"La tempesta perfetta nelle urne di Milano", di Franco Cordero e Giancarlo Bosetti
Cosa dicono del terremoto milanese i dolenti? Ancora stupefatti, vedono mani perfide. Da un anno l´eroico B. era sotto «massacro mediatico»: sia permesso ridere; lo stregone dei media è lui, cinque televisioni su sette, e sappiamo con quanto self-restraint le adoperi, discreto, equanime, sommesso. Bisognava escogitare qualcos´altro, e salta fuori il nemico interno: l´imprevisto scacco dipende da azioni maligne nell´ala cattolica militante; i chiamati in causa ribattono sulle truculente gaffes dell´apparato berlusconiano. L´alter ego fedelissimo entra nel merito ammettendo che l´Infallibile stavolta lo fosse alquanto meno. Il punto è cruciale: niente l´obbligava al referendum milanese in se ipsum, né gli conveniva muovere guerra universale (contro magistratura, Consulta, scuola pubblica, Europa, l´opinione dissidente): anziché fingere ipocrita minimalismo da buon politicante, sferrava insulti gratuiti; contendeva i poteri al Capo dello Stato; blaterava d´una riforma vandalica della giustizia, e non è il colmo della rettitudine da parte d´uno che trascina rognosi processi, essendosi salvato fortunosamente. Nell´etica greca gesta simili costituiscono hýbris, delitto contro gli equilibri naturali custoditi da Dike. La storia berlusconiana è esemplare, una scalata in spregio …