La Lega è «stufa di prendere sberle» . Maggioranza in fibrillazione. Berlusconi: risultato da non ignorare. Formigoni: insofferenza verso chi guida il Paese. Il Pdl (Formigoni a parte) minimizza? La Lega, per niente: «Non vorrei che quella di prendere sberle diventasse un’abitudine» . Parola di Roberto Calderoli. E la linea del Carroccio è tutta lì, sintetizzata dal titolo della Padania oggi in edicola: «Sberle e coraggio» . Dettato da Umberto Bossi in persona, per unire i ceffoni evocati da Calderoli con il coraggio invocato da Roberto Maroni sui temi del fisco. L’apertura del quotidiano leghista è completata da due elementi che approfondiscono il pensiero padano: «La Lega a Pontida porrà chiare condizioni per garantire la sua presenza» . E ancora: «Il popolo manda un preciso segnale al governo» . Dopo la seconda «sberla» , nel movimento è il giorno dello sconforto. Gli umori sono cupi, e persino la fiducia messianica in Umberto Bossi è messa a dura prova. In molti non si capacitano della sortita di domenica sera. Dopo che l’ultima dichiarazione a sua voce aveva definito «attraenti» i quesiti sull’acqua, a Lesa il leader padano se ne è uscito con una tirata contro i referendum «imbroglio » , con augurio esplicito di bassa affluenza. Peccato che sia andato tutto al contrario. I votanti si sono concentrati proprio al Nord. Con Piemonte, Lombardia e Veneto tutti al di sopra della media nazionale. Un dirigente scuote la testa depresso: «Siamo riusciti a intestarci la sconfitta senza aver partecipato alla battaglia…» . Tra chi ha colto l’aria che tira, va detto, ci sono pesi massimi come Roberto Maroni e Luca Zaia. Il primo ha ritirato le due schede sull’acqua, il secondo tutte e quattro. Ma l’umore resta nero. Un indicatore del clima è il sondaggio di Padania. org, un forum non ufficiale. Il risultato della votazione non è visibile, (forse) per problemi tecnici, ma le domande già la dicono lunga. Il quesito è: «Dopo la sconfitta del Pdl alle amministrative 2011 è prioritario che: 1) Bossi lasci la guida del partito; 2) La lega lasci Berlusconi; 3) La “vecchia”Lega sia rifondata con volti nuovi; 4) La Lega ha tradito la base, questa Lega deve morire» . Parole di rudezza inaudita nei confronti del movimento e addirittura del leader. Ma, appunto, ora c’è da risalire la china e pensare a Pontida. Ieri Maroni, Calderoli e Cota si sono trovati con Bossi in via Bellerio. Particolare curioso: non erano presenti i capigruppo alla Camera e al Senato Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, componenti entrambi del cosiddetto «cerchio magico» . C’era invece, come new entry, il vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli. Umberto Bossi ha molto ascoltato i suoi dirigenti, addirittura prendendo appunti. Un brain storming per trovare il «cosa dire» e il «come dirlo» in vista del raduno di domenica prossima. Un appuntamento che torna alla valenza epocale di un tempo: quella che gli anni di governo avevano messo in ombra. L’idea resta quella annunciata: una serie di richieste più o meno ultimative al governo. Su alcuni temi fondamentali, ma anche su una serie di temi minori ma a forte impatto sull’opinione pubblica. Le idee elencate ieri saranno affinate in un nuovo summit fissato per venerdì prossimo: servirà a Bossi per fissare la gerarchia del suo intervento e modularne i toni. I temi maggiori sono noti: la messa sotto accusa delle missioni militari a partire da quella in Libia, il trasferimento dei ministeri (novità di ieri: il Veneto ne chiederà due, uno per Venezia e uno per Verona), blocco navale anti immigrati. E soprattutto, il via libera alla manovra di rientro dal deficit ma soltanto a una condizione: «Non dovrà toccare i Comuni, le famiglie e la piccola impresa» . Se il problema, come ha detto Giulio Tremonti, sono i soldi, il Carroccio sta mettendo a punto una sua idea di sapore assai social: una sforbiciata decisa al welfare per le categorie a più alto reddito. Spiega un economista della Lega: «È venuto il tempo di spostare i pesi tra le fasce sociali. Il nostro welfare non ha più i mezzi per sostenere l’attuale universalità delle prestazioni. E dunque, intervenire sulle fasce di reddito più alte diventa anche un fattore di equità» . Nel concreto, che significa? «Significa che noi oggi paghiamo l’indennità di accompagnamento anche ad invalidi dai redditi altissimi. E di esempi del genere ce ne sono a bizzeffe» . In ogni caso, giurano da via Bellerio, Bossi ormai pare determinato: «Non possiamo più tirare a campare» . Anche perché lo scenario è in movimento. Se per tutto il giorno il Pdl ha tentato di minimizzare la portata politica della consultazione, Formigoni — ospite dell’Infedele su La7— non ha utilizzato mezze misure: «Il risultato è eminentemente politico, gli elettori hanno voluto dare un’altra botta al centrodestra. Avrebbero votato qualunque cosa pur di dire a Berlusconi e Bossi che così non si può andare avanti» .
Il Corriere della Sera 14.06.11