«Non puoi chiedere se non dai, non puoi ridurre se non autoriduci». È questa la filosofia che ispira i tagli ai costi della politica, che però partiranno solo dalla prossima legislatura, presentati ieri da Giulio Tremonti, ministro dell´Economia, e dal premier Berlusconi. La sforbiciata ha preso in esame tutti i capitoli che più generano nell´opinione pubblica sentimenti anti-casta, dalle auto blu agli aerei di Stato, dagli stipendi ai politici agli emolumenti alle cariche pubbliche, al finanziamento ai partiti. Ma la «livella» di Tremonti quali criteri seguirà per «l´autoriduzione» dei costi della politica? I tagli (che «non andranno a intaccare i diritti acquisiti», ha precisato il Cavaliere), saranno commisurati «alle prassi europee». «Noi pensiamo – ha spiegato il ministro dell´Economia – di importare in Italia un paradigma europeo per quanto riguarda il costo dei parlamentari e il costo degli stipendi delle cariche pubbliche». Per fare questo, ha aggiunto, «abbiamo istituito una commissione presieduta dal presidente dell´Istat. Pensiamo di adottare come esempio i sei più grandi Paesi dell´area-euro. Si fa la media, poi in Italia si prende quanto in Europa, non di più, né di meno». Per quanto riguarda il privilegio degli aerei di Stato, ne avranno «diritto – ha precisato Tremonti – il Capo dello Stato, i presidenti delle Camere, il presidente del Consiglio e quello della Corte Costituzionale. Tutti gli altri ne hanno diritto solo per impegni internazionali e motivati e tutto sarà sul sito». Le modalità operative per l´uso delle auto blu saranno definite dal ministro della Pa Renato Brunetta. In ogni caso non potranno superare, se non per le più alte cariche dello Stato, i 1.600 cc. La sforbiciata contempla pure «l´election day», cioè l´accorpamento in una sola giornata delle elezioni ad esclusione dei referendum che, ha precisato Tremonti, «per la Costituzione devono essere autonomi». Il livellamento ai paradigmi europei, se da un parte riduce stipendi e prebende, dall´altra potrebbe paradossalmente aumentare lo stipendio del presidente del Consiglio. Lo ha rivelato lo stesso premier: «C´è il rischio – ha detto il capo del governo – che il mio successore guadagni più del sottoscritto che versa il proprio salario da premier, 2400 euro al mese, in beneficenza». A proposito dello scandalo denunciato da l´Espresso dei due nuovi elicotteri di Stato acquistati di nascosto e costati a Palazzo Chigi 50 milioni, Berlusconi ha precisato che «la presidenza del Consiglio aveva velivoli vecchi di 40 anni. Siamo stati chiamati a sostituzioni da una lettera proveniente dal Quirinale, abbiamo acquisito due elicotteri, ma io non ne usufruisco e ho la sicurezza solo quando salgo sui miei, a mie spese, con i miei piloti…».
La Repubblica 01.07.11
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Comuni e Regioni, 9 miliardi di tagli Città d´arte, negozi aperti la domenica”, di R.P.
Resta la tassa su Suv e auto potenti, ma oltre 301 cv. Sì al blocco degli stipendi nel pubblico impiego. Innalzamento della età pensionabile. Negozi ad apertura libera nei festivi nelle città turistiche e visite fiscali per i dipendenti pubblici fin dal primo giorno di assenza, soprattutto dopo le feste. Resta il superbollo sui Suv (sale oltre 225 kw, 301 cavalli), e Silvio Berlusconi in persona che si preoccupa di fornire la conferma in conferenza stampa. Scompare di fatto l´Ice, l´istituto per il commercio estero che finirà sotto lo spettro di azione della ambasciate italiane, e in questo caso la spiegazione spetta al ministro dell´Economia Giulio Tremonti.
