«Le tensioni politiche costano. Caso Bini Smaghi, governo dilettantesco». La gestione finanziaria dei bilanci pubblici «è stata solida e sana in questo periodo» ma bisogna proseguire la «linea di messa in sicurezza dei conti» che non consente la riduzione delle tasse. Anche l’ex commissario alla Concorrenza e presidente della Bocconi Mario Monti spezza una lancia a favore del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e della sua politica del rigore. Intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione televisiva «1/2 ora» di Rai 3, l’economista ha parlato a tutto campo soffermandosi sui temi della crescita e dello sviluppo ma esprimendosi anche sul nodo dell’invito a dimettersi dal board della Bce, avanzato dal governo italiano a Lorenzo Bini Smaghi e sulla vicenda dello scandalo dell’ex direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn. «Vi sono molti interventi da fare in questo momento per far crescere di più l’Italia e per dare alla società un assetto più equo che non comportano la riduzione delle imposte» dice Monti che stronca ogni ipotesi di alleggerimento tributario: «Non abbiamo soldi per abbassare le tasse» . Per due motivi: «perché abbiamo da sempre un debito pubblico molto elevato, ai limiti di guardia e perché non abbiamo fatto una strategia per la crescita che serve anche ad alimentare le entrate» . Il basso tasso di sviluppo è il problema dell’Italia che arranca nel consolidare la ripresa, fanalino di coda tra i maggiori Paesi europei. Il fatto è che il Paese, secondo l’ex commissario europeo, non si è mai troppo preoccupato del suo tasso di crescita e adesso «se ne sta preoccupando ma in modo distorto» . A differenza di quanto succede nel resto dell’Europa che invece allunga lo sguardo nel tempo. E questo è un guaio perché anche la finanza pubblica, il disavanzo e il debito futuro saranno funzione «non solo delle virtù rigoriste del ministro Tremonti oggi» , ma anche del ritmo di crescita futuro. Colpa dei nodi strutturali irrisolti come dicono l’Europa, la Banca d’Italia e il Fondo monetario ma anche, secondo il presidente della Bocconi, delle «tensioni politiche tipicamente italiane» che «hanno avuto un grave costo economico» . Perché «hanno assorbito le menti delle classi dirigenti, dei politici e degli italiani mentre altri Paesi pensavano a cose meno glamorous, e molto più importanti, cioè cosa succederà nel nostro Paese tra 10-20 anni, i nostri giovani troveranno lavoro?» . La situazione dell’Europa e la crisi della Grecia, quindi. Per l’economista, che si dice convinto dell’impegno dell’attuale governo di Atene ad attuare la necessaria austerità, i responsabili di ciò che sta avvenendo «siamo tutti noi, Germania e Francia in particolare» che in passato non hanno voluto controlli più stringenti sui conti dei Paesi. «La disciplina dell’Europa, nel suo insieme, deve essere riconsiderata» afferma ricordando quando nel 2003, «Germania e Francia, con la benedizione dell’Italia che presiedeva, hanno deciso di sospendere l’applicazione dei rigori del patto» proprio quando toccava a loro rispettarli. È stata come «una licenza» data a Parigi e Berlino per «andare avanti nel disavanzo di cui Atene ha approfittato» . Ed ecco il caso Bini Smaghi, al quale il governo ha chiesto di fare un passo indietro e di lasciare il suo posto nel comitato esecutivo della Bce ad un rappresentante francese sulla base degli impegni presi dal premier Silvio Berlusconi per assicurare il sostegno dell’Eliseo alla nomina di Mario Draghi alla presidenza della Bce. Nomina che spetterà al Consiglio europeo del 24-25 giugno e che «è una grande affermazione per lui e per l’Italia» anche se a Francoforte Draghi «non sarà più, come avviene per i commissari europei, un uomo del Paese che lo ha designato» . Ed è anche in quest’ottica che Monti definisce «dilettantesco» e «paradossale» il comportamento del governo e di Berlusconi che non ha cercato «un confronto» con Bini Smaghi, prima di prendere impegni col presidente francese Nicolas Sarkozy. «Non difendo e non condanno nessuno, le decisioni spettano a Bini Smaghi e alla sua coscienza» . Anche se, ha aggiunto «è comprensibile che gli altri Paesi europei considerino eccessivo avere due italiani ai vertici della Bce» , «pur se la Francia è uno dei Paesi che meno avrebbe bisogno di alzare il sopracciglio, visto che c’è stato un momento in cui quattro delle cariche internazionali principali erano tutte loro» . Infine lo scandalo Strauss-Kahn. Monti è fra i pochi a sbilanciarsi: «Ha avuto comportamenti personali che verranno giudicati» dice, ma non si possono sottovalutare «il rilancio che ha saputo dare nella sostanza, nel morale dello staff e il significato che ha saputo imprimere all’azione del Fondo» .
Il Corriere della Sera 20.06.11