Mese: Giugno 2011

"Il bavaglio del potere contro l'informazione", di Giovanni Valentini

Non sarà certamente il “caso Bisignani”, il faccendiere agli arresti domiciliari per favoreggiamento, a farci scoprire adesso che “l´informazione è potere”. E sappiamo pure che può essere un contro-potere, se svolge il compito di controllare il potere costituito in nome e per conto della pubblica opinione, come spetta alla libera stampa. Ma la vicenda imperniata sull´ambigua figura di Luigi Bisignani e su quella ancora più equivoca dell´ex magistrato Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale gli inquirenti hanno chiesto l´arresto, dimostra che l´informazione può diventare anche un anti-Stato. O meglio un contro-Stato, come mi corregge dopo un intervento televisivo l´amico “libertario” Luciano Lanza, alludendo a chi combatte l´organizzazione statale esistente per sostituirla con un´altra forma organizzativa di Stato. Vale a dire, nel caso specifico, un´attività di condizionamento delle istituzioni per orientarne e influenzarne le scelte: dal governo al Parlamento e alla magistratura, fino al sistema dei media e in particolare alla Rai. Proprio questo era, in base alle accuse delle magistratura, l´obiettivo fondamentale della ragnatela di rapporti e relazioni intessuta da Bisignani, per …

Scuola, a rischio corsi serali e insegnamento in carcere

L’on. Ghizzoni e la sen. Bastico lanciano l’allarme e interrogano la Gelmini. “Si tratta di un vero e proprio smantellamento dell’istruzione degli adulti”. “La soppressione di gran parte dei corsi serali e lo smantellamento della scuola nel carcere S.Anna presto saranno una realtà.” A lanciare l’allarme sono l’on. Manuela Ghizzoni e la sen. Mariangela Bastico, che sulla questione hanno presentato un’interrogazione al ministro Gelmini. “Il provveditorato modenese – sostengono le due parlamentari – avrebbe deciso di tagliare drasticamente i corsi serali, ad esclusione dell’istituto Barozzi, presso le scuole Spallanzani di Castelfranco, Don Magnani e Morante di Sassuolo, Fassi e Meucci di Carpi, Corni, Venturi e Cattaneo Deledda di Modena. Unica eccezione l’istituto Barozzi. E’ una scelta in contrasto con la circolare del Ministero dell’Istruzione sugli organici – sottolineano le due parlamentari del Pd – nella quale si indica di lasciare i docenti nella sede di precedente titolarità, in vista dell’approvazione del nuovo regolamento per l’educazione degli adulti. Perchè non si è rispettato questo indirizzo ministeriale?”. Per quanto riguarda il Carcere S.Anna, Bastico e Ghizzoni osservano …

"Le carceri italiane dimenticate dalla legge", di Adriano Prosperi

«Quello della giustizia e della sua appendice carceraria è il tema principe della crisi del Paese»: così, parola più parola meno, sembra che abbia detto il ministro Angelino Alfano a Marco Pannella ricoverato per le conseguenze di un durissimo sciopero della fame e della sete sui problemi del carcere. Dispiace non poter essere d´accordo col ministro. Le sue parole sono un bell´esempio dell´arte del politico di mestiere di cambiare le carte in tavola. Il «tema principe» del Paese, cioè il problema dei processi di Berlusconi, non ha niente a che spartire con la questione carceraria. No, il carcere non è un´appendice del problema della giustizia, è “il” problema. Lo è in assoluto: noi non abbiamo per fortuna la pena di morte, ma abbiamo carcerazioni di una lunghezza tale da esserne l´equivalente. Eppure si dice che la gente chiede pene sempre più dure: sarà vero? Di fatto c´è solo che nel Paese non c´è un´emergenza criminalità. Tutte le statistiche dicono che in Italia il numero dei reati è fermo da anni. Eppure cresce di continuo l´affollamento …

