Mese: Maggio 2011

L’Italia va su Facebook "Scusa Mr. Obama" di Filippo Ceccarelli

«E quindi – ha concluso solenne Berlusconi rivolgendosi ai giornalisti – mi permetto di dire: vergognatevi!». Ma senti, si permette. Proprio lui, il Cavaliere, che più di ogni altro uomo politico ha impetuosamente travolto e allegramente smantellato la vergogna del potere, bruciandone poi i residui sull’altare del berlusconismo terminale. Da Casoria a Deauville, dalle corna spagnole al cu-cù della Merkel, dal Priapetto di Arcore fino al bacio della mano di Gheddafi. Retorica a rischio cortocircuito, quella della vergogna. Perché mentre il presidente del Consiglio pronunciava quella sua intemerata, la pagina Facebook del presidente Obama già traboccava di messaggi di italiani che dopo la scena berlusconiana del giorno prima chiedevano scusa, «I am sorry», «So sorry, Mr President», «Berlusconi doesn’t speak in my name», mi dispiace, non parla a mio nome, non è il mio presidente, non mi rappresenta, l’Italia è meglio di lui. E’ ossessionato dai processi ed è «anche vecchio», articolava uno, «si scorda le medicine per il cervello», «si fa le leggi che gli servono» aggiungeva un’altra, e il bunga bunga naturalmente, dunque …

"Berlusconi a Deauville fa fumo e alza sabbia", di Francesco Lo Sardo

Un uomo prigioniero dei suoi incubi: il premier in Normandia non si ferma più e rincara la dose. «En effet, tout, à Deauville, est prétentieux… beaucoup de sable et beaucoup trop de poudre aux yeux», scriveva già la celebre Guide Conty, per turisti della Belle Époque bocciando come un bidone la località della Bassa Normandia: molta sabbia e troppo fumo negli occhi. Così è stata anche la rovinosa seconda giornata di Silvio Berlusconi nella Deauville di cent’anni dopo, nei giorni del G8: altra sabbia e fumo negli occhi, sollevati da un imbarazzante Cavaliere in versione stalker che per il secondo giorno consecutivo ha molestato tutti con le proprie poco edificanti grane giudiziarie, riarpionando Obama durante la passeggiata dei capi di stato e di governo verso il Cercle des propriétaires, il prestigioso circolo dei proprietari delle più celebri scuderie di cavalli e scaricando sul malcapitato presidente russo Medvedev un torrente di vocali e consonanti contro i magistrati italiani che lo perseguitano. Altro che vergogna e contrizione per l’agguato ad Obama del giorno prima. I capi di …

"Pisapia lancia l’ultimo appello: è il nostro tempo, liberiamo Milano", di Maurizio Giannattasio Annachiara Sacchi

«Il vento cambia davvero» . Lo slogan di Giuliano Pisapia si è trasformato in realtà. La burrasca che ha colpito Milano ha sollevato le gonne delle signore in Galleria Vittorio Emanuele, ha sparpagliato nel cielo i volantini del candidato, ha ribaltato gli ombrelli del popolo arancione raccolto in piazza Duomo per il concerto di chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia. Settantamila sotto la pioggia secondo gli organizzatori, 50 mila per chi conosce bene le dinamiche della piazza. Claudio Bisio ha gioco facile. «Ho una grandissima sorpresa per voi stasera: qui con noi c’è Gigi D’Alessio» . Ogni riferimento al mancato concerto del cantante napoletano sul palco di Letizia Moratti è puramente voluto. «Una risata vi seppellirà» . È il leitmotiv della campagna di Pisapia che si è diffusa come un virus in Internet. Quella che addebita al candidato del centrosinistra tutti i mali del mondo. «Piove» urla Bisio dal palco. «Pisapia ladro» , replica il pubblico. Elio e le sue Storie Tese intonano «Bunga bunga con Lele» . Lui, il candidato, arriva dopo le …

