Mese: Giugno 2011

"A sinistra è l’ora di decidere", di Federico Geremicca

La crisi lenta ma inesorabile dell’attuale maggioranza – e il conseguente calo di consensi nel Paese – è infatti solo uno degli «ingredienti» necessari affinché la coalizione di centrosinistra possa puntare a vincere le prossime elezioni: l’altro, in tutta evidenza, sta nella credibilità dell’alternativa proposta. E su questo, la strada da fare pare ancora lunga. Un paio di giorni fa, un sondaggio Ipsos ha confermato con evidenza come le cose stiano precisamente così: giudizio negativo sul governo, fiducia in Berlusconi ai minimi, il Pd che supera il Pdl ma ben il 60% degli interpellati che giudica «non credibile» l’alternativa di governo rappresentata dalle opposizioni. Come fare, allora, a convincere gli elettori che il «nuovo» centrosinistra non pensa minimamente di riproporre l’indimenticata esperienza dell’Unione, che tanto condizionò (e poi affondò) l’ultimo governo di Romano Prodi? Intanto, evidentemente, fissando paletti che limitino l’alleanza a partiti realmente omogenei tra loro; quindi – e di conseguenza – lavorando a un programma che non ricordi nemmeno da lontano le 280 pagine di bizantinismi che in campagna elettorale costarono non pochi …

Di Pietro a sorpresa: "la minoranza non è solo di sinistra", di Fabio Martini

L’incipit di Tonino è una sviolinata che incuriosisce anche Berlusconi. Il premier alza gli occhi dalle sue carte e sogguarda Di Pietro, che esordisce così: «Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto la ringrazio per ascoltare questa volta anche la voce dell`opposizione», «ho seguito con attenzione il suo intervento, lei ha tracciato alcune fotografie che sono un dato di fatto…». Proprio così: alle sei della sera del 22 giugno 2011, in piena aula di Montecitorio, il lapidario Antonio Di Pietro sembra essersi trasformato in monsignor della Casa, con espressioni da galateo: la ringrazio, l`ho ascoltata con attenzione. Quello che sta parlando nel dibattito sulla verifica di governo è lo stesso Di Pietro che non molto tempo fa aveva etichettato Berlusconi come una reincarnazione di «Hitler». Per qualche minuto i deputati di tutti i gruppi, si chiedono dove diavolo stia andando a parare Di Pietro. Tanto più che, qualche minuto prima, avevano tutti assistito ad una scenetta spiazzante: nell`emiciclo Berlusconi si era avvicinato all`ex pm e i due eterni duellanti avevano parlottato assieme per un po’. Ma ora …

"Tagliare è un obbligo, sulla scuola un delitto", di Maurizio Ferrera

La crisi greca sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea. Il pericolo immediato è il default del debito sovrano di Atene. Ma la vera sfida è più generale e riguarda tutti: come conciliare stabilità delle finanze pubbliche, crescita economica e coesione sociale dopo la grande crisi? La nuova architettura di governance messa a punto negli ultimi mesi affida la gestione della stabilità alle autorità sovranazionali, in base a regole molto stringenti. Crescita e coesione restano invece di competenza dei governi, sostenuti in modo soft dalla cosiddetta strategia Ue-2020. Sulla carta, nulla da eccepire. Nei fatti però questa architettura sta producendo tensioni sempre più forti. La conciliazione fra i tre obiettivi può funzionare bene solo in Germania e nei Paesi nordici. Qui la crisi sembra ormai acqua passata, il suo impatto sociale è stato assorbito dal welfare e l’economia ha ricominciato a tirare. Portogallo, Irlanda, Grecia, e (in parte) la Spagna si trovano all’estremo opposto: per i quattro «pigs» (l’acronimo spregiativo che in inglese significa maiali) il recupero della stabilità è un insidioso percorso …

