Giorno: 5 Luglio 2011

"Come buttare 14 miliardi senza fare quasi nulla", di Sergio Rizzo

Sono passati più di dieci anni da quando Silvio Berlusconi disegnò a Porta a Porta il grande piano infrastrutturale che avrebbe dovuto modernizzare l’Italia. Per fare un paragone storico, nel decennio compreso fra il 1861 e il 1872 vennero costruiti in Italia circa 5 mila chilometri di ferrovie. Ma senza andare tanto a ritroso, la realizzazione dei 754 chilometri dell’Autostrada del sole, fra il 1956 e il 1964, richiese appena otto anni di lavori. A un ritmo di 94 chilometri l’anno il Paese cambiò faccia. Non siamo nell’Ottocento e nemmeno negli anni del boom, d’accordo. Resta il fatto che dal 2001 a oggi è cambiato poco o nulla. Tranne qualche eccezione, come il Passante di Mestre (fatto in regime di commissariamento e tuttora commissariato) quelle infrastrutture del sogno berlusconiano sono rimaste segni di pennarello nero su un foglio bianco. A dispetto delle promesse e delle favole che ci vengono frequentemente raccontate. Il 10 dicembre 2010 il presidente del Consiglio ha detto: «Nei prossimi due anni di legislatura apriremo cantieri e ne completeremo per 55 miliardi …

"Eternit, le vittime sono tremila. Chiesti 20 anni per i dirigenti", di Vincenzo Ricciarelli

Vent’anni di reclusione. È questa le richieste del pm Raffaele Guariniello al termine della sua requisitoria nel processo Eternit che si celebra a Torino contro il miliardario svizzero Stephen Schmideiny e per il barone belga quasi novantenne Louis de Cartier accusati di disastro ambientale doloso in relazione alla dispersione dell’amianto dai loro stabilimenti e omissione volontaria di cautele nel luoghi di lavoro. E sarebbero circa tremila, secondo la procura, le vittime della fibra killer dal 1966a oggi nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale dell’amianto, 1600 soltanto a Casale Monferrato. «Una tragedia immane», l’ha definita Guariniello nel corso della sua requisitoria. «In tanti anni non avevo mai visto una tragedia come questa, che ha colpito regioni diverse nel nostro paese, popolazioni di lavoratori e di cittadini, che continua a seminare morte e che continuerà a farlo chissà per quanto». E proprio in relazione alla continuazione del delitto ilpmha chiesto la pena di venti anni rispetto ai 12 previsti per questo tipo di reato. «È praticamente il massimo possibile della pena – ha osservato Sergio Bonetto, legale …

"Lo spettacolo che non fa ridere", di Salvatore Settis

La sindrome di Salò che assedia l´armata Brancaleone al governo fa spettacolo ma non fa ridere, perché trascina il Paese nel baratro bloccandone la crescita in nome di falsi bersagli. Di un regime (da operetta, non da tragedia) agli sgoccioli ci sono sintomi e stimmate: concordia in superficie e risse dietro le quinte, proclamato attivismo e sostanziale paralisi, fedeltà di facciata ai Capi (Berlusconi e Bossi) che tutti considerano “bolliti”. Una “tenuta” apparente, una caduta imminente. Con spietata lucidità, Eugenio Scalfari ha fotografato in queste pagine (3 luglio) un fallimento epocale: mancata riforma fiscale, aumento del debito pubblico e della spesa corrente, crescita selvaggia dell´evasione fiscale, peggioramento dei servizi, crescita della disuguaglianza sociale, radicalizzazione del precariato, netto calo di produttività e competitività, una manovra fiscale che pesa solo sul lavoro dipendente, sui pensionati, su Regioni e Comuni. Intanto l´Italia è precipitata al 167° posto al mondo (su 179 Paesi considerati) nel rapporto percentuale Pil/persone, condivide con l´Irlanda il record europeo di dottori di ricerca costretti a emigrare, mantiene un sistema di (scarse) assunzioni allergico al …

