L´”Italia peggiore” lavora. Tutte le mattine in fabbrica, in ufficio, nei cantieri, nei call center, nei supermercati, negli ospedali, nelle radio e nelle televisioni. Da nord a sud. L´”Italia peggiore” ha studiato, parla le lingue, paga le tasse e versa anche i contributi previdenziali. Qualche volta è doppiolavorista. L´”Italia peggiore” non è più giovane e non è nemmeno la nuova middle class. Astrid D´Eredità, 31 anni, archeologa, nata a Taranto, laureata a Bari, specializzata a Napoli, occupata a Roma, impegnata nelle associazioni professionali, appartiene alla categoria dei “peggiori” secondo la rozza classificazione socio-antro-politica del ministro pro tempore della Repubblica, Renato Brunetta. Astrid D´Eredità, va da sé, è precaria. Come i tanti «arrabbiati, impazienti, indisponibili… e anche indignati» che da ieri hanno deciso di protestare davanti a Montecitorio per chiedere diritti, welfare e lavoro. Vita da precaria, allora. «Si inizia all´apertura del cantiere, insieme agli operai. Alle sette, sette e mezzo del mattino. C´è la pausa pranzo e poi fino alle quattro del pomeriggio. Retribuzione tra i quaranta e i cento euro netti al giorno, per …