Giorno: 10 Luglio 2011

"La grandezza indicibile di Rubino", di Roberto Benigni

Addio a Salmonì, memoria della comunità ebraica romana. Ispirò «La vita è bella» È morto a 91 anni Rubino Romeo Salmonì, sopravvissuto ad Auschwitz, memoria della comunità ebraica romana, a cui si ispirò Roberto Benigni nella scrittura del film «La vita è bella». Abbiamo chiesto a Benigni di raccontarci cosa lo colpì nel loro incontro. Rubino Romeo Salmonì era un personaggio davvero speciale, che ho tenuto sempre nel cuore. Lo avevo conosciuto mentre preparavo «La vita è bella», insieme ad altri ebrei romani che mi avevano raccontato la loro storia, il dramma della deportazione. Mi era rimasto impresso nella memoria e non l’ho dimenticato perché nel suo modo di ricordare le cose aveva una leggerezza particolare, difficile da immaginare e che colpiva tutti. Potrei dire che aveva un aspetto ilare, che nel suo modo di essere, di presentarsi e di raccontare c’era un lato comico speciale. Aver passato quell’esperienza tremenda ed essere capace di vivere così è dimostrazione di una grandezza indicibile. Gli incontri con uomini come Rubino sono quelli che ti cambiano in profondità, …

"Prodi: «L’Italia paga per la debolezza di questo governo»", di Francesco Cundari

L’allarme per l’attacco della speculazione contro l’Italia si inserisce nel contesto della crisi dell’Europa, dice Romano Prodi, ma se in questo quadro l’Italia ha preso «la bastonata più forte» è perché «lo scossone europeo ha coinciso con un momento di grande debolezza e di fortissime tensioni interne al governo italiano». Negli ultimi anni Romano Prodi ha scritto molto e parlato poco. Ha partecipato al dibattito pubblico più attraverso articoli e interventi d’occasione che attraverso interviste. In questo caso, l’occasione è offerta dagli auguri che l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea ha voluto fare al nuovo direttore dell’Unità, «tanto più doverosi in un momentoc osì difficile per la stampa quotidiana». Certo non è un momento facile nemmeno per l’Italia nel suo complesso. Qual è la sua impressione, all’indomani del tracollo della borsa e dei titoli di stato sui mercati? «Sono problemi che partono da lontano. Pesa, in particolare, l’incapacità della leadership europea di affrontare i problemi della moneta unica. Ormai è più di un anno che si continua a rinviare, lasciando così uno spazio …

«Non sempre è giusto salvare i figli», di Ferdinando Camon

A Vaprio d’Adda, nella provincia milanese, in piena notte, un figlio di 34 anni travolge con l’auto un ragazzo in bicicletta e scappa, e suo padre di 76 anni si presenta dai carabinieri per dire: «Sono stato io, arrestatemi, voglio pagare». I carabinieri non gli credono. Indagano freneticamente, e all’alba scoprono il vero colpevole, che alla fine confessa. Qui s’impone una domanda: un padre pronto ad andare in prigione al posto del figlio, lo ama? Gli fa del bene? Lo aiuta? Non tutti i lettori saranno d’accordo, ma bisogna rispondere di no. Certo, l’amore è disposizione al sacrificio, chi ama soffre nel vedere l’amato che soffre, vorrebbe mettersi al suo posto. Ma chi ama non può togliere un diritto all’amato. Deve anzi aiutarlo a far valere i suoi diritti, ad attuarli. Noi diciamo sempre che chi ha ucciso, sia pure colposamente, ha il dovere di espiare, scontando la pena. È una formula imprecisa, anzi errata. La formula giusta è: chi ha fatto un omicidio, colposo o colpevole, «ha il diritto» di espiare. Se non lo …

"Un regno che affonda in un mare di scandali", di Eugenio Scalfari

LA FINE d’un regno ha sempre un andamento drammatico e talvolta addirittura tragico. Pensate a Macbeth e a Lear ma anche a Hitler e a Mussolini, dove la realtà sembra imitare i vertici della letteratura. Talvolta però alla cupezza del dramma si accompagna la sconcia comicità della farsa; sconcia perché inconsapevole e quindi cupa e drammatica anch’essa. Vengono in mente alcuni comprimari del fine regno berlusconiano: Brunetta, Gasparri, La Russa, Quagliariello, Sacconi, Ghedini, Prestigiacomo, Gelmini, Alfano e il suo partito degli onesti. Con Calderoli siamo al culmine della comicità inconsapevole, a cominciare da come si veste e da come cammina: non è un pavone che esibisce la sua splendida ruota e neppure un tacchino con i suoi bargigli, ma ha piuttosto l’andare del gallinaccio, il più sgraziato dei pennuti. Bossi no, non è comico ma profondamente drammatico: un leader lucido e sensibilissimo a cogliere gli umori della sua gente, cui la malattia aveva addirittura conferito un di più, quella parlata inceppata, quei gesti di una volgarità voluta, quella faccia segnata ma non rassegnata: così era …

«La lezione delle "nonne"», di Giovanna Zincone

Il movimento delle donne riprende finalmente fiato: le manifestazioni di febbraio e le assise di Siena di questi giorni lo testimoniano. Auguriamoci però che funzioni meglio del suo antenato prossimo. Il femminismo degli Anni Settanta è stato come l’algebra: erano poche quelle che sapevano insegnarlo, non abbastanza quelle che avevano voglia di impararlo. Una quota troppo significativa delle femministe di allora era assorbita dall’autocoscienza in piccoli gruppi, talora persino impantanata in astruse teorie che si sforzavano di dimostrare l’insuperabile differenza tra i sessi allo scopo di promuovere la separazione culturale e politica dal mondo maschile. Ma questo femminismo troppo introverso e isolazionista ha avuto il grande pregio di rivendicare autonomia e dignità. E, nell’insieme, nonostante questi limiti, il femminismo delle nonne – come hanno ricordato ieri Mariella Gramaglia su «La Stampa» e Benedetta Tobagi su «Repubblica» – ha ottenuto molto. Ma i successi pratici si devono soprattutto ad un’altra componente, quella pragmatica: alle reprobe che hanno dirazzato portando istanze femministe nei partiti e negli organismi rappresentativi, magari alleandosi con maschi non necessariamente radicali, ma fautori …

"E il Pd resta maggioritario", di Stefano Menichini

Molta gente tira un sospiro di sollievo, ora che Stefano Passigli ha annunciato la sospensione della raccolta delle firme (peraltro mai partita) per un referendum che avrebbe riportato in vita il sistema proporzionale. Ha perfettamente ragione Rosy Bindi: «È una buona notizia». Perché adesso, sgombrato il campo da tentazioni che avrebbero riportato il sistema politico indietro di anni, il Pd può serenamente lavorare ad una sua proposta da porre rapidamente all’ordine del giorno del senato. Tira un sospiro di sollievo Bersani, che per questo esito aveva lavorato, seppure – secondo noi – palesando un ritardo che non ha impedito l’accendersi delle polemiche interne. Sollievo anche qui a Europa, che aveva auspicato questo finale. Ma soprattutto sono comprensibilmente soddisfatti tutti quelli che stanno lavorando per un referendum che riporti in vita il Mattarellum, i vari Castagnetti, Parisi, Veltroni e gli altri che sul punto fondamentale della difesa del bipolarismo e del diritto degli elettori a scegliere chi li governa non mollano. Il deterrente ha funzionato. È andata come a Risiko: i proporzionalisti hanno attaccato ma avevano …