La manovra da 47 miliardi in quattro anni destinata a portarci, nella prossima legislatura – nel 2014 – al pareggio di bilancio, si gioca anche su questo. L´entità è notevole: ieri le cifre finali indicavano che l´aggiustamento per quest´anno sarà di 1,5 miliardi (un po´ meno del previsto), per il prossimo il sacrificio sarà di 5,5 miliardi, poi nel biennio di fuoco, 2013-2014 tagli di 20 miliardi per ciascun anno. Le tre gambe sulle quali si muove la manovra sono pensioni, pubblico impiego e sanità. Per tutti ci sarà un innalzamento dell´età di pensionamento a partire dal 2014 (un anno prima del previsto) di tre mesi ogni tre anni; per le donne – dopo un pressing Sacconi-Lega – si è scelta la strada più soft e l´età di pensionamento per le dipendenti del settore privato crescerà di uno-due mesi l´anno dal 2020 al 2032. Brutta sorpresa per le pensioni più alte: nessuna rivalutazione se superano cinque volte il minimo, rivalutazione al 45 per cento se superano il minimo di tre volte.
Colpiti i dipendenti pubblici che subiranno il blocco del turn over, il congelamento degli stipendi anche nel 2014 e anche una stretta sulle visite fiscali: previsti controlli immediati se l´assenza per malattia si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle festive. Anche la sanità prospetta sacrifici: fin dal prossimo anno torneranno i ticket su diagnostica e specialistica (10 euro) e sui codici bianchi del pronto soccorso (25 euro). Nel mirino sono finite anche Regioni ed enti locali, che sono già sul piede di guerra: in totale i tagli che subiranno ammontano a 9,3 miliardi. Inevitabili le reazioni: “Servizi fondamentali a rischio, addio federalismo”.
Scatta anche la spending review: il processo, destinato ad intervenire chirurgicamente sulla spesa, partirà dal 2012 e non avrà più il paracadute dei tagli lineari (eliminati dall´ultima versione del testo). In tutto si parla di risparmi di 5-6 miliardi. Dai tagli sono esclusi il fondo per il finanziamento ordinario delle università, le risorse destinate alla ricerca e all´istruzione scolastica.
Previsti interventi per il mercato del lavoro: sarà confermato anche per il 2012 un bonus produttività che, sentite le parti sociali, servirà al sostegno fiscale della contrattazione. Prevista anche una liberalizzazione del collocamento. Altre norme, tra le quali spunta anche un finanziamento di 43 miliardi per Palermo, prevedono un taglio delle cause pendenti Inps fino a 500 euro. In vendita le case dell´e Iacp mentre i benzinai potranno vendere anche quotidiani e sigarette.
La Repubblica 01.07.11
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“Voli blu, è spreco record”, di Gianluca Di Feo
Due nuovi super elicotteri per Berlusconi: 50 milioni di euro l’uno, tutti pagati dai contribuenti. Più di trenta aerei a disposizione del governo, sempre a spese nostre. E 8.500 ore di volo nel 2010, il massimo di sempre: per soddisfare ogni capriccio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ecco tutti i numeri della vergogna
Silvio Berlusconi sbarca da un aereo di StatoIl regalo potrebbe venire consegnato a fine settembre, giusto in tempo per festeggiare il suo settantacinquesimo compleanno: un dono coi fiocchi, degno dell’anniversario speciale. Anche perché a pagarlo saranno tutti gli italiani, che hanno contribuito ad acquistare il nuovo elicottero presidenziale di Silvio Berlusconi. Alla faccia dei tagli e del rigore, sulla pista di Ciampino atterrerà uno sfavillante Agusta-Westland Aw-139 con interni in pelle e optional hi-tech: la nuova ammiraglia del trasporto di Stato. Un gioiello potente, silenzioso, sicuro e lussuoso che offre a cinque passeggeri il meglio del meglio, dall’aria condizionata agli schermi al plasma. E il Papi One non resterà solo: confermando la passione del Cavaliere per le gemelle emersa dall’inchiesta sul bunga bunga, nel giro di qualche mese sarà raggiunto da una seconda fuoriserie dei cieli. Un altro Aw-139, con lo stesso sfarzo e qualche poltrona in più per addolcire le trasferte di governo con lo staff di consiglieri (e spesso segretarie molto particolari). La coppia di macchine dovrebbe costare intorno ai 50 milioni di euro, ma il contratto è stato abilmente nascosto nei bilanci, come accade per tutta la contabilità dei jet di Stato diventati il privilegio supremo della politica.
