Nella latitanza del presidente del Consiglio, il PD si sta assumendo una responsabilità seria. Con Udc e Idv prepareremo pochissimi emendamenti. Dopo un passaggio alla Camera chiederemo che il Governo vada via. “Stiamo vivendo un momento difficile ma nessuno può smarrire l’idea che l’Italia ce la può fare a superare la crisi. Detto questo ribadiamo però che questa manovra è insoddisfacente e non la voteremo”. Così la presidente dei senatori del PD, Anna Finocchiaro ha introdotto la conferenza stampa dei democratici sulla manovra finanziaria che ha cominciato il suo iter a Palazzo Madama.
“Intanto mancano 15 miliardi. È necessario che il governo presenti un disegno di legge di delega fiscale che dia regole di contabilità. Oggi durante la riunione dei capigruppo in Senato chiederemo di approvare la manovra nel più breve tempo possibile, senza rinunciare a tre punti chiave: crescita, equità e regole”.
“Chiediamo che ci siano delle norme ad aiutare donne e giovani oggi marginalizzati nell’occupazione e nel reddito. Sul versante della crescita torniamo su due questioni: debiti delle pubbliche amministrazioni e patto di stabilita dei comuni”.
“Nella latitanza del presidente del Consiglio, il PD si sta assumendo una responsabilità seria. Con Udc e Idv prepareremo pochissimi emendamenti. Dopo un passaggio alla Camera chiederemo che il Governo vada via. Questo Paese sta pagando drammaticamente l’incapacità di Berlusconi”.
“Aderiamo convinti all’appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ci assumiamo le nostre responsabilità di collaborare alla manovra finanziaria per il bene dell’Italia”. Così Enrico Letta, vicesegretario del PD, che ha aggiunto: “Diamo il nostro contributo di serietà nel periodo più brutto dell’Italia negli ultimi 19 anni”.
“Ci auguriamo – ha continuato Letta – che il governo recepisca il nostro messaggio. Noi ci confronteremo con la maggioranza solo nelle sedi istituzionali, quindi in Senato a partire da oggi.
Alla situazione dell’Italia sui mercati “riteniamo debba essere data una risposta a livello europeo e a livello nazionale. Pensando di dare un contributo di serietà, noi proporremo al Governo poche ma significative modifiche alla manovra, che così come è non funziona. In particolare saranno proposte modifiche all’aumento dell’imposta di bollo sui conti titoli, alle norme sulle pensioni, sul patto di stabilità per gli enti locali, gli ammortamenti delle concessioni, la sanità e le liberalizzazioni, con lo scorporo di Snam Rete Gas da Eni”.
“E’ necessario arrivare a un vero e proprio divieto delle vendite allo scoperto”. Questo sarebbe un “intervento forte” per evitare le speculazioni sui mercati finanziari sui debiti dei Paesi.
Sono proposte, ha aggiunto Letta, che “ci auguriamo che il Governo recepisca, perché questa manovra deve vedere gesti responsabili delle opposizioni, ma anche la maggioranza deve fare la sua parte nel togliere tutto ciò che non è nell’interesse del Paese. Così come togliere tutto ciò che è interesse di parte come ad esempio le norme sulle quote latte”.
Sul fronte delle pensioni “bisognerebbe togliere tutte le norme e prima intervenire su quelle dei parlamentari. Non è una questione di negoziato né di condizioni che poniamo al Governo, noi poniamo questi temi, poi sarà il Governo a dover decidere e a prendersi le responsabilità. Noi siamo convinti che l’Italia possa superare le difficoltà”.
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