"E adesso chi paga per i videocomizi", di Giovanni Valentini

Per i tg di Mediaset, il problema non si pone: le multe comminate dall´Autorità sulle Comunicazioni al Tg 4 (recidivo) e al Tg5, rispettivamente di 258.230 e di 100 mila euro, le pagherà l´azienda (privata) che fa capo a Silvio Berlusconi. E anzi, per lui sarà pure un risparmio. In termini di spazi pubblicitari o promozionali, probabilmente gli sarebbe costato molto di più. Ma chi pagherà le analoghe multe inflitte dalla stessa Agcom al Tg1 (anch´esso recidivo) e al Tg2, per la messa in onda delle interviste illecite al presidente del Consiglio sulle reti della televisione pubblica? Le pagherà la Rai. E cioè, tutti noi cittadini, telespettatori e abbonati, che versiamo il canone d´abbonamento. Cittadini di destra, di centro o di sinistra; vittime dello strapotere mediatico del premier e della stradebolezza professionale dei giornalisti che lo subiscono. Onore al merito della collega Elisa Anzaldo, dunque, punita dal direttore del Tg1 per essersi rifiutata di prestare ancora la propria immagine a questo scandalo quotidiano della tv di regime. Anche Mario Orfeo, l´ex direttore del Tg2 passato …

Non profit, sempre meno donatori: il 2010 l'anno peggiore (24%)

Indagine dell’Istituto italiano donazione. Per gli italiani il terzo settore è indispensabile, ma non mancano le critiche: troppa frammentazione (49%), competizione (46%), truffe (45%), inefficienze e sprechi (43%). Il terzo settore? Solo il 17% degli intervistati ne ha sentito parlare e, di questi, solo il 66% ne conosce almeno approssimativamente il significato. Il termine “non profit” risulta, ai più, maggiormente rappresentativo e di immediata comprensione. E’ uno dei dati emersi dall’indagine ‘Non profit, settore frammentato ma di certa utilità sociale: questa la percezione degli italiani” curata dall’Istituto italiano della donazione – associazione che assicura che l’operato delle organizzazioni non profit sia in linea con standard riconosciuti a livello internazionale e risponda a criteri di trasparenza, credibilità ed onestà – in collaborazione con Gfk Eurisko. “Il terzo settore è visto quale depositario di valori positivi che si traducono in interventi fondamentali per la società; al tempo stesso però – osservano gli autori – gli italiani percepiscono lo scarso coordinamento e le divisioni interne come causa di dispersione di risorse e di raggiungimento non ottimale degli obiettivi”. …

"Università, fuori sede in calo La laurea si prende sotto casa", di Mariolina Iossa

Sono bravi i laureati italiani, «migliori di quelli pre riforma» , sono più giovani, non stanno a lungo fuori corso anzi si laureano in tempo, prendono una buona votazione finale, anche vicinissima al massimo, e fanno più stage. Ma si muovono poco verso l’estero, si confrontano poco, e si laureano «sotto casa» per i costi troppo elevati che le famiglie dovrebbero sostenere per mandarli a studiare in un’altra città. In compenso, una volta laureati sono costretti a emigrare, non solo da Sud a Nord ma anche Oltralpe, perché non trovano un’adeguata collocazione. Offre luci e ombre il tredicesimo rapporto curato da Almalaurea. I passi in avanti si vanno consolidando, il tutto però con notevoli differenze tra aree disciplinari. Primo punto: non è vero che i laureati italiani sono troppi. Sono invece sempre pochi e anzi negli ultimi 7 anni c’è stata una diminuzione del 13%. Siamo al 20%di laureati nella fascia 25-34 anni, assai al di sotto dell’obiettivo strategico europeo del 40%. La Germania è al 24, il Regno Unito al 38 e la Francia …

"La menzogna del potere", di Massimo Giannini

Il potere mente. Per abitudine alla manipolazione e per istinto di conservazione. Non c´è bisogno di aver letto la prima Hannah Arendt, o l´ultimo Don De Lillo, per sapere che “lo Stato deve mentire”, o che il governo tecnicamente totalitario “fabbrica la verità attraverso la menzogna sistematica”. Ma nessun potente mente con la frequenza e l´impudenza di Silvio Berlusconi. Non pago di aver danneggiato il Paese che governa, in un drammatico e surreale “colloquio” elemosinato a Obama a margine di un vertice tra gli Otto Grandi del pianeta, il presidente del Consiglio torna sul luogo del delitto. E, dopo aver inopinatamente e irresponsabilmente denunciato al presidente americano la “dittatura dei giudici di sinistra”, lo “perfeziona”, raccontando la stessa delirante bugia agli altri leader del G8. Abbiamo già detto quale enorme discredito rappresentino, in termini di immagine internazionale, le parole scagliate contro l´Italia dall´uomo che dovrebbe rappresentarla al meglio nel mondo. Abbiamo già detto quali enormi “costi” imponga allo Stato, in termini di credibilità istituzionale, questo vilipendio della democrazia e dei suoi organismi. Ma è necessario, …