Potersi imbarcare sugli aerei blu è lo status symbol numero uno, con la corsa di ministri e sottosegretari a prenotare decolli illimitati. Nel 2010 lo stormo che si occupa delle trasferte governative ha bruciato quasi 8.500 ore di volo, segnando un nuovo record dello spreco di denaro pubblico: è come se ci fosse stato un velivolo sempre in cielo, notte e giorno, senza sosta per un intero anno. Un viaggio ininterrotto lungo 365 giorni: quanto basta per andare su Marte e tornare indietro. Un paragone ridicolo? Anche i nostri politici spesso ordinano missioni assurde: «Per due volte un membro dell’esecutivo ha preteso un jet che lo portasse da Milano Linate a Milano Malpensa. Il Falcon è partito da Roma Ciampino, è atterrato a Linate per caricare l’autorità e ha compiuto la trasferta di cinque minuti per poi rientrare nella capitale. Una spesa senza senso solo per assecondare i capricci di un ministro», racconta a “l’Espresso” un alto ufficiale dell’Aeronautica.
La manovra che riesce meglio ai ministri è proprio quella che ogni weekend li fa atterrare accanto a casa. Mentre il costo di questi sfizi d’alta quota resta un mistero, protetto dai burocrati di casta. Il valore commerciale delle ore di volo – ossia quello che si pagherebbe per noleggiare gli stessi aerei da una compagnia privata – è di oltre 100 milioni di euro l’anno. Ma sull’amministrazione pubblica pesano soltanto carburante, ricambi e manutenzione per un totale che dovrebbe comunque superare i 60 milioni.
Non solo: i politici viaggiano due volte a sbafo. Palazzo Chigi si dimentica di rimborsare le somme spese dall’Aeronautica. E non si tratta di cifre secondarie: lo studio della Fondazione Icsa, il più importante think tank italiano di questioni strategiche, mostra un debito di ben 250 milioni di euro. L’analisi presentata dal generale Leonardo Tricarico, ex comandante dell’aviazione ed ex consigliere di Berlusconi, evidenzia come in un decennio la presidenza del Consiglio si sia lasciata alle spalle una montagna di quattrini anticipati dai militari per le trasferte ufficiali e le gite dell’esecutivo. Solo lo scorso anno l’Aeronautica si è accollata 25 milioni di euro per i viaggi a scrocco; nel 2009 sono stati 23 milioni e nel 2008 altri 20, quasi tutti sborsati dopo il ritorno di Silvio al potere. Il primato risale al vecchio esecutivo del Cavaliere, con i 30 milioni regalati nel 2004 per i decolli frenetici della campagna elettorale delle Europee che videro il trionfo del centrodestra.
Ma queste somme rappresentano soltanto una parte dello sperpero alimentato dagli habitué dei voli blu: sono l’extra dell’extra. Ogni dicembre la Difesa preventiva uno stanziamento molto frugale per l’anno successivo, assecondando i buoni propositi di Giulio Tremonti: per il 2011 sono stati ipotizzati 4 milioni. Una cifra beffarda, che basta appena per qualche mese di combustibile. Così a giugno si rifanno i calcoli e si cerca di ripianare le fatture per lo sfrecciare dei politici alati. Che sono più veloci dei fondi e si lasciano una scia di euro bruciati oltre tutti i limiti. Nel 2009 ci sono state 1.963 “missioni di Stato”: più di cinque al giorno, includendo sabati e domeniche. Un attivismo impressionante, proseguito nel primo trimestre 2010 con altre 486 spedizioni. Impossibile decifrare quale sia stata la spesa globale: si ritiene che nell’ultimo decennio abbia superato di gran lunga gli 800 milioni.
L’Espresso 01.07.11