Osvaldo Napoli, deputato Pdl e sindaco di Valgioie, guida l’associazione dei Comuni Anci. Una domanda a palazzo Chigi: «Ma come, per la prima volta c’è un presidente del centro destra, e non lo ascolti?»
Devo essere sincero: sono doppiamente deluso e amareggiato. Come uomo delle istituzioni e come uomo che crede in questo governo e questa maggioranza e si aspettava un trattamento, almeno nella forma, un po’ diverso». Osvaldo Napoli è il presidente facente funzioni dell’Anci. Ma è anche un parlamentare del Pdl, vicecapogruppo alla Camera.
Dal governo nemmeno un cenno ai Comuni per discutere della manovra?
«Io mi chiedo: ma come, per la prima volta c’è un presidente dell’Anci di centrodestra, e non lo ascolti? Non dico molto, ma una telefonata dal governo me la sarei aspettata. Invece non solo la manovra l’abbiamo appresa dai giornali, ma non ci hanno degnato neanche di un confronto sul merito delle questioni».
Eppure lei, oltre a rappresentare i comuni, è pure un dirigente del Pdl…
«Infatti il dispiacere è questo, avevano l’opportunità per una volta di ascoltare il territorio… E non voglio fare il primo della classe: se non volevano sentire me, potevano chiamare i sindaci di centrodestra di Roma, di Varese, di Verona: avrebbero detto le stesse cose».
Cioè che questa manovra è troppo sbilanciata sugli enti locali?
«Non c’è dubbio. Questa manovra è uno schiaffo a piena mano dato senza ragione e senza motivi. Tagli, tagli e ancora tagli. Da un lato si puntano i piedi in nome dei Comuni virtuosi, poi si approvano leggi che tagliano del 35% il fondo di riequilibrio del federalismo fiscale. Se avessi saputo che il federalismo fiscale sarebbe diventato questo, non l’avrei votato».
Cosa farà ora l’Anci?
«Chiederò ai nostri uffici di preparare proposte alternative, per dimostrare che si possono raggiungere gli stessi risultati di bilancio senza massacrare i soliti».
Poi mercoledì c’è un incontro con il governo…
«L’Anci probabilmente non sarà presente a quell’incontro. Il confronto doveva esserci prima del Consiglio dei ministri e poi poteva continuare durante l’esame parlamentare. Vederci ora a cose fatte mi sembra del tutto inutile, se non c’è la volontà di modificare la manovra sugli enti locali».
Ma lei avrà cercato di parlare di tutto questo con i suoi colleghi di partito che stanno al governo…
«Se non ci salva Alfano, per ora non c’è la sensibilità all’ascolto, alla condivisione coi principali attori di un provvedimento… Ma il discorso di venerdì di Alfano, che ha parlato di partire dai problemi del territorio, mi conforta che le cose cambieranno».
Ma voi avevate provato a farvi sentire?
«Abbiamo fatto proposte concrete: ad esempio abbiamo suggerito di ripartire i sacrifici in ogni comparto in modo proporzionale rispetto a quanto ciascuno pesa sul deficit complessivo. Neanche ci hanno risposto».
Per voi e le Regioni oltre 9 miliardi in meno, mentre i tagli ai costi della politica possono aspettare…
«In questi anni i tagli sono avvenuti tutti nei confronti degli amministratori locali, quelli che prendono meno di tutti. Un sindaco di una grande città, per le responsabilità che ha, dovrebbe guadagnare il doppio di un parlamentare».
Se la manovra arriverà in Aula così com’è, il deputato del Pdl Osvaldo Napoli la voterà?
«Io sono un uomo di partito e le battaglie le faccio nel partito: se poi perdo, allora mi adeguo alla maggioranza. Ma spero che ci sarà la sensibilità per capire e fare modifiche».
La Stampa 04.07.11