Giorno: 30 Giugno 2011

"Tagli, meno precari e mancate assunzioni, nella scuola a rischio altri 100mila posti", di Salvo Intravaia

Saranno accorpate un terzo delle 10.452 istituzioni scolastiche per ridurre il personale. La nuova legge permette di non confermare 30mila docenti di sostegno a contratto, Niente immissioni in ruolo e concorso a preside, rivoluzione nelle direzioni didattiche e nelle scuole medie di tutta la penisola, piccole scuole costrette a tirare avanti con un preside a tempo parziale, blocco dello stipendio per tre anni e mano pesante sul sostegno a favore degli alunni disabili. Ecco l’impatto che, stando alle bozze che circolano in queste ore, la supermanovra economica da 44 miliardi potrebbe avere sulla scuola. Il condizionale è d’obbligo. Ma il mondo della scuola, nonostante le rassicuranti parole del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, è in subbuglio. “Al momento – ha dichiarato – nessun taglio agli organici della scuola, ai fondi per l’università e sui finanziamenti alla ricerca è previsto nella manovra economica attualmente in discussione che sarà presentata in Consiglio dei ministri”. Ma, in effetti, l’articolato suscita più di una preoccupazione. Del resto, se è previsto un intero articolo dal titolo “Razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione …

"Finanziaria: Anche le assunzioni nella scuola a rischio? La logica dice che si faranno", da La Tecnica della Scuola

La norma che preoccupa i precari è quella che introduce il blocco del turn over nel pubblico impiego: tra le eccezioni non figura il comparto istruzione. Poiché nel Decreto sviluppo però si sostiene il contrario – immissione in ruolo su tutti i posti liberi – francamente appare improbabile che il Governo operi in modo così illogico. Le indiscrezioni giunte nelle ultime ore sulla scuola, contenute nella manovra economica di mezza estate, in via di approvazione da parte del Consiglio dei ministri, stanno creando tra i docenti un alone di pessimismo anche sul fronte delle ormai sicure assunzioni su tutti i posti vacanti. Proprio quando sembrava che l’unico punto interrogativo ancora da sciogliere fosse solo quello riguardante la tempistica (tutte le immissioni in ruolo subito oppure “spalmate” nell’arco di tre anni?), è arrivata, diciamo pure un po’ inaspettata, la nuova mannaia da parte del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. La norma che preoccupa non poco i precari della scuola è quella che introduce il blocco del turn over nel pubblico impiego, le sole eccezioni dei comparti che …

"Oltre le quote rosa", di Barbara Stefanelli

Rosa o rosa pallido, la legge sulle quote è passata. È passato il principio che un Paese — soprattutto un Paese che si proponga di uscire da una lunga crisi — non può più permettersi di sprecare il 50 per cento dei propri talenti. Il punto— come ha spiegato ieri sul Corriere Anna Maria Tarantola, membro del direttorio della Banca d’Italia — non è che le donne siano più brave e debbano per questo essere spinte in alto a costo di forzare il sistema: il punto è che «il giusto mix di competenze femminili e maschili ha un effetto rivitalizzante sulla gestione» . E questo vale in famiglia, in azienda e— perché no, pensando al futuro — in politica. Per noi è quindi un fatto positivo che i Consigli di amministrazione e i collegi sindacali delle società quotate e a controllo pubblico siano stati chiamati, in due fasi dal 2012 al 2015, ad aprirsi fino ad avere almeno un terzo dei componenti donna. È un fatto positivo, che ha un valore simbolico al di là …

"Come salvare l´arte del Belpaese tra soldi privati e tagli pubblici", di Salvatore Settis

In Francia, malgrado la crisi, è stato deciso di non togliere nemmeno un centesimo ai finanziamenti in questo settore. Anche negli Stati Uniti i musei traggono dai visitatori una piccola parte dei loro incassi Sono decisive le fondazioni grazie agli sgravi fiscali. Mentre si moltiplicano iniziative come il restauro del Colosseo sponsorizzato da Della Valle, lo stato spende sempre meno per la tutela dei beni culturali. Si allunga ogni giorno la lista dei siti abbandonati, dei restauri mancati, dei musei in crisi, dei paesaggi devastati. Perciò è giusto che ogni iniezione di fondi privati ai beni culturali venga salutata da sospiri di sollievo e soprassalti di gratitudine. Senza nulla togliere alle iniziative più benemerite (come quella di Banca Intesa-San Paolo annunciata da Giovanni Bazoli), chiediamoci in quale contesto viene oggi rilanciata in Italia la figura del “mecenate”. La politica di settore del governo ha avuto due momenti caratterizzanti: primo, il taglio di un miliardo e 300 milioni di euro ai fondi del Ministero dei Beni Culturali; secondo, l´istituzione di una nuova direzione generale per la …