"Ora basta ambiguità", di Gianfranco Morgando

In Valle di Susa il confine tra la legalità e l’illegalità sarebbe superato. Le violenze di domenica rappresentano una sconfitta per gli amministratori locali le cui legittime critiche al progetto e richieste di confronto hanno finito per essere travolte dall’incapacità di distinguersi da chi ha costruito la piattaforma della manifestazione sulla parola “assedio”. E dimostrano che non è più possibile la convivenza tra chi intende rappresentare gli interessi delle comunità locali e chi li strumentalizza per finalità di violenza ed illegalità. Dissentire è legittimo, ma la vergognosa aggressione portata contro le forze dell’ordine e gli operai non è avvenuta per caso, perché è stata chiaramente annunciata e preparata. I fatti di domenica sono la logica conseguenza delle irresponsabili parole d’ordine pronunciate da parte di chi ha invocato l’assedio al cantiere, nonché del clima di paraguerriglia creato da chi ritiene di poter agire al di fuori delle leggi dello stato. Una minoranza fanatica ha “militarizzato” la Valle prima usando linguaggi bellicosi (parlando di «truppe», di «battaglia di tutte le battaglie» o invocando pericolosi parallelismi con i …

"Il prof diventa Ata per salvarsi", di Alessandra Ricciardi

Sono anni che i docenti inidonei al lavoro, per motivi di salute, sono in attesa di capire il loro destino. I numeri oscillano tra i 5 mila e i 6 mila. La mobilità intercompartimentale, anche a causa delle resistenze delle amministrazioni riceventi, è sempre rimasta sulla carta, lasciando così sullo sfondo il rischio finale del licenziamento. Ora prova a risolvere una volta per tutte il problema la manovra finanziaria, messa a punto dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti: i docenti hanno 30 giorni di tempo, dalla conversione in legge del dl, per chiedere di assumere il ruolo di assistenti tecnici e amministrativi nelle scuole della stessa provincia. Purché ci siano posti disponibili nell’ambito del piano di assunzioni «previsto dalla normativa vigente». Il che significa che se tutti decideranno di transitare nelle piante organiche degli assistenti, rischiano di sparire i posti che dovrebbero essere disponibili per il prossimo anno nell’ambito delle immissioni in ruolo previste dal decreto Sviluppo. Ma se i docenti non dovessero fare domanda, scatterà la mobilità verso altri comparti: amministrazioni statali, agenzie, enti pubblici …

"Il padrone del paese", di Giuseppe D'Avanzo

Chi si era illuso che Berlusconi, avvilito dagli scandali e depresso per le bocciature elettorali, fosse ormai al capolinea, è servito. L´uomo sarà anche all´ultimo atto – arriva sempre e per tutti un ultimo atto – ma non ha alcuna voglia o possibilità di abbandonare la scena, come lascia intendere con mosse teatrali incoronando capo del suo partito una comparsa, un attor giovane, Angelino Alfano. La cruda verità è che Berlusconi non può abbandonare. Deve restare lì, al governo e al potere, al riparo di un macroscopico conflitto d´interessi per proteggere la sua roba e il suo destino. L´Egoarca non ha altra preoccupazione che se stesso e non è una novità, ma ormai la consapevolezza di ventisette milioni di italiani che hanno cancellato nel voto referendario il «legittimo impedimento», di fatto dicendogli che non avrebbero più tollerato leggi personali. L´Egoarca non se ne dà per inteso. Si fece leader politico per venir fuori dai suoi guai finanziari. Era più o meno alla rovina nel 1994. Aveva debiti a medio-lungo termine per 2927 miliardi di lire …

"Contro ogni logica", di Carlo Federico Grosso

L’ art. 373 del codice di procedura civile stabilisce nel suo comma 1, che «il ricorso in Cassazione non sospende l’esecuzione delle sentenze». Soggiunge che «tuttavia il giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata può, su istanza di parte, e qualora dall’esecuzione possa derivare un grave ed irreparabile danno, disporre con ordinanza non impugnabile che l’esecuzione sia sospesa o che sia prestata congrua cauzione». Il significato di questa disciplina è chiaro. La sentenza civile d’appello è esecutiva ed il ricorso in Cassazione non vale a sospendere tale esecutorietà. Cionondimeno il giudice che ha deciso «qualora dall’esecuzione possa scaturire un danno grave ed irreparabile», ad evitarlo «può» disporre che l’esecuzione sia sospesa o che sia prestata idonea cauzione in attesa della sentenza definitiva. Norma ragionevole, dato che mira ad evitare danni irreparabili, previa valutazione discrezionale del giudice, e sentite le ragioni delle parti in causa. Il governo ha approvato un decreto recante «disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria». Nel suo art. 37, contenente «disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie», è …