Per solidarietà coi ragazzi che oggi si cimentano nell’epica impresa, proverò a ripetere, trentadue anni dopo, l’esame di maturità. La seconda volta viene tutto meglio, dicono. Il ministro di allora si chiamava Spadolini, leggeva tre libri al giorno oppure li scriveva, ed era capace di inanellare sette subordinate in un periodo senza tirare il fiato. Come spunto per il tema di attualità, si era ispirato a una frase di Francisco Goya contro le dittature: «Il sonno della ragione genera mostri». Non ricordo più cosa scrissi, ma di sicuro avrò lardellato il mio componimento di auspici. Speriamo, bisognerebbe, è importante che tutti… Ero un auspicatore accanito, all’epoca.
Oggi no. Oggi punterei dritto sul Goya per poi scartarlo con la mossa dell’editorialista provetto: «Ben altro è il problema…». Ben altro infatti è il sonno che ci tormenta. Il sonno della passione. Non che la ragione saltelli garrula nelle teste di certi mostri, che si nutrono ormai soltanto di luoghi comuni. Ma la ragione è la macchina: viene dopo. Prima ci vuole la benzina per metterla in moto. E la benzina è la passione, quell’energia del cuore che sa coniugare i verbi al futuro. «Cosa sarà che ti fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento?», cantavano profetici Ron, Dalla e De Gregori sul palco di Torino, la notte prima della mia maturità. E’ la paura che il mondo, questo mondo, non avrà uno spazio per noi. La paura che genera rabbia, che genera disperazione, che genera mostri. Sarà dura, ma noi non ci arrenderemo, vero? Buona fortuna, ragazzi. Nessun dorma: stamattina e non solo.
La Stampa 22.06.11