"Se tra i giovani torna la voglia di inventare", di Goffredo Fofi
Allo stesso modo in cui ci si sente offesi dalla volgarità, supponenza, superficialità del nostri connazionali, e soprattutto di quelli che hanno il privilegio di potersi esprimere pubblicamente, così ci si sente rinfrancati da quelli tra loro che dimostrano uno “stile” diverso, il bisogno di una profondità, l’inquietudine di una ricerca. Ricerca di che, in definitiva, se non del senso da dare alla propria esistenza in mezzo agli altri? È a partire da questa primaria differenza che mi capita di questi tempi di giudicare i giovani che incrocio, con cui vengo a contatto girando l’Italia. Una premessa. Io mi ritengo molto fortunato, per aver conosciuto e per avere ancora la possibilità di conoscere e frequentare persone di valore, minoranze attive o presenze pulite ancorché passive, e non faccio molta distinzione tra le età, ma certamente il tempo logora, e l’Italia corrompe: è difficile trovare adulti o anche vecchi preoccupati di qualcosa di più che della loro sopravvivenza, del loro star bene e, tra quelli che hanno una qualche figura pubblica, del loro piccolo potere, della …