"Chi ha paura della patrimoniale?", di Nicola Cacace

Dopo il banchiere cattolico Pellegrino Capaldo, l’industriale Carlo De Benedetti, il presidente dei commercialisti Claudio Siciliotti e Giuliano Amato, è stato Luigi Abete, come presidente di Assonime a tornare sul tema patrimoniale, «componente essenziale della necessaria riforma tributaria» (Il Sole 24 Ore del 22 giugno). Patrimoniale, parola tabù per il centrosinistra parlamentare che attribuisce alla sua incauta evocazione la causa prima di passate sconfitte. Tabù condiviso anche da Abete che dice: «Non la si deve chiamare patrimoniale, bensì Ctc, contributo per trasparenza e crescita», definizione irrisa da Roberto Perotti che scrive il giorno dopo (il Sole 24 Ore, 23 giugno): «Alcuni vogliono finanziare la riforma con una patrimoniale, anche se si illudono di chiamarla con altro nome». I fautori della patrimoniale partono dalla doppia constatazione che l’Italia è l’unico grande Paese europeo senza una imposta sui patrimoni e che “se il convento è povero, i frati sono ricchi”, avendo l’Italia il terzo debito pubblico del mondo, 1800 miliardi, 120% del Pil, ma anche una delle più grandi ricchezze private delle famiglie, (immobiliare e finanziaria), stimata …

La democrazia italiana, i partiti, il PD

La relazione del segretario Pier Luigi Bersani alla Direzione nazionale Mi atterrò strettamente al tema di questa nostra riunione di Direzione perché vorrei che la discussione si concentrasse sull’oggetto che abbiamo messo all’ordine del giorno e che può essere sintetizzato così: come miglioriamo noi stessi e il funzionamento della nostra vita associativa. Avevo detto nell’ultima Direzione che avremmo lavorato per investire in diverse direzioni sui risultati che abbiamo ottenuto. Una di queste è senz’altro il partito: l’esigenza di migliorare noi stessi esiste e problemi da risolvere ne abbiamo ancora. È chiaro – lo dico subito – che migliorare noi stessi vuol dire, prima di tutto, migliorare la nostra politica, il nostro progetto, la nostra proposta nel confronto con i problemi del Paese. E vuol dire creare nel vivo di questo confronto quel nucleo di condivisione e di lealtà reciproca che è la sostanza vera della vita di un’associazione. Ma certamente esistono anche i problemi – su questo adesso ci concentriamo – che riguardano la struttura della vita associativa e che presentano aspetti che ci suggeriscono …

"Gli strateghi del Nulla", di Paolo Leon

Occorrerebbe fare chiarezza sulla politica economica, dove si sovrappongono diverse voci, molti giudizi e qualche minaccia. Cominciamo da Berlusconi, che ha tracciato un programma insensato, perché mentre continua ad esprimere un giudizio positivo sulle politiche del governo, contemporaneamente riconosce la necessità di una manovra per lo sviluppo che evidentemente non c’è. Poiché la scarsa crescita è con noi da tempo, occorre dedurne che Berlusconi crede oggi che l’«aver messo in ordine i conti» non aveva alcun riferimento con lo sviluppo: avrebbe ragione, naturalmente, come ogni volta che si pratica la strategia dei due tempi (prima i sacrifici, poi lo sviluppo) ma allora, fin dall’inizio della legislatura, avrebbe dovuto mettere in campo politiche di sviluppo e ordine nei conti. Era un programma necessario, anche per evitare che l’austerità di Tremonti si riflettesse negativamente sulla ripresa economica, ed era politicamente fattibile data l’enorme maggioranza della destra in Parlamento. L’attuale perdita di credibilità del governo sta proprio nell’angustia di quel disegno. Adesso, promettere qualcosa sullo sviluppo, per esempio con qualche cervellotica operazione sulle aliquote dell’Irpef, compensata forse da …

"Prepariamoci al dopo Gelmini", di Fabrizio Dacrema

I recenti risultati elettorali ci dicono chiaramente che una fase politica è ormai alla fine. Quali che siano i tempi della transizione, questo governo, ormai ridotto al galleggiamento balneare, ha imboccato la strada del declino irreversibile. Il vento del cambiamento vede protagonisti soggetti e temi che sono stati al centro delle mobilitazioni contro le politiche del governo su scuola, università e ricerca. Dobbiamo prepararci al dopo Gelmini, consapevoli che ci attende un’opera di ricostruzionen profonda in un contesto molto difficile, segnato da una quadro finanziario pesante (prevista una manovra da 40/45 miliardi entro il 2014) e da una situazione politica ancora priva di una chiara alternativa pronta a prendere le redini del governo. Elezioni comunali e referendum ci insegnano che si vince dove e quando si realizza una vera e propria riattivazione sociale e politica dei cittadini attorno proposte realmente condivise, costruite attraverso il confronto e la partecipazione attiva. Su questa lunghezza d’onda stanno muovendosi gli Stati Generali della Conoscenza (www.statigeneralidellaconoscenza.it), nati dall’intuizione che in questa fase è prioritario dare voce ai protagonisti di scuola, …