Giorno: 23 Giugno 2011

Di Pietro a sorpresa: "la minoranza non è solo di sinistra", di Fabio Martini

L’incipit di Tonino è una sviolinata che incuriosisce anche Berlusconi. Il premier alza gli occhi dalle sue carte e sogguarda Di Pietro, che esordisce così: «Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto la ringrazio per ascoltare questa volta anche la voce dell`opposizione», «ho seguito con attenzione il suo intervento, lei ha tracciato alcune fotografie che sono un dato di fatto…». Proprio così: alle sei della sera del 22 giugno 2011, in piena aula di Montecitorio, il lapidario Antonio Di Pietro sembra essersi trasformato in monsignor della Casa, con espressioni da galateo: la ringrazio, l`ho ascoltata con attenzione. Quello che sta parlando nel dibattito sulla verifica di governo è lo stesso Di Pietro che non molto tempo fa aveva etichettato Berlusconi come una reincarnazione di «Hitler». Per qualche minuto i deputati di tutti i gruppi, si chiedono dove diavolo stia andando a parare Di Pietro. Tanto più che, qualche minuto prima, avevano tutti assistito ad una scenetta spiazzante: nell`emiciclo Berlusconi si era avvicinato all`ex pm e i due eterni duellanti avevano parlottato assieme per un po’. Ma ora …

"Tagliare è un obbligo, sulla scuola un delitto", di Maurizio Ferrera

La crisi greca sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea. Il pericolo immediato è il default del debito sovrano di Atene. Ma la vera sfida è più generale e riguarda tutti: come conciliare stabilità delle finanze pubbliche, crescita economica e coesione sociale dopo la grande crisi? La nuova architettura di governance messa a punto negli ultimi mesi affida la gestione della stabilità alle autorità sovranazionali, in base a regole molto stringenti. Crescita e coesione restano invece di competenza dei governi, sostenuti in modo soft dalla cosiddetta strategia Ue-2020. Sulla carta, nulla da eccepire. Nei fatti però questa architettura sta producendo tensioni sempre più forti. La conciliazione fra i tre obiettivi può funzionare bene solo in Germania e nei Paesi nordici. Qui la crisi sembra ormai acqua passata, il suo impatto sociale è stato assorbito dal welfare e l’economia ha ricominciato a tirare. Portogallo, Irlanda, Grecia, e (in parte) la Spagna si trovano all’estremo opposto: per i quattro «pigs» (l’acronimo spregiativo che in inglese significa maiali) il recupero della stabilità è un insidioso percorso …

"In pensione a 65 anni? Donne italiane spremute come limoni", di Vittoria Franco

Nel suo ultimo rapporto come governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi è tornato a ribadire un concetto ormai condiviso da tutti gli studiosi di economia: la marginalità delle donne nel mercato del lavoro, nelle carriere, nei luoghi decisionali è un elemento di arretratezza; è una carta non spesa per lo sviluppo del Paese. Il governatore continua a essere inascoltato, come inascoltati sono altri soggetti politici e sociali che sostengono la medesima posizione. La domanda allora è: se promuovere il lavoro femminile è una carta di riserva così importante per far sviluppare il Paese, perché essa non viene giocata? E anzi, al contrario, le donne vengono ricacciate in casa oppure spremute fino all’impossibile, mentre passa solo ciò che è punitivo nei loro confronti e ciò che serve a promuoverle procede lentamente o viene boicottato? Non è facile rispondere a questa domanda. Sicuramente scontiamo una cultura tradizionale familistica, basata sulla divisione naturale dei ruoli. Ma oggi questa spiegazione storico – culturale non basta più. Si tratta invece di una scelta politica strategica che la destra ha fatto …

"Le liberalizzazioni perdute", di Tito Boeri

Nessuna liberalizzazione in questa legislatura, nessuna nemmeno all´orizzonte perché ormai sono state derubricate dall´agenda politica. Tutte occasioni perse per fare ripartire il nostro Paese. Per farlo ripartire con interventi a costo zero per le casse dello Stato. La relazione alla Camera di fine mandato del presidente Antitrust, Antonio Catricalà, è un pesante atto d´accusa contro il Governo che non ha mai dato forza di legge alle indicazioni dell´Autorità, come si era impegnato a fare a inizio legislatura, quando aveva introdotto nel nostro ordinamento la legge annuale per la concorrenza. È stata una delle tante operazioni di facciata, uno dei tanti annunci seguiti dal vuoto pneumatico, dato che la prima legge sulla concorrenza non ha ancora visto la luce a più di un anno dal termine ultimo per la sua presentazione. E la bozza che circola, secondo Catricalà, «disattende molte delle indicazioni dell´Autorità» da lui presieduta. Dell´esistenza di autorità indipendenti rischiamo di accorgerci solo una volta all´anno, in occasione di queste requisitorie. Saranno “prediche inutili” fin quando avremo autorità di regolamentazione dei mercati che possono solo …

"La cultura non è petrolio", di Francesco Bonami

Se vogliamo parlare di cultura eliminiamo prima di tutto una snervante affermazione: «I beni culturali sono il nostro petrolio». Il petrolio è una materia che la gente si trova per destino sotto i piedi. Avere il petrolio non è un merito ma un caso. Avere il petrolio è spesso una buona scusa per nascondere imbarbarimento, inciviltà e dittature. La cultura quindi non è petrolio. La cultura è qualcosa che non si trova ma si costruisce. Caso mai il nostro problema, il degrado della nostra società, è dovuto proprio al fatto che diamo per scontati i nostri beni culturali. Ci comportiamo come se li avessimo trovati facendo un buco per terra. L’arte e la cultura non li sputa fuori la terra ma sono il risultato del lavoro e della conoscenza di uomini e donne che alla ricchezza del territorio hanno voluto unire la ricchezza delle proprie idee e del proprio spirito. La cultura è il contrario del petrolio perché si deve fabbricare, non si può solo consumare. La cultura ci rende ricchi solo se siamo disposti …

"Il doppio stato", di Carlo Galli

Gli italiani hanno scoperto di esser stati governati per anni da un esecutivo Berlusconi-Bisignani. Ci eravamo abituati a criticare con estrema durezza il potere pseudo-carismatico, mediatico, affabulatorio del premier. A criticare la sua prassi extra-istituzionale di rappresentare i cittadini – trasformati in popolo adorante che si identifica in una icona, in un corpo mistico virtuale –, il suo indirizzarsi contro gli avversari come contro dei ‘nemici´, il suo saper produrre prevalentemente immagini (sogni o incubi) a uso e consumo degli italiani, e il suo interessarsi solo a sé e ai suoi amici per quanto riguarda gli interessi concreti da salvaguardare. A opporci alla sua pretesa di essere sopra la legge, oltre la Costituzione, ai limiti della democrazia (e estraneo alla democrazia liberale parlamentare e alle sue garanzie). Sembrava, tutto sommato, di avere a che fare con un potere eccezionale, con un concentrato di potenza difficilmente riconducibile alla misura costituzionale, con un´enormità e con un´anomalia che sovrasta (o cerca di farlo) l´ordinamento. Ora, si scopre che tutto ciò è certamente ancora vero, ma che c´è dell´altro: …