci. «E state pur certi – si assicura ancora nel Pdl – che anche quella norma deve saltare se vogliono che votiamo la manovra».
È un articolo della manovra, il 39-bis, ad aver irritato numerosi esponenti del Pdl. Nel provvedimento economico, in discussione al Senato, è inserita «una norma generica in cui si parla della liberalizzazione delle professioni e si fa riferimento all’abolizione degli ordini», spiega un avvocato del partito di via dell’Umiltà. Per questo motivo alla Camera è stata avviata una raccolta firme per protestare contro questa norma. Fonti parlamentari del Pdl parlano di circa una cinquantina di firme già consegnate a Palazzo Madama, tanto che il governo è al lavoro per cercare di superare questa ‘impasse’.
I firmatari infatti minacciano di non votare la manovra qualora non venga cambiato l’articolo in questione. A preoccupare molti parlamentari del Pdl è anche un emendamento firmato dai capigruppo dell’opposizione al Senato che tra l’altro prevede l’incompatibilità di cariche, l’equiparazione degli stipendi di deputati e senatori a quelli di pari grado in Europa e cambiamenti nel sistema dei vitalizi. Per quanto riguarda quest’ultimo tema l’emendamento specifica: «Gli uffici di presidenza delle due Camere adottano sistemi previdenziali basati sul metodo di calcolo contributivo, prevedendo requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso ai trattamenti corrispondenti a quelli applicati ai lavoratori dipendenti, ai sensi della disciplina pensionistica vigente». L’emendamento è firmato da Pd, Idv e Udc.
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