"Il potere nudo di un premier grottesco", di Franco Cordero
“Grottesco” è la categoria estetica applicabile all´occupante del palazzo Chigi. La parola viene dalle arti figurative: nel lessico rinascimentale erano “grotte” i relitti romano-imperiali sepolti o quasi, con pareti variamente decorate; putti, priapi, arpie, sfingi, un bestiario e flore abnormi. Giorgo Vasari le definisce «pitture licenziose e ridicole molto» ma è falso riso, spento in gola da ripulsione e paura: figure stravolte evocano l´innaturale pericoloso; siccome siamo fuori dei quadri razionali, lì dentro può succedere tutto. Lo scurrile domina nell´iconografia berlusconiana (carattere assente nei dittatori dell´ultimo secolo, talvolta ridicoli, vedi Mussolini, ma era effetto involontario, mentre l´homo in fabula cerca applausi e risate): canta, gesticola, imita; viene alla ribalta nella posa d´una ballerina; protende il pollice a pugno chiuso; fa le corna in fotografie ufficiali; racconta barzellette oscene nelle sedi meno congrue; ride a ganasce aperte o accenna i sorrisi ambigui d´uno che plani sulle mischie (mimiche d´alto interesse clinico); e lasciamo da parte quel che raccontano le ospiti delle serate postribolari. Il fondo è torvo. Appena qualcuno lo sfiori, esplodono pulsioni distruttive ormai incoercibili. …