attualità, politica italiana

"Il vero sconfitto è il Senatùr, tradito dal suo popolo", di Maria Zegarelli

«Buono, un dato davvero molto buono». Roberto Weber, sondaggista, presidente di Swg, commenta in diretta il dato sull’affluenza alle 7 di sera. «I nostri sondaggi davano il quorum al 54% ma l’affluenza del 30% di questa sera alle 19 lascia aperta una forbice che oscilla tra il 55 e il 60%. Estero o non estero i referendum dovrebbero essere stravinti». Meglio non rilassarsi, però, e dunque tutti alle urne fino all’ultimo momento utile. Fin da ora, tuttavia sono diverse le indicazioni che i sondaggi hanno anticipato agli addetti ai lavori e che a partire da stasera, ma ancora di più nei prossimi giorni, potrebbero trovare conferme. Questa consultazione, dice Weber, deve essere analizzata per «la qualità del voto», che riserva delle sorprese: «La tenuta “bulgara” dell’elettorato di centrosinistra – circostanza che non si verificava da tempo e che si è tradotta in un’affluenza molto consistente – e l’interesse a questi referendum di chi in genere si astiene dal voto». Sono stati proprio i referendum, dunque, ad aver riattratto verso le urne quella parte del paese, che copre trasversalmente l’arco politico, ormai disaffezionata. Eppoi l’altro aspetto che più ha sorpreso i sondaggisti: il popolo leghista alle urne. «I leghisti sono molto arrabbiati con il loro leader, come erano arrabbiati gli elettori di centrosinistra con i loro nel 2001». Umberto Bossi nel giorno in cui dichiara che Silvio Berlusconi ha perso le sue doti di grandi comunicatore, incassa un sonoro schiaffo anche dai suoi stessi elettori. Il Nord va alle urne e ci va con percentuali alte, ci va Luca Zaia. governatore veneto, dichiarando di aver votato «quattro sì». Acqua, nucleare, legittimo impedimento. «Zaia ha vinto con il 60% dei voti nella sua Regione, ha chiaro l’umore della gente, della sua gente. Quello che colpisce – prosegue Weber – è che non l’ha capito Umberto Bossi. Il leader del Carroccio, come il presidente del Consiglio sono convinti che basta una loro dichiarazione per determinare l’orientamento delle masse. Non è più così, succedeva con Togliatti, nel 1948, quando disse “compagni calma”, ma aveva un partito imponente alle spalle e riuscì a fermare un’insurrezione popolare davanti all’attentato. Quei tempi sono finiti». E il fatto che Bossi non l’abbia capito, che abbia commesso l’errore di invitare a disertare le urne, secondo Weber, non sarà privo di conseguenze per il Senatur. «Credo che i suoi glielo faranno pagare molto caro, già domani». Non convincono più gli affabulatori di masse, non basta sbagliare le date dei referendum ai Tg nazionali, tentare di far saltare il quesito sul nucleare, invitare ad andare al mare (esortazione che non ha mai portato troppa fortuna). Non basta perché stavolta la gente ha capito che la partita che si giocava riguardava acqua, ambiente, giustizia. E ha deciso di essere protagonista. L’hanno deciso in tanti, tantissimi giovani. E questa è l’altra sorpresa.

L’Unità 13.06.11

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