"In pensione a 65 anni? Donne italiane spremute come limoni", di Vittoria Franco

Nel suo ultimo rapporto come governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi è tornato a ribadire un concetto ormai condiviso da tutti gli studiosi di economia: la marginalità delle donne nel mercato del lavoro, nelle carriere, nei luoghi decisionali è un elemento di arretratezza; è una carta non spesa per lo sviluppo del Paese. Il governatore continua a essere inascoltato, come inascoltati sono altri soggetti politici e sociali che sostengono la medesima posizione. La domanda allora è: se promuovere il lavoro femminile è una carta di riserva così importante per far sviluppare il Paese, perché essa non viene giocata? E anzi, al contrario, le donne vengono ricacciate in casa oppure spremute fino all’impossibile, mentre passa solo ciò che è punitivo nei loro confronti e ciò che serve a promuoverle procede lentamente o viene boicottato? Non è facile rispondere a questa domanda. Sicuramente scontiamo una cultura tradizionale familistica, basata sulla divisione naturale dei ruoli. Ma oggi questa spiegazione storico – culturale non basta più. Si tratta invece di una scelta politica strategica che la destra ha fatto …

"Le liberalizzazioni perdute", di Tito Boeri

Nessuna liberalizzazione in questa legislatura, nessuna nemmeno all´orizzonte perché ormai sono state derubricate dall´agenda politica. Tutte occasioni perse per fare ripartire il nostro Paese. Per farlo ripartire con interventi a costo zero per le casse dello Stato. La relazione alla Camera di fine mandato del presidente Antitrust, Antonio Catricalà, è un pesante atto d´accusa contro il Governo che non ha mai dato forza di legge alle indicazioni dell´Autorità, come si era impegnato a fare a inizio legislatura, quando aveva introdotto nel nostro ordinamento la legge annuale per la concorrenza. È stata una delle tante operazioni di facciata, uno dei tanti annunci seguiti dal vuoto pneumatico, dato che la prima legge sulla concorrenza non ha ancora visto la luce a più di un anno dal termine ultimo per la sua presentazione. E la bozza che circola, secondo Catricalà, «disattende molte delle indicazioni dell´Autorità» da lui presieduta. Dell´esistenza di autorità indipendenti rischiamo di accorgerci solo una volta all´anno, in occasione di queste requisitorie. Saranno “prediche inutili” fin quando avremo autorità di regolamentazione dei mercati che possono solo …

"La cultura non è petrolio", di Francesco Bonami

Se vogliamo parlare di cultura eliminiamo prima di tutto una snervante affermazione: «I beni culturali sono il nostro petrolio». Il petrolio è una materia che la gente si trova per destino sotto i piedi. Avere il petrolio non è un merito ma un caso. Avere il petrolio è spesso una buona scusa per nascondere imbarbarimento, inciviltà e dittature. La cultura quindi non è petrolio. La cultura è qualcosa che non si trova ma si costruisce. Caso mai il nostro problema, il degrado della nostra società, è dovuto proprio al fatto che diamo per scontati i nostri beni culturali. Ci comportiamo come se li avessimo trovati facendo un buco per terra. L’arte e la cultura non li sputa fuori la terra ma sono il risultato del lavoro e della conoscenza di uomini e donne che alla ricchezza del territorio hanno voluto unire la ricchezza delle proprie idee e del proprio spirito. La cultura è il contrario del petrolio perché si deve fabbricare, non si può solo consumare. La cultura ci rende ricchi solo se siamo disposti …

"Il doppio stato", di Carlo Galli

Gli italiani hanno scoperto di esser stati governati per anni da un esecutivo Berlusconi-Bisignani. Ci eravamo abituati a criticare con estrema durezza il potere pseudo-carismatico, mediatico, affabulatorio del premier. A criticare la sua prassi extra-istituzionale di rappresentare i cittadini – trasformati in popolo adorante che si identifica in una icona, in un corpo mistico virtuale –, il suo indirizzarsi contro gli avversari come contro dei ‘nemici´, il suo saper produrre prevalentemente immagini (sogni o incubi) a uso e consumo degli italiani, e il suo interessarsi solo a sé e ai suoi amici per quanto riguarda gli interessi concreti da salvaguardare. A opporci alla sua pretesa di essere sopra la legge, oltre la Costituzione, ai limiti della democrazia (e estraneo alla democrazia liberale parlamentare e alle sue garanzie). Sembrava, tutto sommato, di avere a che fare con un potere eccezionale, con un concentrato di potenza difficilmente riconducibile alla misura costituzionale, con un´enormità e con un´anomalia che sovrasta (o cerca di farlo) l´ordinamento. Ora, si scopre che tutto ciò è certamente ancora vero, ma che c´è dell´altro: …